"Non voglio essere giudicata per chi ho sposato"
Roma, 4 lug. (Apcom) - Sono marito e moglie da 13 anni, Piero
Fassino, segretario dei Democratici di sinistra e Anna Serafini,
senatrice dell'Ulivo e proprio lei, in un'intervista esclusiva su
Grazia, in edicola domani, dichiara: "Sono stanca di tutte queste
chiacchiere sul mio essere 'la moglie di'. Io ho cominciato a
fare politica a 15 anni, e da allora non ho smesso una sola
settimana."
L'onorevole Serafini racconta che quando ha conosciuto suo
marito, nel 1992, era già parlamentare, membro della direzione Ds
e che aveva un suo ruolo preciso nel partito e una carriera
politica ben avviata, ma: "la mia storia è stata raccontata al
contrario, come se avessi iniziato a far politica solo dopo
l'incontro con mio marito perché l'Italia, per certi aspetti, è
ancora arretrata. Le donne hanno il voto solo da
sessant'anni. Esi stenta ancora a vederle come individui che agiscono
e pensanoin proprio, fuori dalla famiglia." E continua: "Siamo nel
2006 edè ancora impensabile che una donna cerchi di realizzarsi nella
carriera senza rinunciare agli affetti. Puoi essere solo una cosa
o l'altra. O sei una politica di successo, ma single, o sposata
con un uomo che non fa il tuo stesso lavoro, oppure, se sei
sposata con un politico di successo, devi scomparire come persona
autonoma. Ti lasciano solo il vestito di moglie ancella."
Non è possibile quindi, secondo la Serafini, essere la moglie di
un potente ed essere potente a propria volta: "Puoi esserlo, ma
devi stare nell'ombra. Esattamente come vuole il detto: 'dietro a
un grande uomo c'è una grande donna' ".
Un detto che ritiene terrificante, poiché la donna accetterebbe di
essere dietro eperché non si assumerebbe la responsabilità delle
proprie azioni.
A questo proposito dichiara a Grazia: "In politica,
come inqualsiasi campo della vita del Paese, bisogna riprendere in
manola meritocrazia. Io voglio essere giudicata e giudicare a mia
volta, sulla base di pensieri, idee e azioni. Cose visibili e
misurabili. Il numero delle leggi presentate, le battaglie che si
sono fatte, i voti presi. E non in base a chi ho sposato." Tra le
leggi per cui si è battuta in questi anni ci sono quella sulla
violenza sessuale, sulle adozioni e quella contro prostituzione
minorile, pedopornografia e turismo sessuale, mentre nei suoi
progetti futuri ci sono proposte di legge per bambini,
adolescenti, donne maltrattate. Sembra sempre però
che le donnefiniscano per occuparsi solo di problemi relativi
all'infanzia oal mondo femminile e mai di difesa o bilancio dello
Stato.
"Ci si deve occupare di tutto" - sostiene Anna Serafini. "Ma in
ogni caso, il vero potere per me è cambiare in meglio la vita
delle persone. Anche perché migliorando la vita dei bambini si
rende più forte il nostro futuro." Come mai allora non è entrata
nel governo?
"Bella domanda. E la risposta non può che confermare
la vita complicata delle coppie a due carriere. Se Piero fosse
andato al governo e ci fossi andata anch'io, qualcuno avrebbe
certamente detto: 'non bastava il marito?' E invece lui non è
diventato ministro e io neppure." E continua: "Perché far entrare
me, a quel punto, avrebbe potuto apparire come una compensazione.
Così mi sono ritratta, diciamo. Forse per evitare discussioni."
Insomma, conclude la Serafini: "Avere un marito potente, per la
mia carriera non è stato certamente un vantaggio".