Dopo gli stupri anche le censure
Roma, 28 agosto 2006
Egregio Direttore,
l’Assemblea della Casa Internazionale delle Donne di Roma, preoccupata dell’ennesima censura del suo giornale nei confronti delle voci delle donne e delusa della linea editoriale che persegue in particolare sui temi del femminismo e delle relazioni tra uomini e donne e tra culture, le richiede di pubblicare la lettera che accludiamo - di cui ribadiamo la significatività -, sollecitandole contestualmente un incontro chiarificatore.
Spiace in particolare che un giornale “progressista” quale «la Repubblica» vuole essere, sia totalmente cieco e sordo alle iniziative delle donne italiane nella politica e nella società e che si fermi solo al sensazionalismo antifemminista e alla celebrazione di qualche rappresentante delle istituzioni.
In attesa di un suo riscontro inviamo cordiali saluti.
L’Assemblea della Casa Internazionale delle Donne di Roma
Riportiamo di seguito la lettera sopracitata mai pubblicata sul quotidiano La Repubblica
ALLA RUBRICA DELLE LETTERE DI REPUBBLICA
Roma, 25 agosto 2006
Merlo infila l’ennesima perla: dopo l’opinione da lui espressa il 15 agosto ‘06 nell’articolo “Un’umanità da proteggere”, dove parla delle donne in termini di fragoline e ogni sorta di verdura, stupisce l’ulteriore esternazione comparsa il 24 agosto su quello che il giornalista definisce “stupro etnico”.
Ci siamo prese la briga di consultare il dizionario (Dir) alla voce “etnia”: insieme di individui con caratteri culturali comuni (lingua, religione, costumi sociali).
Sorge spontaneo un dubbio: non sarà che questa storia dell’etnia riguardi i maschi?
In realtà noi donne ci sentiamo in guerra (etnica), una guerra che non abbiamo dichiarato noi, fatta di stupri, violenze, omicidi quotidiani, fatta a prescindere dalla nazionalità, dal contesto e dall’estrazione sociale, con buona pace dell’arcaico delitto d’onore, che a nulla servirebbe.
Parimenti la disoccupazione femminile, la differenza salariale e di posizione sono crimini commessi continuamente contro le donne con il beneplacito delle istituzioni.
Basta leggere le cronache mondiali degli ultimi 20 anni, senza andare troppo a ritroso, per rendersi conto che tali delitti sono stati perpetrati nei confronti delle donne senza soluzione di continuità.
Per chiudere, il livore espresso contro le femministe, responsabili di omertoso silenzio quando non di correità, si commenta da solo. Una informazione: circa 30 anni or sono proprio le femministe si fecero promotrici di una legge di iniziativa popolare, grazie alla quale oggi in questo paese esiste una legge contro la violenza sessuale (disattesa, comunque).
E dunque siate voi maschi responsabili delle vostre azioni.
Lucilla Ciambotti, Rosina Gianandrea, Rossana Lorenzatti, Angela Mancini