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 : UDI: CON LA LETTERA SCARLATTA PER SCEGLIERE ED ESERCITARE IL DIRITTO DI VOTO
Inviato da webmaster il 8/3/2008 17:30:00 (837 letture)

Carissime donne dell'UDI e dei Centri di iniziativa
Questo 8marzo continueremo a dire parole chiare sulla rappresentanza femminile così come abbiamo fatto durante la campagna 50E50 ovunque si decide.
Ci prepariamo a votare consapevoli di esercitare un diritto per il quale ci sono state donne che hanno pagato un prezzo altissimo.
Andremo a votare indossando una spilla con una Lettera Scarlatta per dire a tutti che sappiamo di esercitare un diritto monco per cui possiamo eleggere tantissimi uomini e pochissime donne.
E quando scegliamo una donna, quelle volte che ne troviamo una in lista, sappiamo che su quella donna pesa l'esclusione delle altre come se il suo essere lì fosse una infamia.
E sappiamo che il suo merito è immiserito dalla logica delle quote rosa in cui i partiti ci hanno ricacciato in tutti questi anni.
Andremo a votare consapevoli che la Democrazia Paritaria è un obiettivo e non una realtà.
Indosseremo la D di donna.
Per la nostra iniziativa non possiamo contare su nessun mezzo di informazione perciò vi chiediamo di darci una mano.
Le spille vi verranno inviate gratuitamente per agevolare la diffusione tra le donne perchè la indossino.
Abbiamo aperto una sottoscrizione subito tra le donne del Coordinamento e con il contributo dell'Udi di Napoli e dell'Udi Macare abbiamo potuto stampare le prime spille, ci auguriamo che anche altre vogliano contribuire.
Nella spedizione verrà data la precedenza a quelle donne dell' Udi e dei Centri, che si sono impegnate in questi mesi nella diffusione dei nostri materiali e nel sostenere le attività anche economicamente. Questa iniziativa politica che ha anche un risvolto economico è stata discussa con le Garanti e condivisa da tutte.
In allegato trovate tutti i materiali e il logo della spilla.
Buon 8 marzo a tutte Pina Nuzzo

Questo è il Tempo di una Lettera Scarlatta

Andiamo verso le elezioni in un Paese disincantato: la crisi di governo si è aperta su affari apparentemente di famiglia, il voto è legato ad una legge elettorale che priva i cittadini di ogni possibilità di giudizio e di scelta.
Pochi continuano a decidere tra pochi.
Patriarchi insicuri fanno sempre più branco: partiti e chiese, poteri economici e mediatici si lanciano messaggi rassicuranti su presunti valori di fondo non negoziabili, quando in realtà si fa commercio di tutto.
La libertà di decidere della Donna diventa terreno di scambio a prescindere dalle donne.
Il confronto avviene come sempre tra maschi, che si riconoscono come unico soggetto soltanto se cancellano l’altra in carne e ossa per mantenere in vita la loro rappresentazione del femminile, da tutelare, da ammirare, da disprezzare, sempre da moderare.
Chi interpreterà il ruolo più efficace nel moderare le donne? chi inventerà l’etica migliore da imporre ai loro comportamenti anche più privati?
Il clima elettorale appare pesantemente condizionato dai cosiddetti temi “eticamente sensibili”, che vengono sventolati davanti all’opinione pubblica per spostare l’attenzione dalla difficoltà a dare risposte non demagogiche alle vere domande del paese.
Sono temi che non vengono peraltro affrontati fino in fondo: ci si riempie la bocca di vita, di morte, di complessità e poi tutto si risolve o in un futile richiamo alla libertà di coscienza o imboccando la scorciatoia del sostegno alla famiglia.

Nessuno ci prenderà in giro, anche sulla 194.
Tutti a dire, anche i nuovi paladini delle nuove crociate, che “nessuno toccherà la 194”.
Certo, nessuno scaglierà formalmente per primo una pietra tanto impopolare.
Però, nei fatti intorno all’aborto legale già si predispongono (se non addirittura si confezionano al di là del codice) veri e propri reati “risultanti” come la mancata rianimazione del feto, l’omissione di soccorso come si voleva sostenere nel recente caso a Napoli, falso ideologico, e infine: la circonvenzione di soggetto momentaneamente incapace… perché - ormai lo hanno capito tutti - le donne sarebbero una massa di ignoranti al macello dolosamente disinformate da femministe e da medici abortisti!

Noi vogliamo dire parole chiare, sia l’8 marzo, sia fino al 13 aprile e oltre.

A partire da una assunzione di responsabilità politica che già da tempo condividiamo con tante donne sulla Democrazia paritaria (50E50 ovunque si decide), sul Femminicidio (proposte di nuove norme per il contrasto alla violenza sessuata), sul “Generare oggi, tra precarietà e futuro” (Proposta e Piattaforma del Convegno nazionale 2005) noi diciamo intanto che si tratta di questioni tutte legate tra loro.
Non si tratta soltanto di non arretrare rispetto alla conquista di alcuni diritti.
Si tratta piuttosto di praticare ovunque la politica con la consapevolezza piena che la Democrazia non vive senza le Donne.

Racchiuderemo tutto questo in un gesto, rendendoci visibili e riconoscibili, fin dai prossimi giorni, fino al 13 aprile e oltre, anche quando ciascuna di noi varcherà la soglia di un seggio elettorale per esercitare come meglio crede quel diritto di voto conquistato dalle nostre Madri.
Noi tutte avremo addosso una Lettera Scarlatta.
Una lettera scarlatta era tempo fa il simbolo di una infamia: A come adultera.
Era un simbolo deciso dal Patriarcato per le sue donne.

Noi oggi scegliamo la nostra Lettera Scarlatta.
Noi, che della libertà che continuamente vogliono toglierci abbiamo fatto il nostro punto di forza,
avremo addosso la D di donna.
Una D rossa: non un simbolo di partito, ma solo una spilla.
Chiederemo a tutte le donne che conosciamo di indossarla, per farci riconoscere come le portatrici di una nuova e antica infamia: quella di essere donne a questo mondo, ovunque a questo mondo, ovunque si decide.

Portiamo orgogliose la nostra Lettera Scarlatta.
Con questa Lettera ci autodenunciamo visibilmente a tutti.
In questo tempo ambiguo, è la sola lettera politica che ci può fare ancora sperare nel futuro.

8 Marzo 2008
Coordinamento nazionale dell’UDI- UnioneDonne inItalia




Per chiedere una o più spille telefona oppure scrivi a: udiamministrazione@gmail.com
Sostieni l’iniziativa che è totalmente autofinanziata con un contributo, anche piccolo, ma vitale per noi. Sostieni il diritto delle donne alla piena cittadinanza.
C/c postale n 53230009
IBAN IT12 X076 0101 2340 0001 2345 678
Banca popolare Etruria e Lazio
C/c bancario n 14763
IBAN IT66 V053 9003 2010 0000 0014 763 intestati a UDI - Unione Donne in Italia , via dell’Arco di Parma 15, 00186 Roma tel 06 6865884
udinazionale@gmail.com


Una Lettera Scarlatta
Questa è una Lettera.
Una Lettera Scarlatta dall’UDI. Dove U sta per Unione, nel rispetto e nell’ascolto partecipe delle diversità e delle differenze. E dove D sta per Donne. Dove? In Italia , perché siamo tutte qui.
Migrate e native, ci incontriamo ogni giorno nelle strade delle città, non ci conosciamo ma ci riconosciamo.
La D di Donna è la Lettera scarlatta che indossiamo.

Per autoaccusarci di essere Donne che vogliono sapere, che vogliono risposte, che non si fanno escludere e oscurare, che vogliono partecipare in parità, che si dichiarano a se stesse, alle altre donne e a tutti.

Non abbiamo né chiesto né voluto le elezioni anticipate.
Non avremmo neanche potuto volerle, perché in questo paese le donne sono escluse e inascoltate dalle decisioni della politica maschile.
Abbiamo molto da dire alla politica, che si accinge ad autoperpetuarsi. Abbiamo molto da dire, perché le parole da donna a donna corrono, muovono e sconvolgono le categorie di comodo nelle quali poteri altrui tentano di comprimerci e di moderarci.
Abbiamo avanzato proposte concrete, sulla rappresentanza, sulla violenza e sul femminicidio, su tutta la sfera del generare.
Noi sappiamo quali sono le domande giuste e rivelatrici, perché corrispondono a priorità dalle quali discendono democrazia e benessere anche economico.
Noi sveleremo gli inganni e leggeremo in ogni singola intenzione.
Lo faremo, svelando intanto noi stesse perché a partire dall’8 marzo, per tutta la durata della campagna elettorale, e anche dopo
indosseremo una Lettera Scarlatta



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