Oggi, 30 marzo 2006, mentre Antonella sta affrontando il suo primo giorno di sciopero della fame, leggo su Repubblica una lettera di un cittadino. Il Signor Enzo Agnello è un ingegnere di Agrigento, insegnante presso l'Istituto Brunelleschi. Ha denunciato gravi irregolarità commesse nella gestione dell' istituto dove insegna, e per questo motivo il dirigente scolastico "colpevole" è stato allontanato per un anno e destinato ad altro incarico. Alla fine di questo periodo, il dirigente è stato riammesso al Brunelleschi, mentre per il prof. Agnello è stato chiesto il trasferimento per incompatibilità ambientale.
Nessuna querela, nessuna accusa di dire il falso. Così il prog Agnello dichiara che non gli rimane che una unica protesta civile per evitare il trasferimento: il digiuno della fame.
Sacrosanto il suo diritto e sacrosanta la sua lotta all'omertà. Ed io mi sento di appoggiare questa sua forma di protesta. L'unica perplessità che ho in questo momento, è dovuta alla decisione della redazione di Repubblica di pubblicare la lettera del Prof. Agnello che DEVE ancora iniziare lo sciopero della fame mentre invece non HA MAI pubblicato le lettere che abbiamo inviato - numerose e accorate - durante i 27 GIORNI DI SCIOPERO DELLA FAME DI WANDA MONTANELLI e pure - anche a solo titolo di cronaca - della staffetta che stiamo portando avanti in tante in questi giorni.
Evidentemente uno sciopero della fame - per ora soltanto minacciato - da parte di un uomo vale molto di più di 27 giorni di sciopero della fame di una donna.
C'è di che riflettere.
Aura Nobolo