Polemica da destra e da sinistra per la presenza femminile nell'esecutivo
Mussi, Chiti, Pollastrini: "Sarebbe stato meglio averne di più"
Governo Prodi, protesta bipartisan
"Poche donne, aspettative deluse"
Prestigiacomo: "Il Professore non ha mantenuto le promesse"
L'associazione "Usciamo dal silenzio": "Distanza siderale tra promesse e fatti"
ROMA - Sei su venticinque. E solo una con portafoglio. Troppo poche: il commento è unanime. Una protesta bipartisan accoglie il primo vagito del governo Prodi. E riguarda la presenza femminile nell'esecutivo, limitata - osservano in molti - e deludente. Il numero delle donne è triplicato rispetto al governo precedente ma ciò non è motivo di soddisfazione: le aspettative erano altre, le nomine rosa sono inferiori alle attese, appena il 24 per cento dell'intero governo. Solo Livia Turco ha un ministero di peso (alla Salute). Per le altre - Pollastrini, Bindi, Melandri, Lanzillotta, Bonino - solo dicasteri senza portafoglio.
C'è qualità ma non quantità: fra i primi commenti, proprio quello della neoministro per le Pari opportunità, Barbara Pollastrini: "Avrei voluto più donne. E' chiaro che la qualità c'è, e è indiscutibile. Ma capisco anche perché serva ora, più che mai, il ministero delle Pari opportunità...". Punta il dito contro il premier anche il ministro uscente, Stefania Prestigiacomo, secondo la quale sono state "disattese" le promesse sulla presenza femminile nel governo Prodi.
Affidano la delusione a un comunicato le donne di "Usciamo dal silenzio" - quelle della grande manifestazione dello scorso gennaio a Milano - che definiscono "siderale" la distanza "fra la proposta del governo e l'equa rappresentanza", e sentono la "profonda umiliazione non solo rispetto alle promesse fatte" ma anche "rispetto al protagonismo che le donne italiane hanno portato in piazza negli ultimi mesi".
"Dove sono le donne nel governo Prodi?", si chiede Elettra Deiana, di Rifondazione comunista, mentre Adriana Poli Bortone, coordinatore di An in Puglia, sottolinea la mancanza di "credibilità e sostanza" negli incarichi assegnati alle donne e la "mortificazione" di Emma Bonino a un "ruolo secondario".
"Prodi non ha mantenuto le promesse - afferma Wanda Montanelli dell'Idv - ma del resto, erano tutti uomini a trattare". Va bene l'aumento del numero delle donne ma hanno dicasteri "leggerissimi", osserva Isabella Rauti, consigliera nazionale di parità del ministero del Lavoro. Per Erminia Mazzoni, vice segretaria dell'Udc, "Prodi ha già tradito gli italiani con le sue promesse mancate. Vorremmo sapere cosa pensano della presenza femminile nel governo le colleghe Francescato, Bonino, Binetti e Finocchiaro, che nelle scorse settimane erano intervenute, minacciando battaglia se l'impegno non fosse stato mantenuto".
"Le donne al governo? Speravo di piu", afferma Marina Sereni, vicepresidente del gruppo dell'Ulivo alla Camera, e anche per il neoministro dell'Università, Fabio Mussi, "sarebbe stato meglio se ce ne fossero state di più", sebbene 6 su 25 siano "comunque un piccolo passo avanti". La pensa allo stesso modo un altro neoministro (Rapporti con il Parlamento), Vannino Chiti, che avrebbe "desiderato che ce ne fossero di più: è un impegno che dobbiamo continuare a portare avanti".
Le donne nel governo "sono ridotte a una nota di colore" per Carolina Lussana, responsabile donne della Lega, che segnala: "Persino la Bonino, che in passato era stata candidata per essere presidente della Repubblica si deve accontentare oggi delle Politiche comunitarie".
"Non ci si aspettava che venisse seguìto il modello spagnolo o scandinavo, ma nemmeno il 30 per cento di presenza femminile, pure annunciato, è stato raggiunto", si legge nella dichiarazione congiunta delle europarlamentari dell'Unione, Pia Locatelli, Lilli Gruber, Marta Vincenzi, Luisa Morgantini, Donata Gottardi, Monica Fassoni e Pasqualina Napoletano.
E se Alessandra Mussolini osserva che "purtroppo la discriminazione di genere trova spazio sia nel centrodestra che nel centrosinistra", la first lady Flavia Prodi affida il proprio commento al titolo di una canzone: "Le donne? Diciamo che si può dare di più...".
(17 maggio 2006)