La squadra rosa rappresenta il 24% dell’esecutivo: un passo avanti ma al di sotto di aspettative e promesse. Solo la Turco (Salute) ha un bilancio proprio
Da Roma Paola Coppo
Poche e senza portafoglio. Sono sei le donne ministro del governo di Romano Prodi. Solo una, Livia Turco, si insedierà in un ministero, quello della Salute, con bilancio proprio. Le altre cinque sono Rosy Bindi (Famiglia), Emma Bonino (Politiche comunitarie), Lidia Lanzillotta (Affari regionali), Giovanna Melandri (Politiche giovanili e sport) e Barbara Pollastrini (Pari opprtunità). Un risultato che viene giudicato deludente anche se la "squadra rosa" rappresenta il 24% dell'esecutivo e si piazza alla pari con il governo D'Alema, il più rosa della storia repubblicana. Però è al di sotto delle aspettative dato che Prodi, in campagna elettorale aveva promesso una squadra per un terzo composta di donne. Certo nel suo primo governo Prodi ebbe tre donne ministro e Silvio Berlusconi ne aveva a fianco solo due. E un po' deluso si mostra anche il premier. «Il passaggio da due a sei donne nell'esecutivo è un passaggio importante. Mi aspettavo di più, comunque...» commenta. Ma la delusione, bipartisan, resta anche per lo scarso peso dei ministeri. L'amarezza più significativa è di Pollastrini: «Avrei voluto più donne. È chiaro che la qualità c'è ed è indiscutibile». Punta il dito contro il premier anche l'ex ministro azzurro Stefania Prestigiacomo, per la quale sono state «disattese» le pubbliche promesse sulla presenza femminile. Deluso anche il sindaco di Roma Walter Veltroni: «È l'unica cosa in cui questo governo avrebbe potuto meglio corrispondere alle attese». Si arrabbia l'Arcidonna: «Continua a prendere in giro le donne». Critiche dalla Fondazione Bellisario: «È una cosa indecorosa aver confermato il ghetto delle donne assegnando loro i problemi sociali e della famiglia», commenta la presidente Lella Golfo. «Dove sono le donne nel governo Prodi?» si chiede ironicamente Elettra Deiana, di Rifondazione comunista. Adriana Poli Bortone di An sottolinea la mancanza di «credibilità e sostanza» negli incarichi assegnati alle donne. Dice Wanda Montanelli dell'Idv: «Prodi non ha mantenuto le promesse. Ma del resto, erano tutti uomini a trattare». Franca Chiaromonte, presidente di "Emily", invece ringrazia Prodi «per aver mantenuto l'impegno di avere un cospicuo numero di donne nel governo, anche se avremmo voluto che la presenza femminile fosse maggiormente valorizzata». Per Erminia Mazzoni dell'Udc «Prodi ha già tradito gli italiani con le sue promesse mancate. Vorremmo sapere cosa pensano della presenza femminile nel governo le colleghe». Le donne nel governo «sono ridotte ad una nota di colore», rincara Carolina Lussana della Lega. «Speravo di piu», ammette la ds Marina Sereni. E Achille Occhetto spiega: è un aspetto della logica «di partiti fatta col bilancino, so quanto questa logica ti costringa».