Quando la politica si trincera dietro argomenti visibilmente falsi, che sono le donne stesse che non vogliono assumere responsabilità né manageriali né politiche, alcune donne sembrano essere senza argomenti.
Invece si può, e oggi l'associazione di Magistratura Democratica ci ha dato un'alta lezione politica: ha proposto per il CSM 4 donne su 5 candidature di cui è giusto qui ricordare i nomi: Marisa Ascagnino, Elisabetta Cesqui, Ezia Maccora, Fiorella Pilato insieme con Livio Pepino.
Senza provocazioni e senza forzature sono state intervistate e presentate da Serena Dandini per illustrarne le personalità e i percorsi lavorativi e personali.
Queste candidature sono il risultato di un recente percorso decisionale che MD ha portato avanti con coerenza e determinazione, e in tempi non biblici, se pensiamo che le donne sono state ammesse in Magistratura solo nei primi anni '60.
Credo che non sia più possibile, dopo il panorama recente e i passi indietro sulla rappresentanza femminile nelle ultime elezioni e nella composizione governativa, proporre quote che siano al di sotto del 50% senza incorrere in un atto apertamente incostituzionale perchè in contrasto con gli artt. 3 e 51 della Costituzione.
Simona Giovannozzi
14 Giugno 2006