Il portavoce del premier: "Adesione al Gay Pride a titolo personale e sulle unioni la linea è quella del programma"
Il ministro: "Legge sulle unioni di fatto"
Ma Prodi frena Pollastrini
Insorgono i cattolici dell'Unione, soddisfatti Verdi, Pdci e Radicali
Volontè (Udc) parla di deriva zapaterista del governo
Barbara Pollastrini, ministro per le Pari Opportunità
ROMA - L'adesione del ministro Barbara Pollastrini al Gay Pride va considerata "a titolo personale". Quanto alla linea del governo sulle unioni civili "rimane quella concordata nella fase di definizione del programma di governo". E' tassativo il portavoce di Romano Prodi, Silvio Sircana, nel prendere le distanze dal ministro per le Pari Opportunità. La quale non solo ha aderito alla manifestazione in programma domani a Torino, ma ha annunciato una legge sulle unioni di fatto. Pollastrini, in serata, è costretta a puntualizzare: lavorerò in sintonia con gli altri ministri. Però, a chi ha scarsa memoria, ricorda un brano del programma dell'Unione nel quale si fa riferimento ai diritti nelle unioni di fatto, indipendentemente dal sesso di chi ne fa parte.
A scatenare la bufera era stata la lettera del ministro agli organizzatori del Gay Pride. Penso, scriveva Pollastrini, "ad una legislazione umana e saggia per le unioni di fatto, omosessuali e non, cosa che sta a cuore a voi e a molti di noi. Penso ad urgenti provvedimenti sul lavoro".
"Mi riferisco - precisava il ministro - a una politica di risanamento che sia tutt'uno con innovazione, giustizia sociale e talenti. E cioè esprima un'idea di crescita ispirata ad una visione dinamica, tollerante, umana della società".
E ancora: "C'è bisogno di ascolto nel nostro paese e nel mondo. E' il momento che ognuno, con le sue convinzioni e funzioni, sia capace di allargare dialogo e disponibilità alle ragioni dell' altro. E anche così trovare risposte serie e condivise. Considero il valore e il rispetto della persona un bene indisponibile. E resto convinta che espandere libertà e responsabilità di ognuno sia una grande opportunità per il bene comune. Faccio parte di un governo che vuole aprire una nuova stagione".
Per il ministro, "la missione del ministero dei diritti e delle pari opportunità deve misurarsi col traguardo dell' estensione dei diritti di cittadinanza, civili, sociali. Per quanto mi riguarda ci sono parole che identificano il mio impegno".
Ora, non bastasse la presa di distanza del premier, le parole della Pollastrini scatenano una ridda di polemiche non solo da parte della Cdl, ma soprattutto dei cattolici del centrosinistra.
Puntuale, per esempio, Paola Binetti della Margherita, esprime "stupore per il fatto che il primo atto pubblico del ministro Pollastrini di cui vengo a conoscenza sia dedicato, tra tutte le possibili destinazioni, al tema delle unioni di fatto". Binetti rinvia al mittente l'idea dlele unioni di fatto sostenendo che il tema non è nel programma dell'Unione.
"Concordo con il ministro su una cosa - aggiunge Binetti - e cioè quando rivendica la necessità di leggi umane e sagge. Mi auguro che in questa legislatura non sia approvata alcuna legge che non abbia queste due caratteristiche".
Con la Binetti si schiera subito l'Udeur di Clemente Mastella che in una nota chiede che il governo "non prenda iniziative di legge sulle unioni di fatto". Anche perchè, quella sulle unioni di fatto - ricorda il partito - "è l'unica parte del programma dell'Unione che non abbiamo firmato. In ogni caso su materie di questo tipo è meglio che il governo si astenga dal prendere iniziative di legge e si rimetta alle decisioni del Parlamento".
E se il dielle Luigi Bobba se la prende con le eccessive esternazioni dei ministri chiedendo che sia il parlamento a tradurre in legge il programma dell'Unione, sul fronte opposto, quello della Cdl, la polemica ha gioco facile.
Luca Volontè, capogruppo dell'Udc alla Camera, bacchetta quella che definisce una deriva zapaterista del governo: "La rincorsa a chi è più Zapatero tra i ministri ha visto celebrità all'opera fin dal primo giorno. Dagli spinelli liberi, alla droga di stato, dai pacs alle unioni gay c'è ancora chi pensa che romano non sia Zaparodi? la Pollastrini stia serena domani sarà una diva ma il provvedimento in parlamento sarà spiumato completamente".
Il leghista Roberto Calderoli, invece, commenta con il consueto stile di sempre: "La Pollastrini annuncia la sua partecipazione ai Gay Pride. La prima cosa che mi viene in mente è il perchè una 'Pollastrini' partecipi alla festa dei capponi. Forse dovranno discutere di influenza aviaria? ".
E poi, tanto per chiarire: "Purtroppo l'argomento è serio. Il gioco c'è la famiglia e il Gay Pride, ovvero le manifestazioni della sponda sbagliata non sono altro che un attacco alla famiglia, quella basata sull'amore per mettere al mondo dei figli e non solo fondata sul sesso contro natura".
Naturalmente l'intervento di Pollastrini raccoglie anche consensi all'interno del centrosinistra. Applaudono i Verdi, la Rosa nel Pugno e i Comunisti Italiani che con Katia Belillo approvano "il coraggio della Pollastrini". I Verdi, in particolare, per voce del senatore Gianpaolo Silvestri chiedono al governo atti concreti: "E' arrivato il momento per l'esecutivo di dare risposte forti e chiare al movimento che domani scenderà in piazza. Queste richieste sono già condivise dai cittadini. Noi chiediamo: una legge contro le discriminazioni motivate dall'orientamento sessuale, il riconoscimento dei pacs, una rinnovata campagna di prevenzione per tutti, gay e non gay, sull'Aids".
Molto soddisfatti anche radicali e socialisti che a giorni presenteranno una proposta di legge sull' equiparazione tra matrimoni eterosessuali e omosessuali. "Siamo pronti a collaborare con il ministro", chiosa Capezzone.
In serata Barbara Pollastrini spiega che il suo ministero applicherà il programma dell'Unione "come è ovvio e ho già avuto modo di chiarire nella concertazione con gli altri ministri interessati alla materia".
Poi tanto per non lasciare nulla al caso il ministro delle Pari Opportunità riporta un passaggio del programma, nero su bianco: "Riconoscimento giuridico di diritti prerogative e facoltà alle persone che fanno parte delle unioni di fatto, senza che sia dirimente il genere nè l'orientamento sessuale".
(16 giugno 2006-Repubblica.it)