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MATRIMONI PRECOCI, OLTRE 9 MILA "SPOSE BAMBINE" IN GIORDANIA

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Rapporto Unicef. Un fenomeno che non accenna a diminuire e che le espone a "grandi rischi di complicazioni durante la gravidanza e ad essere vittime di abuso". Per loro anche "opportunità economiche molto più limitate" per l'impossibilità di studiare e lavorare

17 luglio 2014

ROMA - "Il 13% di tutti i matrimoni registrati in Giordania nel 2013 riguarda una ragazza con meno di 18 anni; questo significa che sono più di 9.600 le ragazze sposate con meno di 18 anni; progressi nella riduzione del numero di casi (riguardanti questi matrimoni) sono stati minimi o nulli." E' quanto dimostra un nuovo studio dell'Unicef sui matrimoni precoci in Giordania, una pratica che non accenna a diminuire.

"Tra i rifugiati siriani che vivono nel paese, il tasso di matrimoni precoci è cresciuto dal 18% (del 2012) al 25% (del 2013) di tutti i matrimoni. Gli ultimi dati mostrano che questo tasso è ulteriormente aumentato al 32% nei primi tre mesi del 2014. Prima della guerra all'interno della Siria la media dei matrimoni che coinvolgevano ragazze con meno di 18 anni era del 13%."

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Il Rappresentate Unicef in Giordania, Robert Jenkins, ha sottolineato come i matrimoni precoci possono avere impatti per tutta la vita dei bambini: "Le ragazze che si sposano prima dei 18 anni sono esposte a grandi rischi di complicazioni durante la gravidanza e ad essere vittime di abuso. Hanno anche opportunità economiche molto più limitate a causa della loro assenza dalla scuola e possono essere intrappolate in un circolo vizioso di povertà."

Le leggi giordane fissano l'età minima legale per sposarsi a 18 anni. In ogni caso, in condizioni speciali è possibile sposarsi prima dei 18 anni. L'Unicef chiede "di mantenere, in linea con gli standard internazionali, l'età minima legale a 18 anni."

L'Unicef lavora con le altre agenzie delle Nazioni Unite, le Ong Internazionali, i partner locali, il personale scolastico, i genitori e i leader religiosi per individuare e prevenire casi di matrimoni precoci e anche per supportare le ragazze che sono già state sposate. Promuovendo l'istruzione, la sicurezza e un ambiente protettivo, le ragazze possono confrontarsi sui loro problemi e parlare con i propri genitori, le comunità e i leader religiosi; tutti giocano un ruolo importante nell'affrontare questo problema.

L'Unicef e i suoi partner sostengono le ragazze più a rischio con progetti di formazione professionale, sostegno psicologico e per poter fare altre scelte diverse dal matrimonio precoce.

Inoltre, lo studio dimostra che "le ragazze che non sono istruite hanno fino a 6 volte più probabilità di essere sposate da bambine rispetto alle ragazze che hanno frequentato la scuola. Completando anche un solo anno scolastico in più le loro possibilità di guadagnare un salario migliore cresce dal 15 al 20%."

Yasmine ha 16 anni ed è sposata da 9 mesi: "Quand'ero più piccola sognavo di diventare una fashion designer ma adesso non posso per la situazione in cui mi trovo". Suo marito ha 24 anni e sono in attesa del loro primo figlio. "Adesso sono al quinto mese di gravidanza. Certe volte provo rabbia, credo dipenda dai cambiamenti del mio corpo che mi fanno sentire diversa", ha detto.

Yasmine è una rifugiata siriana che vive in Giordania. E' nel paese da due anni. La scuola è un ricordo lontano e la maternità una realtà imminente. Secondo la madre di Yasmine "sposarsi giovani non è comune per le ragazze siriane ma l'aumento di questo fenomeno è causato anche dalla mancata frequenza a scuola, dovuta alla crisi; una volta che una ragazza sta a casa riceve proposte di matrimonio".

Yasmine non si è ancora arresa e vuole diventare fashion designer. "Mi piacerebbe iscrivermi ad un corso nel futuro ma vedremo", ha detto. La sua infanzia le è stata negata – presto diventerà madre.

http://www.redattoresociale.it

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