DOSSIER VIOLENZA NEGLI OSPEDALI, AGGRESSIONI SOPRATTUTTO ALLE DONNE MEDICO
È online ed è consultabile il dossier sulla violenza contro i medici di Continuità Assistenziale, a cura dell’esecutivo nazionale FIMMG CA.
“La storia del Servizio di Continuità Assistenziale è drammaticamente costellata da un numero impressionante di atti violenti, tra cui 3 omicidi, commessi da utenti nei confronti dei medici cui si erano rivolti per ricevere assistenza. Il continuo ripetersi di aggressioni e violenze di ogni genere contro i medici di Continuità Assistenziale ha determinato la necessità di studiare in maniera sistematica il problema della sicurezza nell’obiettivo di individuare soluzioni utili a garantire la sicurezza degli operatori. Le ricerche condotte su questo argomento dimostrano che le condizioni di rischio non sono tanto determinate dalla gestione di pazienti in stato di alterazione quanto da atti volontari perpetrati da persone “normali” che, grazie alla mancata conoscenza da parte del medico di Continuità Assistenziale dei loro dati personali, si sentono protette dall’anonimato. I medici, infatti, sono lasciati ad operare in completo isolamento, sono privi di sistemi informatici che consentano l’accesso alla rete assistenziale e la conoscenza di informazione anagrafiche, oltre che cliniche, relative agli utenti che accedono al servizio, non sono in grado, vista l’occasionalità del contatto, di instaurare un consolidato rapporto di conoscenza e fiducia che li porrebbe in condizioni di sicurezza. Abbiamo documentato nel tempo attraverso diverse indagini non solo atti occasionali – minacce, aggressioni verbali ma anche fisiche- scatenati dalla mancata soddisfazione di una richiesta ma anche, in alcuni casi, azioni premeditate da parte di particolari soggetti finalizzate al furto di denaro, di oggetti o anche di farmaci. La scarsa sicurezza delle condizioni organizzative oltre che strutturali in cui siamo chiamati a svolgere la nostra professione, sono dunque la causa principale di questa situazione. Notte dopo notte, siamo costretti ad operare in situazioni rese potenzialmente pericolose dall’attuale modello organizzativo, nella totale indifferenza delle Aziende Sanitarie, cui le vigenti norme contrattuali assegnano in maniera esclusiva la scelta degli standard qualitativi degli strumenti e delle strutture messe a disposizione dei medici ( nel 65% dei casi donne) per erogare le attività assistenziali”.
Tommasa Maio
Segretario Nazionale FIMMG CA