IL SANGUE DELLE MADRI DI KABUL E LA CRUDA VERITÀ SUI FIGLI DELLA SURROGATA
[...] Bisogna precipitare nell’inferno criminale di Kabul, ascoltare il pianto disperato di un bimbo brutalmente sottratto a sua madre per riconoscere la nuda e cruda verità? Ce lo chiediamo dopo aver visto le immagini altrettanto sconvolgenti di altri bambini ammassati lontano da chi li ha messi al mondo. Niente fori di proiettile sul soffitto, ma lampadari di cristallo, niente lettini di ferro ma cullette trasparenti, niente fasce insanguinate ma palloncini, orsacchiotti, peluche, non c’è un ospedale ma un hotel stellato. “Buongiorno cari genitori, mi chiamo Marina – spiega l’amministratrice dell’hotel Venezia di Kiev dove la Biotexcom, colosso della maternità surrogata in Ucraina, ha stipato 46 neonati commissionati da cittadini europei, tra i quali molti italiani -. I vostri bambini sono monitorati giorno e notte dalle nostre babysitter nella stanza materna. Ogni giorno le tate passeggiano con loro all’aria aperta e li lavano. Ci spezza il cuore questa situazione, ma speriamo che a breve i genitori possano arrivare dai loro figli”.
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