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 : ELEZIONI: DONNE SCRIVONO A NAPOLITANO SU DIGIUNO MONTANELLI
Inviato da webmaster il 8/4/2008 21:21:51 (777 letture)

ELEZIONI: DONNE SCRIVONO A NAPOLITANO SU DIGIUNO MONTANELLI =
(AGI) - Roma, 8 apr. - Nel giorno in cui la responsabile della
Consulta Donne dell'Idv, Wanda Montanelli, tocca il record del
2006 di 27 giorni senza alimentarsi, un drappello di donne, da
Daniela Brancati, capolista del Ps al Comune di Roma, ad Aura
Nobolo, Presidente dell'Osservatorio Nazionale Europeo per il
Rispetto delle Pari Opportunita' (Onepro), a Francesca Costa e
Anna Rossi, entrambe docenti della Consulta Donne Idv, chiede
l'intervento del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
perche' "cessi questo assordante silenzio e siano restituiti i
diritti di cittadinanza politica e la dignita' a tutte le donne
d'Italia".
Nella lettera-appello al Presidente della Repubblica si
dice "ci rivolgiamo a Lei quale supremo garante della liberta'
democratica di espressione e dei principi costituzionali di
uguaglianza e di promozione delle pari opportunita' tra donne e
uomini. Sapendo quanto ad Ella stia a cuore la questione dello
squilibrio persistente in Italia a danno delle donne nella
rappresentanza politica auspichiamo un Suo pronunciamento su
una vicenda da troppo tempo tenuta sottaciuta dalla gran parte
dei mezzi di informazione di massa". (AGI)
Pat (Segue)
081401 APR 08

ELEZIONI: DONNE SCRIVONO A NAPOLITANO SU DIGIUNO MONTANELLI (2)=
(AGI) - Roma, 8 apr. - E' dall'11 marzo che la Montanelli - si
legge nella lettera-appello al Presidente della Repubblica - ha
cominciato lo sciopero della fame contro "il deserto" delle
opportunita' per l'impegno femminile in politica, chiedendo il
riconoscimento dei diritti di cittadinanza femminile in
applicazione degli articoli 2, 3, 51 della Costituzione e delle
leggi europee e delle altre tra cui la 157/99 sulla "Promozione
delle Donne alla politica".
"Il blog di Wanda
http://www.comitatoperwandamontanelli.com/ e' attivissimo e
riceve quotidianamente centinaia di messaggi di solidarieta' da
parte di uomini e donne che non tollerano oltre questo scarso
rispetto per la componente femminile e ritengono sia giunta
l'ora di colmare il colpevole ritardo che separa il nostro
Paese da tutte le piu' progredite democrazie del mondo", recita
la lettera-appello. "Lo sciopero della fame di Wanda e' a
favore della presenza femminile in politica e nei gangli vitali
delle istituzioni, percio' - scrive il drappello di donne al
Presidente della Repubblica - ha ancora senso adesso,
nonostante il tempo per presentare le candidature sia ormai
scaduto e una volta di piu' si e' constatato, analizzando la
composizione delle liste, lo scarsissimo peso che le donne
hanno nella politica italiana".
"La Dottoressa Montanelli ha anche intrapreso una causa
civile contro l'On. le ministro Antonio Di Pietro, citandolo,
fra l'altro, per il suo caso di discriminazione con relativo
danno esistenziale - si legge nella lettera-appello - Ma questo
non e' sufficiente a interessare la stampa, e pochi giornali
dedicano attenzione allo sciopero della fame di Montanelli. Un
numero di certo assai inferiore a quello che si muove quando un
uomo digiuna per protesta".
Cosi' conclude la lettera-appello a Napolitano. "Siamo
molto preoccupate, dopo 24 giorni di digiuno, per la salute
della Dottoressa Wanda Montanelli che, ha gia' confermato, non
intende interrompere ne' recedere da questa sua protesta
dignitosa. Nonostante le nostre insistenze, la Montanelli ha
deciso di proseguire ad oltranza, fino a quando non rilevera'
un segnale che confermi che la sua protesta e' stata recepita.
Siamo preoccupate, Signor Presidente, perché la Montanelli,
oltre che donna impegnata nel sociale e nella politica, e' una
donna e una mamma energica e vitale che sta rischiando la
propria vita. Il disinteresse della maggior parte dei media per
la sua lotta, non fa che umiliare ancora di piu' il suo essere
inteso come persona umana". (AGI)
Pat APR 08

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Inviato da webmaster il 2/4/2008 11:42:17 (798 letture)

Il 2 aprile 2008, alle ore 18, a Roma, presso l’Ateneo Impresa di c.so Vittorio Emanuele II, 18 dibattito aperto su "Le donne e la città: se vivere nella Capitale è difficile per tutti, per le donne lo è sicuramente di più. Come può Roma diventare una città amica delle donne?" E' la domanda a cui rispondono l’eurodeputata PIA ELDA LOCATELLI (Presidente Internazionale Socialista Donne), IVA TESTA (Giornalista RAI), MARIA GIGLIOLA TONIOLLO (Responsabile Nazionale Dipartimento Nuovi Diritti - CGIL) e DANIELA BRANCATI (Capolista Partito Socialista al Comune di Roma).

Daniela Brancati ha deciso di mettere la sua campagna elettorale a disposizione di Wanda Montanelli, esponente dell'Italia dei Valori al ventiduesimo giorno di sciopero della fame in segno di protesta contro la mancanza di candidature femminili all'interno del suo partito.
La Montanelli ha intentato un’azione legale nei confronti di Antonio Di Pietro, in quanto Presidente dell'Italia dei Valori, per la distrazione di fondi da parte del partito (600.000 euro), originariamente destinati alla partecipazione attiva delle donne alla politica e diversamente utilizzati


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hai visto il coyote?
www.ilcoyote.info
per chi mangia tutto ma è stanco di bersele tutte

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 : 
Inviato da webmaster il 30/3/2008 12:10:38 (749 letture)

Roma, 29 marzo 2008
Casa Internazionale delle Donne

CONFERENZA STAMPA

LA DEMOCRAZIA INCOMPIUTA E IL DESERTO DELLE OPPORTUNITA’
PER L’IMPEGNO FEMMINILE IN POLITICA



Intervento di Wanda Montanelli:

“Il nuovo Parlamento sarà un Parlamento nominato più che eletto. […] Abbiamo bisogno che l’Italia mandi in Parlamento persone capaci, che i cittadini possano scegliere non trasformandosi in semplici notai delle decisioni delle segreterie dei partiti. […] Credo sia arrivato il momento che tutti, con i fatti e non solo con le parole, mettano finalmente i meritevoli in
condizione di emergere e di progredire”.
La composizione delle liste "non rappresenta certo un passo avanti in tema di miglioramento della classe dirigente e di criteri di selezione trasparenti dei suoi esponenti. Penso alle molte candidature fatte sulla base della 'categoria' di appartenenza piuttosto che sul valore individuale.
Cooptazione al ribasso e mancanza di trasparenza nei confronti
degli elettori sono prima di tutto il segno di una mancanza di rispetto verso l'istituzione fondamentale della nostra repubblica, il Parlamento.

Guardate, queste non sono le parole di un pericoloso sovversore. Non sono le parole della “ribelle” Wanda Montanelli, indisciplinata dirigente dell’Italia dei Valori. Questo è un virgolettato di Luca Cordero di Montezemolo di appena dieci giorni fa. Partiamo da questo dato.
La realtà incontrovertibile è che in Italia esiste in questo momento un deficit democratico e quanto più il tempo passa tanto più il gap con tutte le altre democrazie avanzate del mondo va ad accrescersi senza che noi si faccia nulla.
Vi sono partiti, come l’Italia dei Valori, in cui non soltanto non viene fatto il minimo sforzo per invertire questa tendenza negativa, ma addirittura si ha la sensazione, quanto a pari opportunità e rispetto della componente partitica femminile, che ci si adoperi nel senso contrario. Usare il “Porcellum” in modo sconsiderato, per definire la solita lista di neoparlamentari uomini, per di più con l’aggravante di averli prelevati per grandissima parte dalla cosiddetta “società civile” ignorando quanto di buono è stato fatto in tanti anni da tutte quelle donne, ma anche quegli uomini, che all’interno del partito hanno speso per un ideale la propria vita, lo considero un atto di autentica barbarie politica. E’ un inaccettabile gesto di prepotenza rispondente a logiche del tutto estranee alla democrazia intesa nel senso più puro ed elevato del termine.
Privare una parte del partito, quella femminile, quella storicamente meno forte e radicata, delle risorse previste per legge per la promozione politica delle donne è, anche questo, un qualcosa di profondamente sbagliato, che non va bene e che sa di beffa in aggiunta al danno.
La mia è una causa pilota. Una modalità nuova, diversa, inesplorata per ottenere i diritti politici costituzionalmente garantiti. Non si dovrebbe arrivare a tanto, lo so, sono la prima a riconoscerlo. Ma nello stesso tempo sono perfettamente consapevole che non c’era altro da fare. Voglio che sia chiaro a tutti: non esiste una via percorribile per superare i tanti, infiniti ostacoli frapposti sul cammino delle donne da chi in questo Paese detiene il potere. Dieci anni sono lunghi, ho già provato tutto il provabile. Tutti i percorsi onesti e dentro i confini della legalità. Avverto la necessità di questa azione legale perché dopo aver tentato ogni tipo di mediazione politica e intrapreso con fattivo impegno ogni possibile dialogo, ho trovato null’altro che deserto.
Lo sciopero della fame c’è già stato nel 2006, sono giunte le lettere di Prodi e di Di Pietro che mi invitavano dopo 27 giorni a smettere e assicuravano una maggiore attenzione in futuro alle donne. Promesse di cambiamento non solo non mantenute ma che si sono rivelate delle vere e proprie prese in giro, viste nell’ottica del legittimo riconoscimento e della valorizzazione delle esponenti politiche impegnate, ad ogni livello, nel partito Italia dei Valori.

Abbiamo raccolto le sottoscrizioni (120 mila firme è stato il risultato) e presentato, con l’UDI, una proposta di legge di iniziativa popolare per introdurre un tangibile riequilibrio tra i generi in ogni settore della società: “50 e 50 ovunque si decide” è l’efficace sintetico slogan ideato dalle amiche dell’Unione Donne in Italia. Bene, nel caso dell’Italia dei Valori, lo dico con profondo dispiacere, quasi con dolore, questo slogan è pura fantascienza. Ho chiesto, prima della definizione delle liste dei candidati, di collocare in testa alle liste “7 magnifiche donne”, cioè, appena 7 esponenti femminili dall’altissimo profilo personale, da scegliersi insieme, sulla base anche dell’impegno profuso negli anni nella costruzione di quella casa comune che è l’Idv . Una richiesta fatta, peraltro, conoscendo la tipologia e la forma mentis dell’interlocutore. Un’istanza, quindi, molto, ma molto al di sotto del “minimo sindacale”. Le liste dell’Italia dei Valori poi le avete viste, sono pubbliche e pubblicate e direi che purtroppo si commentano da sole.
Tra l’altro nel 2006, quando feci il mio primo sciopero della fame, lanciai già un allarme molto circostanziato: feci presente, dati alla mano, che in termini percentuali la proposta di presenze femminili in condizioni di concreta eleggibilità era irricevibile. E non soltanto per me ma per chiunque avesse davvero a cuore le sorti della componente femminile e le sue dinamiche di sviluppo. Ci furono le elezioni, si insediarono i nuovi parlamentari e tutti i più attenti notisti politici presero coscienza del fatto che – ahimé - nonostante le smentite di rito e le accuse di allarmismo che mi furono rivolte, la mia non era stata una previsione errata ma anzi somigliava molto ad una fotografia scattata anzitempo. Lo ricordo a giovamento di chi non seguì da vicino le vicende del nostro partito: su 25 parlamentari eletti (o nominati, se preferite), le donne furono appena 3. Due delle quali - cioè la senatrice Franca Rame, e l’on. le Federica Rossi Gasparrini - vennero “cooptate” dall’esterno del partito, senza aver condiviso il percorso evolutivo dell’Italia dei Valori. E forse non è un caso che entrambe abbiano in seguito lasciato il partito che le ha fatte eleggere. La terza parlamentare è l’on.le Silvana Mura che fra l’altro è anche la tesoriera dell’Idv. Quindi converge ora su di sé la doppia responsabilità di essere, al tempo stesso, l’unica donna eletta del partito e anche la dirigente Idv che sottoscrive i bilanci attraverso cui dovrebbe prevedersi lo stanziamento dei fondi assegnati per legge alla componente femminile. Stanziamento che non mi risulta (e non ci risulta) sia mai stato disposto.

Secondo i dati recentemente diffusi dal Parlamento Europeo l’Italia è, con appena il 16,7% di eurodeputate, al quart’ultimo posto per presenze politiche femminili a Strasburgo.
All’interno del nostro Paese la situazione non migliora. “Non possiamo ignorare la gravità dello squilibrio persistente in Italia a danno delle donne nella rappresentanza politica”. Ancora una volta non sono io a dichiararlo. E’ un parere assai più autorevole del mio: quello del Presidente della Repubblica Giorgio Napoletano, il cui recente appello per il rispetto dell’art. 51 della Costituzione, che prevede pari opportunità fra donne e uomini nell'accesso a cariche elettive, sembra essere caduto nel vuoto. Almeno scorrendo le liste delle candidature di alcuni partiti.
Pochi giorni fa sono stati resi noti anche i dati internazionali dell’Unione Interparlamentare (Uip) sulle presenze femminili nei parlamenti dei singoli stati. L’Italia è ancora mortificata al 68° posto, a distanza siderale dai ‘soliti’ Paesi scandinavi, mentre al 67° si collocano, ex-aequo, Uzbekistan e Tagikistan.
Ecco, io mi chiedo il perché di tutto questo? Quanto tempo deve ancora passare? Quale peccato dobbiamo scontare? Le donne, vorrei non lo si dimenticasse, sono colpevoli di innocenza, perché non hanno mai governato (e.. il mondo che noi vorremmo non è questo così mal gestito sotto ogni punto di vista).

La modalità “tecnica” che si segue per impedire alle donne di arrivare nei luoghi di incidenza politica, come l’Esecutivo del partito, il Parlamento o altri luoghi istituzionali, è particolarmente sottile ma, tutto sommato, non richiede grandi sforzi di fantasia. Le si costringe a rinunciare ai loro ideali confidando semplicemente nell’insorgenza, al loro interno, di sentimenti di delusione e di stanchezza a fronte delle ripetute non-gratificazioni ricevute”. Viene detto loro di arare e seminare ma poi non viene loro consentito di raccogliere i frutti. Le si fa edificare per poi assegnare la casa costruita con tanto sacrificio ad altri che magari neppure conoscono. Ve lo posso assicurare, dopo un po’ tutte e tutti mollano. Direi che è quasi fisiologico. In tanti anni ho conosciuto e visto passare centinaia, forse migliaia di persone che hanno lasciato per stanchezza, per avvilimento. Dopo anni di impegno decidono, in ventiquattrore, di andarsene. I più senza neppure sbattere la porta. Perfino chi ha deciso di lottare con me, di resistere e di opporsi a questo ingiusto stato di cose – e per fortuna sono migliaia in tutta Italia – a volte mi scrive una email per chiedere di tirarsi fuori e non ricevere ulteriori notizie perché non crede più nella possibilità di un cambiamento. In questi casi mando una email al mio webmaster con un acronimo che solo noi due sappiamo “S.R.P.cancellalo”. Sta per “Si è Rotto le P… cancellalo”.
Ecco, credete che dobbiamo tutti fare quella fine? Essere cancellati e far finta di non essere mai esistiti? Non è meglio lottare? In fondo la storia si scrive con le nostre azioni. Fatto dopo fatto, istante dopo istante. Adesso è questo che mi sento di fare: sciopero della fame e denuncia alla Magistratura. Una specie di contrappasso per Tonino Di Pietro. Un modo per ottenere, attraverso una terza via, quello che i buoni leader politici riconoscono autonomamente, affermando i diritti e la dignità delle persone meritevoli.
Se credete che non mi sia costata sofferenza prendere una decisione simile vi sbagliate. E’ come denunciare tuo fratello. Si può fare a cuor leggero? Eppure non esiste altra soluzione. O fare rispettare gli articoli 51, 2 e 3 della Costituzione o mollare, anch’io esattamente come tutti gli altri. Quei principi devono essere osservati da ognuno di noi, sì o no? Anche i partiti sono tenuti ad attenersi ai dettami costituzionali? O ci sono zone franche? Noi non vogliamo che ve ne siano. Sono oltre dieci anni che lavoriamo ispirati da un profondo senso di uguaglianza e giustizia e perché non ci siano zone franche. Per nessuno.
Non avverto né fame né freddo. Potrei digiunare chissà per quanto ancora senza raggiungere un livello di deprivazione del corpo lontanamente paragonabile al minimo esistenziale raggiunto attraverso l’umiliazione del mio spirito.
Si è acuito nell’anno appena trascorso (2007, anno europeo per le pari opportunità) lo spregio nei confronti delle tematiche femminili dell’IDV, tanto è vero che anche la festa nazionale di Vasto del 2007 è stata organizzata senza tener minimamente conto della presenza femminile, come si vede dal programma trascorso. Molte donne responsabili locali, e io stessa ci siamo rifiutate di partecipare a tale manifestazione in qualità di semplici astanti.
Adesso di nuovo queste liste discriminanti e offensive.
Sono offesa, amareggiata, sono ancora però in grado di combattere per i miei, i nostri ideali. Ecco perché siamo qui oggi.
Grazie a tutti i presenti.
Wanda Montanelli

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 : IDV:WANDA MONTANELLI,SCIOPERO FAME PER PIU'DONNE IN POLITICA
Inviato da webmaster il 27/3/2008 13:25:03 (679 letture)

(ANSA) - ROMA, 26 MAR - Wanda Montanelli, presidente della
Consulta Donne dell'Italia dei Valori, e' alla seconda settimana
di sciopero della fame per protestare contro un partito che
''discrimina la componente femminile''.
L'esponente dell'Idv, infatti, ha aperto con il suo leader
Antonio Di Pietro un contenzioso legale per denunciare una
gestione del partito che non tiene conto delle pari
opportunita'.
''Occorre una presa di coscienza collettiva da parte di tutte
le istituzioni italiane, e a maggior ragione da parte di Antonio
Di Pietro, sul problema della scarsa rappresentativita'
femminile in quasi tutti i luoghi decisionali'' dichiara
l'esponente dipietrista.
''Una presa di coscienza - aggiunge - che ancora non vi e'
stata, malgrado l'importante e innegabile passo in avanti fatto
recentemente con l'elezione di Emma Marcegaglia al vertice di
Confindustria. Dobbiamo cambiare modo di pensare e smetterla di
assumere sulla questione un unico punto di vista, magari
ripetendo a pappagallo frasi come: 'Anche voi donne, pero',
datevi da fare'. Non c'e' nulla di piu' falso e irritante. Le
donne si danno da fare. Si impegnano come e piu' degli uomini,
con competenza e intelligenza in politica come nella societa',
ma senza mai o quasi mai venir premiate. Io sono la prova
provata di questo stato di cose. Ma non solo io. Il blog
visitatissimo mi sostiene e presenta una realta' Idv altrimenti
invisibile''.
''E il prossimo sabato 29 marzo - annuncia Wanda Montanelli -
in una conferenza stampa che avra' luogo alle ore 11.30 presso
la Casa Internazionale delle Donne di via della Lungara a Roma
spieghero' i motivi che mi hanno indotto a portare il mio caso
di discriminazione nelle aule del Tribunale civile di Milano''.
(ANSA). 26-MAR-08 13:26

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 : ELEZIONI: MONTANELLI, DI PIETRO MASCHILISTA PRONTA DENUNCIA
Inviato da webmaster il 22/3/2008 19:00:00 (667 letture)

(AGI) - Roma, 22 mar. - E' all'undicesimo giorno dello sciopero della fame, fortemente provata e sofferente ma fermamente decisa a vedere riconosciuto dalla giustizia il suo 'esser donna' messo in discussione dalla gestione di Antonio Di Pietro che non esita a definire 'maschilista'. Cosi' Wanda Montanelli, responsabile del dipartimento Pari Opportunita' dell'Idv, parla della sua lotta contro "lo scarso rispetto" della componente femminile ed annuncia di aver portato il suo caso di discriminazione, con relativo danno esistenziale, nelle aule del Tribunale civile: e il 29 prossimo i suoi legali spiegheranno in una conferenza stampa l'esposto presentato. "Andar via dall'Idv dopo dieci anni di impegno e lavoro? Non ci penso neanche - spiega la Montanelli - voglio che cambino le cose nel partito e per questo mi sono rivolta al giudice: il mio digiuno e' una protesta civile, non violenta contro la gestione maschilista di Di Pietro dell'Idv". Gia' nel 2006 la Montanelli fece il primo sciopero della fame e per quell'iniziativa ebbe da Di Pietro "un cesto di fiori e la promessa che ci sarebbe stata in futuro piu' attenzione per le donne: le stesse cose poi me le disse Prodi". Passano due anni e come ricompaiono le candidature, quindi le liste per Camera e Senato "ecco che le donne spariscono di nuovo: non si tratta di quote rosa ma di riconoscimento di un impegno e di un lavoro, riconoscere che anche le donne possono stare nella politica e possono esser candidate - aggiunge la Montanelli - Le donne sono persone umane". E sul blog della Montanelli arrivano attestati di simpatia e solidarieta' di tante donne e anche uomini dell'Idv. "Si', e' un fatto che mi fa piacere", conclude la Montanelli. Ma attestati di solidarieta' le arrivano anche da altri partiti. "Potra' contare sulla mia piena solidarieta' politica ed umana", precisa Daniela Brancati, capolista nella lista socialista per Grillini sindaco. "Sono costernata nel prender atto che i media - aggiunge la Brancati - stiano ignorando la protesta, che rappresenta invece il malessere di tutta la categoria femminile. Insieme, nonostante le differenze che ci dividono politicamente, e nonostante che la lista del Ps alle comunali veda una massiccia presenza di donne, a partire da me che sono capolista, organizzeremo dibattiti ed incontri perche' l'Italia non rimanga come al solito fanalino di coda sulla scena internazionale - conclude la Brancati - rispetto alla partecipazione delle donne nei partiti". (AGI) 221645 MAR 08

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