L'errore più grande nel problema della tratta di immigrati è nella comunicazione. Si trasmettono quasi esclusivamente notizie di "apertura", come se la possibilità di restare una volta approdati nel nostro Paese fosse certa. Sarebbe invece opportuno dare spesso comunicazioni di quante persone vengono rimandate al loro paese di origine, di quanta disoccupazione c'é in Italia, di quali e quanti criminali proprietari di scafi vengono arrestati, di come chi entra in Italia deve rispettare la legge. Sarebbe necessario pubblicare statistiche sui giovani disoccupati italiani e stranieri alla ricerca di un lavoro, anche umile; di quanti sfruttatori di manodopera o di lavoro minorile vengono puniti magari con la confisca dei loro beni a scopi sociali.
La "Pubblicità Progresso" deve servire a questo. Far capire gli errori già all'origine. E siccome i Paesi da cui provengono gli immigrati clandestini vedono tutti molto la nostra tv, è necessario mandare messaggi "dissuasivi" affinché ognuno sappia che dopo aver investito cifre considervoli per attraversare il mare sulle carrette, esiste un'ampia possibilità di essere rispediti a casa, se non proprio la certezza. Bisogna ancora pubblicare messaggi in cui si faccia sapere che è stabilita per legge la "non concessione" di permessi o di cittadinanza a chi entra in Italia clandestinamente; che nel nostro Paese esiste una ferma cultura di legalità e di contrasto con seri ed efficaci mezzi dello sfruttamento e del lavoro nero; che chi entra in Italia (regolarmente e all'atto della richiesta di cittadinanza) deve, firmando una dichiarazione-giuramento, accettare tutte le norme della nostra Costituzione, le leggi nazionali e universali sui diritti della persona, sulle pari opportunità, sul rispetto delle donne, sulla libera determinazione delle stesse, sul rispetto di tutte le religioni. E con la firma del giuramento è indispensabile fare un test psicologico a conferma della reale e sincera accettazione delle regole universali, di rispetto dell'autodeterminazione delle donne, del diritto dei bambini a vivere felici, della tolleranza e comprensione versole altre culture e religioni.
Wanda Montanelli