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 : INVITO ALL'INCONTRO NAZIONALE
Inviato da webmaster il 9/10/2006 10:16:02 (686 letture)

La violenza contro le donne ci riguarda: prendiamo la parola come uomini. Il 14 ottobre a Roma incontro nazionale

“Donne e uomini: per un cambio di civiltà”




L’appello “La violenza contro le donne ci riguarda: prendiamo la parola come uomini” ha avuto un grande risultato sia per il numero (oltre quattrocento e in continua crescita) e la qualità delle adesioni raccolte che per il dibattito e l’attenzione che ha suscitato.
Proponiamo per il 14 ottobre a Roma un incontro nazionale per discuterne i contenuti e costruire insieme nuove occasioni di iniziativa e riflessione e per prendere pubblicamente posizione non solo sulla violenza contro le donne e le “misure”di cui giornali e politica discutono per contrastarla, ma anche su ciò che questa violenza dice della sessualità maschile e delle relazioni tra donne e uomini e del nostro desiderio di una loro nuova qualità.

Non vogliamo che questa occasione si riduca al banale evento mediatico degli uomini che “parlano della violenza” ma ci impegniamo invece a proporre modalità e linguaggi capaci di interrogare e far parlare l’esperienza e la sensibilità di ognuno di noi.

L’incontro è aperto a tutti e tutte coloro che vogliono costruire con noi un percorso di riflessione e iniziativa. Il confronto con le donne sarà anche in questa occasione prezioso come lo è stato nelle esperienze che lo hanno preceduto. Al tempo stesso crediamo che il senso di questa iniziativa sia nel rappresentare una visibile e autonoma presa di parola di uomini su temi che vedono ancora oggi un grave silenzio e una grave rimozione maschile.

Sono importanti tutte le proposte di iniziative locali, lavori di gruppo, appuntamenti per dare continuità a questa grande disponibilità che abbiamo raccolto e a cui crediamo giusto dare una risposta. Per organizzarci (e capire come impostare l’incontro) abbiamo bisogno di una vostra conferma di partecipazione e di vostri contributi sull’impostazione della discussione.

Forse non c’è bisogno di sottolineare quanto sia importante la presenza e il contributo di tutti voi per far si che questa occasione si trasformi davvero in un passo avanti nel confronto tra uomini e donne. Dunque vi aspettiamo:

Roma 14 ottobre 2006 presso il Teatro Due di vicolo Due Macelli (metro Piazza di Spagna)

Incontro nazionale sull’appello “La violenza contro le donne ci riguarda: prendiamo la parola come uomini”

Programma:
- ore 11.00 gruppi di condivisione e approfondimento dei temi proposti nell’appello
- ore 14.30 assemblea plenaria e dibattito.


Per info: appellouomini@libero.it

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 : FINANZIARIA: ARRIVA CONGEDO MATERNITA' ANCHE PER MAMME CO.CO.CO.
Inviato da webmaster il 8/10/2006 0:10:00 (720 letture)

Per lavoratori precari anche l'indennità di malattia
Roma, 3 ott. (Apcom) - Anche le mamme che hanno un contratto di
lavoro precario potranno avere il congedo maternità. Lo
stabilisce la Finanziairia 2007 che riconosce alle lavoratrici
donne con contratto a tempo determinato o a progetto
"entro ilprimo anno di vita un congedo di 3 mesi con retribuzione pari
al30% del reddito di riferimento".
I quasi 3 milioni di lavoratori a progetto o precari iscritti
nella gestione separata dell'Inps avranno diritto, inoltre, per
la prima volta all'indennità di malattia e ai congedi parentali.

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Articoli : 
Inviato da webmaster il 5/10/2006 0:10:00 (728 letture)

La scadenza del bando è fissata per il 31 ottobre 2006

Leggi tutto... | altri 1646 bytes | Commenti?
 : La violenza contro le donne ci riguarda: prendiamo la parola come uomini
Inviato da webmaster il 3/10/2006 0:10:00 (1255 letture)

Assistiamo a un ritorno quotidiano della violenza esercitata da uomini sulle donne. Con dati allarmanti anche nei paesi “evoluti” dell’Occidente democratico. Violenze che vanno dalle forme più barbare dell’omicidio e dello stupro, delle percosse, alla costrizione e alla negazione della libertà negli ambiti familiari, sino alle manifestazioni di disprezzo del corpo femminile. Una recente ricerca del Consiglio d’Europa afferma che l’aggressività maschile è la prima causa di morte violenta e di invalidità permanente per le donne fra i 16 e i 44 anni in tutto il mondo . E tale violenza si consuma soprattutto tra le pareti domestiche.

Siamo di fronte a una recrudescenza quantitativa di queste violenze? Oppure a un aumento delle denunce da parte delle donne?
Resta il fatto che esiste ormai un’opinione pubblica e un senso comune, che non tollera più queste manifestazioni estreme della sessualità e della prevaricazione maschile.
Chi lavora nella scuola e nei servizi sociali sul territorio denuncia poi una situazione spesso molto critica nei comportamenti degli adolescenti maschi, più inclini delle loro coetanee femmine a comportamenti violenti, individuali e di gruppo.

Forse il tramonto delle vecchie relazioni tra i sessi basate su una indiscussa supremazia maschile provoca una crisi e uno spaesamento negli uomini che richiedono una nuova capacità di riflessione, di autocoscienza, una ricerca approfondita sulle dinamiche della propria sessualità e sulla natura delle relazioni con le donne e con gli altri uomini.

La rivoluzione femminile che abbiamo conosciuto dalla seconda metà del secolo scorso ha cambiato radicalmente il mondo.
Sono mutate prima di tutto le nostre vite, le relazioni familiari, l’amicizia e l’amore tra uomini e donne, il rapporto con figlie e figli. Sono cambiate consuetudini e modi di sentire. Anche le norme scritte della nostra convivenza registrano, sia pure a fatica, questo cambiamento.

L’affermarsi della libertà femminile non è una realtà delle sole società occidentali. Il moto di emancipazione e liberazione delle donne si è esteso, con molte forme, modalità e sensibilità diverse, in tutto il mondo.
La condizione della donna torna in modo frequente nelle polemiche sullo “scontro di civiltà” che sarebbe in atto nel mondo. Noi pensiamo che la logica della guerra e dello “scontro di civiltà” può essere vinta solo con un “cambio di civiltà” fondato in tutto il mondo su una nuova qualità del rapporto tra gli uomini e le donne.

Oggi attraversiamo una fase contraddittoria, in cui sembra manifestarsi una larga e violenta “reazione” contraria al mutamento prodotto dalla rivoluzione femminile. La violenza fisica contro le donne può essere interpretata in termini di continuità, osservando il permanere di un’antica attitudine maschile che forse per la prima volta viene sottoposta a una critica sociale così alta, ma anche in termini di novità, come una “risposta” nel quotidiano alle mutate relazioni tra i sessi.
Un altro sintomo inquietante è il proliferare di mentalità e comportamenti ispirati da fondamentalismi di varia natura religiosa, etnica e politica, che si accompagnano sistematicamente a una visione autoritaria e maschilista del ruolo della donna. Queste stesse tendenze sono però attualmente sottoposte a una critica sempre più vasta, soprattutto – ma non esclusivamente – da parte femminile

La recente cronaca italiana ci ha offerto alcuni casi drammatici, eclatanti che rivelano anche modi diversi di accanirsi sul corpo e sulla mente femminile.
Una ragazza incinta viene seppellita viva dall’amante, che non vuole affrontare il probabile scandalo. Un fratello insegue e uccide la sorella, rea di non aver obbedito al diktat matrimoniale della famiglia. Un immigrato pakistano uccide la figlia, aiutato da altri parenti maschi, perché non segue i costumi sessuali etnici e religiosi della comunità. In alcune città si susseguono episodi di stupro da parte di giovani immigrati ma anche di maschi italiani. Sono italiani gli stupratori di una ragazza lesbica a Torre del Lago. Italiano l’assassino che a Parma ha ucciso con otto coltellate la ex fidanzata, che perseguitava da qualche anno. Ultimo caso di una lunga scia di delitti commessi in questi ultimi anni in Italia da uomini contro le ex mogli o fidanzate, o contro compagne in procinto di lasciarli.

Il clamore e lo scandalo sono alti. In un contesto di insicurezza (in parte reale, in parte enfatizzata dai media e da settori della politica), di continua emergenza e paura per le azioni del terrorismo di matrice islamica e per le contraddizioni prodotte dalla nuova dimensione dei flussi di immigrazione, nel dibattito pubblico la matrice della violenza patriarcale e sessuale è stata spesso riferita a culture e religioni diverse dalla nostra.
Molte voci però hanno insistito giustamente sul fatto che anche la nostra società occidentale non è stata e non è a tutt’oggi immune da questo tipo di violenza. E’ anzi possibile che il rilievo mediatico attribuito alla violenza sessuale che viene dallo “straniero” risponda a un meccanismo inconscio di rimozione e di falsa coscienza rispetto all’esistenza di questo stesso tipo di violenza, anche se in diversi contesti culturali, nei comportamenti di noi maschi occidentali.
Si è parlato dell’esigenza di un maggiore ruolo delle istituzioni pubbliche, sino alla costituzione come parti civili degli enti locali e dello stato nei processi per violenze contro le donne. Si è persino messo sotto accusa un ipotetico “silenzio del femminismo” di fronte alla moltiplicazione dei casi di violenza.

Noi pensiamo che sia giunto il momento, prima di tutto, di una chiara presa di parola pubblica e di assunzione di responsabilità da parte maschile. In questi anni non sono mancati singoli uomini e gruppi maschili che hanno cercato di riflettere sulla crisi dell’ordine patriarcale.
Ma oggi è necessario un salto di qualità, una presa di coscienza collettiva.

La violenza è l’emergenza più drammatica.
Una forte presenza pubblica maschile contro la violenza degli uomini potrebbe assumere valore simbolico rilevante. Anche convocando nelle città manifestazioni, incontri, assemblee, per provocare un confronto reale.
Siamo poi convinti che un filo unico leghi fenomeni anche molto distanti tra loro ma riconducibili alla sempre più insopportabile resistenza con cui la parte maschile della società reagisce alla volontà che le donne hanno di decidere della propria vita, di significare e di agire la loro nuova libertà:

Il corpo femminile è negato con la violenza.
Ma viene anche disprezzato e considerato un mero oggetto di scambio (come ha dimostrato il recente scandalo sulle prestazioni sessuali chieste da uomini di potere in cambio di apparizioni in programmi tv ecc.). Viene rimosso da ambiti decisivi per il potere: nella politica, nell’accademia, nell’informazione, nell’impresa.
Lo sguardo maschile – pensiamo anche alle organizzazioni sindacali – non vede ancora adeguatamente la grande trasformazione delle nostre società prodotta negli ultimi decenni dal massiccio ingresso delle donne nel mercato del lavoro.
Chiediamo che si apra finalmente una riflessione pubblica tra gli uomini, nelle famiglie, nelle scuole e nelle università, nei luoghi della politica e dell’informazione, nel mondo del lavoro.
Una riflessione comune capace di determinare una sempre più riconoscibile svolta nei comportamenti concreti di ciascuno di noi.

Primi firmatari
Alberto Leiss, Marco Deriu, Stefano Ciccone, Jones Mannino, Massimo Michele Greco, Sandro Bellassai, Claudio Vedovati.

Adesioni
Davide Rossi, Umberto Varischio, Gianfranco Proietti, Luca Proietti, Giuseppe Colosi, Lino Giaccone, Diego Bortolameotti, Francesco Lauria, Beppe Pavan, Daniele Barbieri, Roberto Poggi, Massimiliano Luppino, Andrea Baglioni, Luigi Zoja, Fausto Perozzi, Alessio Surian, Gianluca Borghi, Mattia Toscani, Eugenio Caggiati, Marcello Acquarone, Attilio Mangano, Roberto Illario, Daniele Bouchard, Luciano Sartirana, Corrado Roncaglia,, Franco Toscani, Giacomo Mambriani, Marco Cazzaniga, Gianni Ferronato, Livio Dal Corso, Carlo Marchiori, Marco Sacco, Vanni Bertolini, Francesco Camattini, Luciano Marmocchia, Giuseppe De Nigris, Marco Cervino, Gianni Caligaris, Domenico Matarozzo, Sandro Mezzadra, Stefano Sarfati Nahmad, Alberto Moreni, Enrico Ottolini, Vittorio Cotesta, Alessandro Bosi, Franco Caldera, Ettore Lo Maglio Silvestri, Goffredo Fofi, Cesare Del Frate, Daniele Licheni, Nicola Sinopoli, Enrico Euli, Roberto Verdolini, Antonio D’Andrea, Silvano Cogo, Christian Carmosino, Sandro Coccoi, Giacomo Truffelli, Gianfausto De Dominicis, Michele Citoni, Franco Insalaco, Gigi Malaroda, Andrea Rigon, Nicola Negretti, Nicola Ricci, Mario Gritti, Gianfranco Neri, Osvaldo Pieroni, Andrea Lavagnoli, Antonio Cinquantini, Paolo Scatena, Antonio Canova, Michele Poli, Domenico Rizzo, Stefano Montali, Fernando Lelario, Alessio Miceli, Alessandro Quintino, Gabriele Galbiati, Renato Sebastiani, Giuliano Dalle Mura, Stefano Vinti, Pietro Craighero, Rino Genovese, Giampiero Bernard, Lorenzo Di Santo,// Davide Larizza, Tonino Soldo, Davide Fantazzina, Gianluca Ricciuto, Ubaldo Coccoli, Pierangiolo Berrettoni, Nicola Briguglio, Fabio Arras, Sergio Bellucci, Giorgio Gallo, Carlo Simionato, Gianfranco Iannuzzi, Marco Capovilla, Stefano Galieni, Enrico Peyretti, Stefano Dall’Agata, Andrea Cozzo, Antonio Versari, Saverio Aversa, Sandro Campanini, Gaetano Stella, Pasquale Voza, Luigi Dotti, Enzo Zampella, Claudio Calcaterra, Enzo Zampilla, Hamadi Zribi, Massimo Bucca, Giuliano Dolfi, Iacopo Venier, Marcello Gidoni, Gianguido Palumbo, Arcangelo Patone, Giuliano Ciampolini, Sergio Sinigaglia, Giuseppe Reitano, Luca Baccelli, Alberto Burgio, Franco Brughiera, Fernando Giarrusso, Danilo Bruno, Vito Dileo, Giovanni Papa, Sergio Benassai, Fabio Visentin, Claudio Berlengiero, Oscar Agostani, Lino Balza, Mauro Castagnaro, Pasquale D’Andretta, Mauro Traverso, Fausto Concer, Fabio Amodio, Marco Trotta, Giorgio Guelmani, Enio Sartori, Lapo Casetti, Amedeo Di Gregorio, Michele Grandolfo, Mario Bucci, Alberto Picchio, Salvatore Tassinari, Ennio Cirnigliano, Giulio Petrilli, Flavio Attolini, Sergio Manduchi, Ico Gasparri, Lorenzo Bigini, Paolo Buffoni, Alfredo Simone, Roberto Abbati, Peppino Coscione, Giuliano Giuliani, Orazio Leggiero, Giacomo Lanza, Franco Masini, Aldo Tortorella, Paolo Serra, Aldo Tarascio, Gianni Giovanetti, Paolo Bosi, Federico La Sala, Gianni Pelosi, Nicola Triggiani, Fabio Cittolini Morassutti, Stefano Melandri, Michele Lalla, Cesare Parstarini, Bruno Pizzica, Andrea Ricci, Toti Domina, Lucius F.Schlinger, Simone Paoletti, Massimiliano Androni, Fiorello Ghiretti, Andrea Dotti, Francesco Scalari, Lorenzo Buratti, Davide Carmarino, Roberto Zanzucchi, Luca Dotti, Marino Muratore, Pasquale Casentino, Giovanni Mottura, Antonello Schiavone, Andrea Bagni, Luca Vetrice, Gad Lerner, Giacomo Marramao, Nanni Balestrini, Aluisi Tosolini, Giuseppe Cotturri, Federico Bergonzi, Pietro Orsatti, Francesco Casaretti, Mario Attorre, Rosario Nicchitta, Augusto Colombo, Luciano Devescovi, Piero P. Giorgi, Virgilio Merola, Cirus Rinaldi, Franco Fuselli, Fausto Piazza, Franco Giordano, Edoardo Trotta, Giancarlo Colombo, Robertino Barbieri, Massimo Quinzi, Andrea Ciantar, Gianni Piffari, Italo Porcile, David Muñoz G., Ass. Aspettare Stanca, Maschile Plurale, Il Cerchio degli uomini, Medicina democratica – Movimento di lotta per la salute – Milano, Medicina democratica – Movimento di lotta per la salute – Alessandria, Centro Studi GLTQ –Dipartimento P. O. Italia dei Valori - Sergio Pontiggia Sociologo del Lavoro, esperto in Mobbing - Leader La Ruota dei Pensionati-
Alessandro Milani-
(231)
per adesioni: appellouomini@libero.it Sito web: http://www.donnealtri.it

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Articoli : Omniroma-FONDAZIONE BELLISARIO, A PIAZZA VERDI LA NUOVA SEDE
Inviato da webmaster il 1/10/2006 9:50:00 (653 letture)

(OMNIROMA) Roma, 28 set - "Il
metaforico taglio del nastro della nuova e prestigiosa sede della
Fondazione Marisa Bellisario è previsto per stasera alle 19. D'ora in
poi, a ospitare il via vai di imprenditrici e delegazioni estere di
donne sarà un elegante palazzo d'epoca nella splendida cornice di
piazza Verdi, ai Parioli". A comunicarlo, una nota della Fondazione.
"La nuova sede - continua la nota - inaugura anche un nuovo
corso che mira a fare della Fondazione un moderno e vitale polo
culturale della Capitale. A partire dall'autunno, infatti,ospiterà un fitto
programma di appuntamenti culturali, incontri,conferenze, la creazione
di una rete di lobby con riunioniperiodiche, seminari, workshop.
Insomma, la Fondazione
Bellisario si candida a diventare un centro polifunzionale in
cui non solo far convergere l'eccellenza del panorama culturale
e imprenditoriale italiano ma da cui irradiare una serie di
proposte e iniziative a lungo termine e con ricaduta su tutto il
territorio nazionale".

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