"Su pubblicità, donne e ruoli istituzionali"
Nel nostro Paese, fortunatamente, le donne sono libere, anche di fare le pubblicità che vogliono. Così come, se lo ritengono, sono libere di boicottare le imprese che si avvalgono di pubblicità eventualmente ritenute lesive della propria dignità. Di sicuro non hanno bisogno di tutor istituzionali, vieppú se questi non si limitano solo ad esprime un'opinione, condivisa o meno ma legittima, ma pretendono di imporre a tutti la loro sensibilità.
Compito degli amministratori é lavorare per politiche di sviluppo, che creino opportunità e accrescano benessere per tutti: cittadini e imprese. Dunque pensare e proporre politiche che incentivino e sostengano l'economia, cioé le imprese, a partire da quelle artigiane e del commercio. Trovo singolare, invece, che siano proprio degli amministratori a lanciare una campagna contro un artigiano che commercializza il suo prodotto attraverso una pubblicitá che può, al limite, essere ritenuta di cattivo gusto, ma non certo lesiva di alcuna dignità. Le istituzioni hanno bisogno di visoni laiche per assolvere al proprio mandato di rappresentanza e tutela di tutti: dunque, i talebanismi, che devono essere banditi da ogni società, a maggior ragione divengono incompatibili con le istituzioni.
Chi ricopre ruoli istituzionali dovrebbe essere più attento e soprattutto spiegare con quale veste lancia i propri strali. Soprattutto quando questi non rappresentano la posizione della maggioranza o della giunta di cui si fa ancora parte, non si sa bene a quale titolo. Per questo sarebbe molto più corretto continuare a lavorare per la città e per i cittadini e lasciar perdere polemiche capziose che sanno più di stantio vetero femminismo più che di battaglia in difesa dei diritti delle donne. Anche perché i problemi della città e del territorio sono ben altri e molto più gravi, e non è certo scagliandosi contro una gelateria che si possono risolvere.
Eugenio Fusignani - Segretario PRI Ravenna