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“Non conta ciò che hai tra le gambe"

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

 Ragusa - "Assistiamo in queste ore ad una polemica del tutto sterile e pretestuosa sulla composizione del governo regionale e sulla presenza di donne nel governo. Ciò che conta non è ciò che gli assessori hanno in mezzo alle gambe ma ciò che hanno in mezzo alle orecchie. E soprattutto come lo usano per il bene dei siciliani". Come se finora avessimo avuto chissà quali grandi esempi di intelligenza e incorruttibilità da parte dei politici maschi, a differenze delle donne. Tra milioni di donne siciliane, evidentemente, non sono riusciti a trovarne una con un po’ cervello. La frase è del deputato leghista all'Assemblea regionale siciliana Vincenzo Figuccia, che così si è espresso sulle quote rosa in Sicilia, cancellate con un colpo di barbetta da Musumeci nell’ultimo rimpasto nella giunta, nonostante l'Ars abbia approvato lo scorso giugno una legge che garantirebbe il 30% di alternanza di genere. Su questo punto Claudio Fava invoca l’intervento del capo dello Stato: “Sarà il caso che di questa offesa giuridica e culturale si occupi anche il presidente Mattarella, a meno che l'autonomia siciliana debba essere intesa anche come extraterritorialità rispetto alla civiltà del diritto e della storia”. 

Al posto di Bernadette Grasso, responsabile delle Autonomie locali e della Funzione pubblica - unica donna superstite della squadra del governatore - è arrivato Marco Zambuto, un esempio di coerenza e successo: saltato dal Pd a Forza Italia, alle amministrative di ottobre l'ex sindaco di Agrigento non è riuscito neanche ad approdare al ballottaggio per quanto bene aveva fatto. “Un atto becero che segna la conferma di un esecutivo per cui la parità di genere e i diritti delle donne vengono all'ultimo posto e sono perlopiù solo vuoti titoli" dichiara la segretaria regionale della Cgil, Mimma Argurio. Figuccia, ex Udc fresco riciclato sul “Carroccio” dei (dati per) vincenti, è stato attaccato soprattutto da Sinistra Comune che ne chiede le dimissioni: "Dichiarazioni imbarazzanti, indegne,  espressione del peggiore maschilismo. La sua concezione delle donne rappresenta un oltraggio alla dignità della persona e delle istituzioni. Ridurre la differenza tra uomo e donna agli organi genitali è espressione di una cultura che umilia non solo le donne ma anche gli uomini". La forma è anche sostanza, per la rete dei Cento passi: "Il linguaggio sarà censurato ma la parte peggiore di questa, eufemisticamente infelice, dichiarazione sta nel fatto che in Sicilia, purtroppo, il sesso con cui si nasce conta. E conta molto. Conta quando si paga una donna meno di un uomo (in Sicilia ben peggio del già vergognoso 11,2% di divario nazionale). Conta quando si guardano le statistiche sull'occupazione, con il record europeo di disoccupazione femminile. Conta quando si deve scegliere un incarico di vertice che, guarda caso, non vede mai una donna proposta (meno del 10% delle nomine regionali alla presidenza di un cda)”. Più che Figuccia, una Figuraccia. 

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