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sempre più donne cristiane nel mirino

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Persecuzione religiosa: anche il Pakistan figura tra i Paesi più violenti e brutali contro le minoranze cristiane.

Nella nazione asiatica essere donna e professare una fede diversa da quella musulmana è considerato un connubio pericoloso, sinonimo di inaudite violenze e raccapriccianti violazioni di diritti umani.

Dagli attacchi armati contro intere comunità cristiane al rapimento di donne non islamiche fino agli stupri e all’obbligo di conversione alla religione musulmana per giovani ragazze cattoliche, le azioni persecutorie contro i cristiani in Pakistan avanzano in modo allarmante. E, purtroppo, impunito a causa della vergognosa complicità di poliziotti, autorità, funzionari religiosi.

Cosa stanno subendo le donne in Pakistan che professano il credo cristiano?

Pakistan: la violenta persecuzione delle donne cristiane

In Pakistan peggiora la situazione dei diritti umani legati alla libertà di professare il proprio credo religioso se diverso da quello islamico.

Il Paese asiatico è diventato uno dei più temibili per chi non si dichiara musulmano, con un allarme di massimo livello soprattutto per le donne.

Da una parte ci sono le leggi sulla blasfemia, che continuano a essere utilizzate per perseguitare individui e consentire violazioni gravi delle libertà. A maggio 2020, Asia Bibi, una donna cristiana per otto anni nel braccio della morte con una falsa accusa di blasfemia, è stata finalmente rilasciata e autorizzata a lasciare il Paese con la sua famiglia. A gennaio, la Corte suprema ha confermato la decisione di assolverla, innescando manifestazioni irritate di gruppi armati.

Ma la persecuzione religiosa in Pakistan racconta storie di assoluta atrocità soprattutto contro ragazze cristiane. Una delle pratiche più diffuse, infatti, è quella del rapimento, abuso sessuale e spesso costrizione alla conversione islamica di bambine e giovanissime pakistane di fede cristiana.

Uno degli ultimi racconti provenienti dalla nazione narra di una dodicenne cristiana che sarebbe stata rapita, violentata e costretta a sposare un uomo che la teneva incatenata in un recinto per il bestiame in Pakistan, dove è stata salvata. La ragazza minorenne ha trascorso cinque mesi legata nel cortile di un uomo musulmano di 45 anni. La polizia ha salvato la giovane a Faisalabad il mese scorso.

Le vittime della persecuzione religiosa sono sempre più numerose. Ma tu puoi aiutarle e fare la differenza oggi.
Puoi farlo tramite bonifico:

Beneficiario: Aiuto alla Chiesa che Soffre ONLUS
Causale: MONEY.IT PER I CRISTIANI CHE SOFFRONO
IBAN: IT23H0306909606100000077352
BIC/SWIFT: BCITITMM

oppure online, cliccando qui in basso

DONA ORA PER AIUTARE LE VITTIME DI BOKO HARAM

Attraverso la raccolta fondi è possibile, concretamente, aiutare i perseguitati per fede e mettere finalmente fine al massacro senza tempo.

Il bilancio di questa drammatica situazione pakistana rende lo Stato uno dei più pericolosi. Sarebbero almeno 1.000 le ragazze non musulmane maltrattate ogni anno solo perché di fede cristiana o indù, le due minoranze del Paese.

Gli attivisti per i diritti umani affermano che la pratica si è intensificata durante il lockdown per il coronavirus, poiché le ragazze non vanno a scuola e sono più visibili, mentre i trafficanti, attivi sulla rete internet per trovare le loro vittime, riescono spesso a costringere famiglie disperate per povertà a lasciare andare le ragazze, proponendo loro vantaggiosi matrimoni.

Quest’ultimi, però, si trasformano presto in vere e proprie prigioni, dove le giovani cristiane sono costrette a convertirsi e a subire violenze.

La persecuzione religiosa in Pakistan allunga la lista di atrocità compiute nel mondo contro la libertà di fede.

Le vittime della persecuzione religiosa sono sempre più numerose. Ma tu puoi aiutarle e fare la differenza oggi.
Puoi farlo tramite bonifico:

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