IN PISCINA IL BAGNO IN BURKINI NON E' PIU' VIETATO

ISLAM: NAJAT REZKI, TUTTO CHIARITO IL MIO BURKINI IN REGOLA PER LA PISCINA LA DONNA MUSULMANA

AL CENTRO CASO VERONA, PREFERISCO DEFINIRLO COSTUME DA BAGNO ISLAMICO

 "Avevo caldo, e per questo non ho voluto rinunciare a una nuotata. In quell'impianto c'ero gia' stata altre volte, l'estate scorsa, e non ho avuto problemi. Lunedi', invece, e' andata diversamente. Il bagnino e il direttore non hanno voluto capire. Non mi hanno imposto di andarmene ma mi hanno chiesto di mandare via mail informazioni sulle caratteristiche del costume". Lo dichiara Najat Rezki, la donna musulmana al centro delle polemiche per aver indossato il 'burkini' in una piscina pubblica del veronese, in un'intervista al quotidiano 'La Repubblica'. La donna spiega di essere stata richiamata dallo staff tecnico della piscina affinche' fornisse spiegazioni sull'abbigliamento indossato, cioe' se fosse a norma o meno "Certo che lo e' - replica Najat - e' una tuta in nylon con pantaloni e casacca, da indossare col velo. L'ho comprata in Marocco e l'ho pagata tanto, piu' di 200 euro. E' un costume islamico che io non chiamo burkini, e' un'espressione che non mi piace. Indosso il costume islamico - sottolinea Najat - perche' non voglio privarmi delle cose che mi fanno piacere. Come il nuoto che amo tanto. Non voglio rinunciare alla mia liberta'". Sulla legittimita' o meno d'indossare 'il costume islamico', nel rispetto della tradizione musulmana, osserva Najat "non e' un'imposizione degli uomini. Io parlo per me; la mia e' una liberta' di scelta in un percorso di fede. Non la vivo come un'oppressione. Non mi sento obbligata da nessuno ma semplicemente piu' vicina a Dio. Tuttavia, anche in Marocco ci sono donne straniere e marocchine che fanno il bagno nude", conclude. 21 ago. 09 , Adnkronos.