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I MONOLOGHI DI SERENA DANDINI DANNO VOCE ALLE VITTIME DI FEMMINICIDIO... ANCHE IN USA

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"Ferite a morte" sarà prima a Washington e poi a New York. Sul palco anche ministre delle pari opportunità di vari Paesi. Per l'Italia ci sarà Cecilia Guerra

Un progetto teatrale sul femminicidio scritto da Serena Dandini sbarca negli Stati Uniti. La giornalista, scrittrice e personaggio televisivo italiano e dà voce alle vittime di tutto il mondo con una serie di monologhi tratti da fatti di cronaca. La rappresentazione teatrale "Wounded to Death", "Ferite a morte", arriva sul suolo americano per celebrare quest'anno gli 85 anni della Commissione Inter-Americana sulle Donne e il 20esimo anniversario della Convenzione di Belém do Pará (Convenzione interamericana sulla prevenzione, repressione e l'eliminazione della violenza contro le donne). Celebrazioni volute dall'Organizzazione degli Stati Americani (OSA)

Con questa iniziativa, per la prima volta l'OSA affida il tema della violenza di genere anche a un linguaggio artistico, come quello teatrale. L'evento, in programma il 19 novembre 2013 alle 19:00 presso la sede dell'OSA, è organizzato in collaborazione con l'Ambasciata d'Italia a Washington DC, con l'Osservatore Permanente italiano all'OSA ed altri partner, e fa parte del 2013 – Anno della Cultura Italiana negli Stati Uniti. Ci si può registrare allo spettacolo qui.

Sul palco della Hall of Americas saliranno per leggere i monologhi sulle vittime del femminicidio anche alcune Ministre delle Pari Opportunità dei Paesi membri dell'OSA e il Viceministro italiano con delega alle Pari Opportunità Cecilia Guerra.

Dopo oltre una quindicina di tappe tenute con grande successo nei principali teatri italiani, lo spettacolo "Wounded to death" è ora impegnato in un tour internazionale che, dopo Washington, lo vedrà rappresentato anche al palazzo delle Nazioni Unite a New York in occasione dell'International Day for the Elimination of Violence against Women (25 novembre). Lo spettacolo si sposterà poi a Bruxelles (28 novembre) e Londra (3 dicembre).

Quello della violenza sulle donne è un tema chiave per la comunità internazionale. Più di un terzo delle donne nel mondo sono vittime di violenze fisiche o sessuali, in molti casi per mano di loro partner, secondo un rapporto pubblicato lo scorso giugno dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Il rapporto - "Global and regional estimates of violence against women" - rappresenta il primo studio sistematico di dati globali sulla prevalenza della violenza contro le donne. Tra le sue conclusioni principali, la circostanza che, globalmente, il 38% di tutte le donne vittime di omicidio siano state uccise dai propri partner.

A testimonianza del proprio impegno in questo settore, l'Italia è stata tra i primi paesi del Consiglio d'Europa a firmare e ratificare la Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, che ora attende la ratifica di almeno altri cinque Stati firmatari per divenire vincolante.

In maniera analoga, la Convenzione di Belém do Pará è stata ratificata da 32 dei 34 Stati membri dell'OSA ed è entrata in vigore il 5 marzo 1995. Si tratta di una pietra miliare del lavoro della Commissione Inter-Americana sulle Donne, nonché di un presupposto fondamentale per prevenire e rispondere alla violenza contro le donne nelle Americhe e per assicurare il pieno esercizio dei loro diritti fondamentali.

Il progetto si avvale del patrocinio del Viceministro del Lavoro e delle Politiche sociali preposto all'esercizio della delega in materia di Pari Opportunità e del Ministero degli Esteri. Il tour all'estero di "Ferite a morte" è reso possibile grazie ad Eni (che dopo aver sostenuto il progetto dalle sue prime repliche, conferma il suo appoggio in questa nuova avventura oltreconfine), Gucci (ormai da anni impegnato nella sensibilizzazione e nel combattere la violenza contro le donne, attraverso il sostegno a una serie di iniziative in Italia e nel mondo) e Lavazza. Con il sostegno della Commissione Pari Opportunità di Legacoop in collaborazione con Casa Modena, e dell'Istituto Italiano di Cultura a New York.

http://america24.com

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