OCCUPAZIONE FEMMINILE 2009 -0,8%
0 *Lavoro: In 2009 occupazione femminile -0,8% al 46,4. Male Campania
Cala il tasso di occupazione femminile nel 2009 e la "maglia nera" spetta alla Campania. E' quanto emerge dal rapporto "Donne e mercato del lavoro" diffuso oggi dal ministero del Welfare. Piu' in dettaglio, si legge, nel 2009 il tasso di occupazione femminile si attesta intorno al 46,4 per cento, facendo registrare una riduzione dello 0,8 per cento rispetto al 2008. Una "performance" comunque migliore rispetto all'occupazione maschile, che invece vede nell'anno una flessione dell'indicatore di oltre 1 punto e mezzo percentuale. Resta "particolarmente disomogenea", pero', la distribuzione della quota delle donne occupate per ripartizione geografica, con il Mezzogiorno che "continua a segnare un differenziale importante rispetto al dato nazionale" e mostra, in particolare rispetto al Nord Italia, "un divario di circa 26 punti percentuali". Distanza, osserva il report, che "non si riduce di molto nemmeno rispetto al Centro del Paese (-21,4 per cento)". In questo contesto, le regioni piu' virtuose sono l'Emilia Romagna, con un tasso di occupazione femminile pari al 61,5 per cento e un "differenziale di genere" di soli 4 punti percentuali (il gap nazionale di genere e' di oltre 22 punti percentuali). Seguono Toscana e Marche, con un tasso di occupazione "rosa" al 55,4 per cento. Maglia nera del territorio e' invece la Campania, con un tasso fermo al 26,3 per cento. Inoltre e' sempre la Campania a detenere anche il peggior tasso di occupazione maschile regionale, pari al 55,7 per cento. Dal punto di vista della variazione annuale dell'indicatore di occupazione femminile, e' al contrario il Veneto ad aver pagato il maggior prezzo della crisi economica, con una riduzione del tasso dell'1,7 per cento (-1,9 e' stata la variazione del tasso di occupazione maschile rispetto all'anno prima).Sempre nel 2009, spiega ancora il report del ministero, il tasso di disoccupazione nazionale e' risultato pari a 7,8 per cento, registrando un incremento di 1 punto percentuale rispetto all'anno precedente. Dall'analisi di genere risulta che la componente maschile ha fornito il maggiore contributo a tale riduzione rispetto a quella femminile (rispettivamente +1,3 e +0,7 punti percentuali), che sembra invece aver meglio contenuto gli effetti negativi della crisi economica iniziata a meta' dell'anno 2008. Anche in questo caso "dall'analisi ripartizionale emerge la frammentazione del territorio in sottoaree particolarmente deficitarie, in cui il tasso di disoccupazione femminile sfiora il 17 per cento (Sicilia, Puglia, Sardegna), a fronte di regioni virtuose del Nord in cui solo il 5.5 per cento delle donne in cerca di occupazione risulta disoccupata (Emilia Romagna)". Tuttavia, aggiunge l'indagine, "la variazione annua del tasso di disoccupazione femminile rispetto al 2008 ha mostrato un dato piuttosto interessante nel Mezzogiorno, dove le regioni che storicamente si distinguono per le maggiori criticita' occupazionali hanno registrato una riduzione del tasso di disoccupazione femminile: Calabria -1,8 punti percentuali, Molise -1,5, Basilicata -1,3, Campania -0,8 e Sicilia -0,7 punti percentuali. Anche la riduzione del tasso maschile nel Mezzogiorno appare meno incisiva rispetto alle regioni del Centro-Nord".Quanto alla "tipologia" del lavoro femminile, sottolinea ancora il ministero, la distribuzione dell'incidenza degli occupati per settore di attivita' economica e genere rivela come i Servizi rappresentino il settore di maggior opportunita' lavorativa per le donne (49,2 per cento nel 2009) mentre il settore industriale e' per l'80 per cento a prevalenza maschile. Soprattutto "la variazione annua rispetto al 2008 mette in evidenza la crisi del settore industriale ed agricolo con perdite rilevanti in particolare per la componente femminile, mentre sembra tenere meglio il comparto dei servizi (in cui la quota di occupate mostra una leggera crescita +0,3 punti percentuali)". Infine, quanto all'organizzazione del lavoro "in rosa", nel 2009 il part-time si presenta ancora come "caratteristica predominante". Attualmente la quota del part-time rispetto all'occupazione totale e' pari al 14,3 per cento (3.281mila rispetto a 23.025mila occupati totali) di cui 28 per cento sono donne (2.579mila) contro il 5 per cento degli uomini (702mila). La variazione annua rispetto al 2008 mostra una flessione importante per la componente maschile (- 5.6 punti percentuali), a fronte di una discesa della quota di part-time femminile inferiore a un punto percentuale. Nel 2009, conclude il ministero del Welfare, sono state accertate complessivamente 406 violazioni amministrative in ordine alla tutela economica delle lavoratrici madri, a fronte delle 242 del 2008 (+67 per cento); Sempre nel 2009, si sono registrate 613 ipotesi di reato in ordine alla tutela fisica delle lavoratrici madri, a fronte delle 240 del 2008 (+155 per cento). , 30 APR 10 . (Il Velino) -