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DONNE, EMERGENZA OCCUPAZIONE AL SUD. 49MILA HANNO PERSO IL POSTO DI LAVORO. UNA CHIMERA IL TARGET DI LISBONA

 

Sud/ Svimez:In 2009 lavora meno di una donna su tre. E' emergenza Sud/ Svimez:In 2009 lavora meno di una donna su tre

 

E' emergenza 49mila hanno perso il posto di lavoro. Sempre più emigrano Roma.  Il lavoro per le donne nel Mezzogiorno riveste ormai un carattere di "vera e propria emergenza": nel 2009 al Sud lavora meno di una donna su tre e 49mila donne lo scorso anno a causa della crisi hanno perso il posto di lavoro. 646mila giovani meridionali, tra i 15 e i 29 anni, non studiano né lavorano. È la fotografia della condizione delle donne al Sud nel 2009 che emerge dal dossier Svimez, 'Il Sud e la condizione delle donne'. Le donne al Sud, si spiega, sono poco inserite nel mondo del lavoro; se giovani, spesso precarie, sottoccupate e migranti; oppure relegate ad un ruolo casalingo secondo un modello sociale tradizionale che persiste anche tra le nuove generazioni, nonostante siano state protagoniste di uno straordinario progresso nell'istruzione secondaria e universitaria. Il tasso di occupazione femminile nel 2009 al Sud è sceso al 30,6%. In altri termini, meno di una donna su tre nel Mezzogiorno lavora ufficialmente. Un dato allarmante, sottolinea Svimez, che stacca di 25 punti il resto del Paese (55,1%) e ancora di più l'Ue a 27 (58,6%). Una chimera, poi, il target di Lisbona 2010, che fissa al 60%, 30 punti in più, il tasso di occupazione femminile. Ciò, prosegue il dossier, rende le donne meridionali più vulnerabili: il rischio di povertà riguarda oltre 3 milioni e seicento mila donne meridionali, il 34% contro il 12,6% delle donne settentrionali. Percentuali in entrambi i casi sensibilmente superiori a quelle maschili. Le donne che vogliono lavorare, allora, sono costrette ad emigrare. Il principale elemento di diversità rispetto ai fenomeni migratori degli anni Sessanta è il peso della componente femminile, che rappresenta ormai stabilmente quasi la metà dei migranti e in alcune realtà territoriali costituisce la maggioranza. 29 lug. (Apcom)

 

                                               57 Donne al Sud, Svimez: meno di 1 su 3 lavora, in 646mila senza studi                            Il 34% a rischio poverta' contro il 12,6% delle donne al Nord

DONNE LAUREATE MA NON SERVE - Eppure le donne meridionali sono state protagoniste di una grande rivoluzione culturale. In rapporto alla popolazione - osserva Svimez -, le ragazze del Sud diplomate sono passate dall'85,1 per cento del 2000 al 94 per cento del 2009, circa un punto percentuale in piu' rispetto al Centro-Nord. Ancora meglio sul fronte dell'iscrizione all'Universita': dal 2004 al 2009 la quota delle diplomate del Sud che si sono iscritte all'Universita' sono passate dal 45,6 per cento al 51,3 per cento, superando cosi' sia gli uomini (35,5 per cento) che le ragazze del Centro-Nord (41 per cento). Ma studiare, per le donne, non basta: in base agli ultimi dati disponibili, del 2005, le giovani donne laureate, in oltre la meta' dei casi, svolgevano una professione che richiedeva una qualifica piu' bassa rispetto a quella posseduta, erano cioe' "sottoinquadrate".
NE' STUDIO NE' LAVORO: E SI EMIGRA - Le donne di eta' 15-29 anni che non studiano e non lavorano sono state in Italia nel 2009 1,1 milioni. Di queste - si legge ancora -, 646mila erano al Sud. In rapporto alla popolazione, cio' significa che nella fascia di eta' in esame circa una ragazza su tre nel 2009 e' fuori dal mercato del lavoro e dal sistema formativo. Cio' rende le donne meridionali piu' vulnerabili: il rischio di poverta' riguarda oltre 3 milioni e seicentomila donne meridionali, il 34 per cento contro il 12,6 per cento delle donne settentrionali. Percentuali in entrambi i casi sensibilmente superiori a quelle maschili.
Il sistema di welfare familiare e informale che ancora in molti casi e' dominante nel Mezzogiorno, si regge sulla donna, non lavoratrice, relegata ad un ruolo casalingo secondo un modello sociale tradizionale: allevare i bambini, accudire gli anziani. Nel 2006 appena 4 bambini da 0 a 3 anni su 100 hanno potuto usufruire degli asili nido, contro i 16 del Centro-Nord, circa quattro volte in meno. Non va meglio sul fronte anziani: nel 2008 la percentuale di over 65 trattati con assistenza domiciliare integrata e' stata al Sud la meta' del Centro-Nord. Le donne che vogliono lavorare, sottolinea il rapporto, sono costrette ad emigrare. Il principale elemento di diversita' rispetto ai fenomeni migratori degli anni Sessanta e' il peso della componente femminile, che rappresenta ormai stabilmente quasi la meta' dei migranti e in alcune realta' territoriali costituisce la maggioranza. Inoltre, tra i pendolari di lungo raggio (residenti meridionali che lavorano nel Centro-Nord, un'emigrazione "precaria" che non consente il trasferimento di residenza), le donne, giovani e con alti livelli di formazione, sono in costante aumento: nel 2009, sono arrivate al 23,6 per cento sul totale degli occupati fuori sede.
IL GRANDE PARADOSSO - "Il Mezzogiorno - questa la conclusione del rapporto Svimez - e' una societa' doppiamente ingiusta dove le crescente disuguaglianza sociale si combina, accentuata, con una sempre piu' marcata disuguaglianza territoriale, e a fare le spese dell'una e dell'altra sono i giovani e le donne - soggetti deboli e risorse sottoutilizzate - in un curioso e terribile paradosso: essere le punte piu' avanzate della 'modernizzazione' del Sud (persino sul piano civile) - perche' hanno investito in un percorso di formazione e di conoscenza che li rende depositari di quel 'capitale umano' che serve per competere nel mondo di oggi - e insieme le vittime designate di una societa' piu' immobile che altrove, e dunque piu' ingiusta, che finisce per sottoutilizzare o 'espellere' le sue energie migliori".

Info: http://www.ilvelino.it/

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