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IL LAVORO PER LE DONNE: STRADA IN SALITA

LAVORO: PER DONNE RESTA IN SALITA. PAGA PIU' LEGGERA E MENO OCCUPATE


Strada in salita per le donne nel lavoro: ancora nel 2010 si trovano in posizione impari rispetto ai colleghi uomini, sono pressate dagli impegni familiari in aggiunta a quelli lavorativi e, quando non sono segregate in occupazioni di basso livello e scarsa retribuzione, pur essendo piu' preparate non fanno carriera. Inoltre, particolare non di secondo piano, i loro stipendi sono sempre inferiori a quelli degli uomini. Lo dicono le ultime cifre diffuse dalla Banca d'Italia relative al 2008: la busta paga media delle donne e' del 21,4% piu' bassa rispetto a quella degli uomini, 1.221 euro al mese contro 1.553 (nel 1998 la differenza era del 19,1%) e in due anni la retribuzione femminile e' scesa del 4,6%, non solo al di sotto della media italiana: l'Italia si piazza al terzultimo posto nella classifica dei paesi occidentali piu' industrializzati. Dunque sono ancora una volta le donne a pagare di piu' per la recessione e ad essere esposte a marginalita' e poverta' come evidenziano i dati Istat secondo i quali, in Italia ''il tasso di occupazione delle donne tra i 15 e i 64 anni e' sceso nel 2009 al 46,4%'', il piu' basso in Europa a parte Malta. Solo il Mezzogiorno, ''che gia' presentava bassi tassi di occupazione femminile, ha assorbito quasi meta' del calo complessivo delle occupate (-105 mila donne)''. Nel 2009 in Italia soltanto il 28,7% delle donne con la licenza media ha un'occupazione, contro il 37,7% dell'UE. Nel nostro paese solo le laureate riescono a raggiungere i livelli europei, escludendo pero' le neolaureate, ''che presentano difficolta' d'ingesso nel mercato del lavoro''.
E per le donne in coppia e con figli le difficolta' si accentuano: ''Considerando le 25-54enni e assumendo come base le donne senza figli - spiega l'Istat -, la distanza nei tassi di occupazione e' di quattro punti percentuali per quelle con un figlio, di 10 per quelle con due figli e di 22 punti per quelle di tre o piu'. Inoltre, il peggioramento delle condizioni del mercato del lavoro imprime una battuta d'arresto alla crescita femminile nelle professioni piu' qualificate e spinge verso una ripresa del fenomeno della segregazione professionale di genere, con un rafforzamento della presenza delle donne nelle professioni gia' relativamente piu' femminilizzate. E a ben vedere anche il dato del ricorso all'aborto da parte delle donne e' una faccia della stessa medaglia se e' vero, come riferisce la Relazione annuale al Parlamento sulla legge 194 che il 48,6% fra le italiane e il 46,7% fra le straniere che ricorrono all'interruzione di gravidanza sono lavoratrici. Solo l'11,9% degli aborti fra italiane e il 22% fra straniere e' di donne disoccupate o in cerca di prima occupazione. C'e' moltissima strada da fare ancora, dunque, dentro e fuori il luogo di lavoro. Non a caso il ministero per le Pari Opportunita' proprio sulle donne che lavorano ha deciso di incentrare le attivita' per il 2010. In particolare col recepimento con un decreto legge gia' licenziato dal Consiglio dei Ministri, della Direttiva 54 che sanziona - con multe fino a 50mila euro - i datori di lavoro che discriminano le donne, obbligandoli fra l'altro a corrispondere lo stesso stipendio ad uomini e donne. Il decreto prevede, tra l'altro, il divieto di discriminazione per ragioni connesse al sesso, allo stato di gravidanza, di maternita' o paternita', anche adottive. Quanto all'accesso alle prestazioni previdenziali, viene riconosciuto alle lavoratrici il diritto di proseguire il rapporto di lavoro fino agli stessi limiti di eta' previsti per gli uomini. A oltre due secoli da Mary Wollstonecraft e dal suo ''A Vindication of the Rights of Woman'', fra le prime opere di rivendicazione femminista, per difendere i diritti di uguaglianza e pari opportunita' delle donne sono ancora necessari decreti legge. Dagli Anni Settanta ad oggi, dalle battaglie femministe al 21mo secolo molto tempo e molte battaglie sono passate - liberta' sessuale, divorzio, aborto, emancipazione, accesso all'istruzione e al lavoro - ma ancora oggi solo poco piu' del 13% delle donne occupano in Italia posti di responsabilita' e comando. E' il cosiddetto ''tetto di cristallo'', quella trasparente ma robustissima pellicola che divide le donne dai posti che contano e che, a quanto pare, non e' stato ancora scalfito. ASCA - Roma, 18 ago 10.
http://www.asca.it/

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