8 MARZO: NOTIZIE E MANIFESTAZIONI
8 MARZO: AMNESTY, NICARAGUA FERMI DRAMMA VIOLENZE SESSUALI
Il Nicaragua deve mettere la parola fine alle violenze sessuali. In occasione della festa della donna, la sezione italiana di Amnesty International si fa portavoce della campagna mondiale dell' organizzazione per la difesa dei diritti umani che chiede al governo di Managua di intervenire contro la diffusa piaga degli stupri nel Paese. Il fenomeno ha raggiunto dimensioni inaccettabili: secondo Amnesty dal 1998 al 2008 sono state 14.337 le denunce di donne e ragazze vittime di abusi. Nell' appello la ong chiede al presidente Daniel Ortega di prevenire le violenze sessuali, proteggere coloro che hanno denunciato un abuso e garantire giustizia e risarcimento alle giovani vittime di stupri. Amnesty guarda, inoltre, con preoccupazione alla legge in vigore dal 2008 che, vietando l' aborto, non lascia alle donne rimaste incinte a seguito di uno stupro alcuna possibilita' di scelta. All' interno di questa campagna la sezione italiana dell' organizzazione umanitaria ha prodotto il cortometraggio ' Fermiamo la violenza sessuale contro donne e ragazze' in cui l' attrice Maria Scorza legge alcune testimonianze di donne e ragazze che hanno trovato il coraggio di denunciare le violenze subite. (AGI Roma, 7 mar)
8 MARZO: FP - CGIL MEDICI, DONNE PENALIZZATE.POCHE PRIMARIE MOLTE PRECARIE (ASCA) - Roma, 7 mar - '' E' un 8 marzo ancora amaro per le donne che in numero maggiore scelgono la professione di medico, sempre piu' rosa con oltre il 60% tra i nuovi laureati in medicina''. Lo afferma in una nota la FP CGIL medici rilanciando i dati del Conto Annuale della Ragioneria generale dello Stato relativi al Servizio Sanitario Nazionale che '' vedono ormai il 37% di donne medico a tempo indeterminato (41.919 su 112.861) ma solo il 13% sono primarie (1,284 su 9.692). Invece tra i medici in part time le donne sono oltre il 90% (903 su 985) e tra i medici precari raggiungono il 57% (3.709 su 6.493)''. Rimangono prettamente maschili le specialita' chirurgiche (95% chirurgia maxillo facciale, 91%cardiochirurgia, 87%, chirurgia toracica, 84% chirurgia generale) mentre piu' femminili sono pediatria (56%) e circa la meta' (50%) in oncologia, anestesia, ematologia e psichiatria. '' In campo medico ancora sussiste una penalizzazione delle donne - ha dichiarato Massimo Cozza, segretario nazionale FPCGIL Medici - specchio di una struttura sociale dove le differenze biologiche troppo spesso si traducono in gerarchizzazione e precarieta'''
8 MARZO: POSTE, 53% DIPENDENTI E' DONNA
(ASCA) - Roma, 7 mar - Poste Italiane e' un' azienda per oltre la meta' in rosa. Complessivamente, le donne che lavorano in Poste Italiane sono circa 75mila, pari al 53%. In tutta Italia i direttori donna sono il 59% e dirigono 7.018 uffici su un totale di 14 mila. Circa la meta' (47%) del personale con funzione di quadro risulta essere donna. "Questi - sottolinea una nota - i numeri che fanno di Poste Italiane una delle realta' con la piu' alta percentuale femminile in Italia; di queste il 64% ha meno di cinquant' anni contro una media maschile del 50%''. Per quanto riguarda le direttrici di ufficio postale la percentuale di donne presenti e' del 59%, con un' ottima percentuale al femminile nel Nord e Centro Italia: Emilia Romagna (82%), Valle D' Aosta (76%), Piemonte (77%), Friuli Venezia Giulia (72%), Liguria (68%), Toscana (68%), Trentino Alto Adige (65%) e Umbria (66%), Marche (66%), Veneto (63%) e Lombardia (62%). Al Centro-Sud e nelle isole il numero di donne direttore supera la meta' in Sardegna (54%), nel Molise (55%) e in Abruzzo (51%). Va bene anche in Lazio (49%), Basilicata (40%) e Calabria (43%). Diventa piu' bassa la percentuale in Campania (39%), Puglia (32%) e Sicilia (32%). Significativa la presenza femminile anche ai vertici aziendali. Il 38% delle 140 Filiali (strutture responsabili della gestione degli uffici postali di un territorio) e' guidato da donne. Infine per quanto riguarda gli addetti al recapito su un totale di oltre 40mila, sono circa la meta' (18mila) le portalettere donne. L' occupazione femminile all' interno dell' Azienda risale al 1865 ed e' aumentata in modo graduale nel corso degli anni arrivando a registrare la presenza di 77 ausiliarie nel 1875. Dal 1876 al 1878, ai Telegrafi di Stato di Napoli, ha lavorato la giovane Matilde Serao, impiegata alla sezione femminile come Telegrafista Ausiliaria. Ai primi del '900 il ruolo femminile viene riconosciuto e tutelato per la prima volta ma e' solamente nel corso della prima guerra mondiale che si assiste ad un significativo aumento dell' occupazione femminile per compensare i tanti dipendenti postali chiamati al fronte.
PENSIONI: CASALINGHE, ABOLIRE DECURTAZIONE SU REVERSIBILITA'
DA DOMANI INIZIA RACCOLTA FIRME PER MODIFICA LEGGE 335
(ANSA) - ROMA, 7 MAR - Una campagna di sensibilizzazione e una raccolta firme per chiedere di abolire o ridurre la decurtazione sulle pensioni reversibili e' stata presentata nel corso di una conferenza stampa svoltasi questa mattina in Campidoglio dal Movimento italiano casalinghe. '' Dobbiamo risvegliare la coscienza dei nostri legislatori - ha detto la vicepresidente del movimento Concetta Fusco - per dare dignita' alle tante donne che vivono sotto la soglia della poverta'. E' un esercito silenzioso che purtoppo non riesce ad avere quello che il marito ha guadagnato negli anni''. Le casalinghe chiedono di modificare la legge 8 agosto 1995 n.335 per ridurre la percentuale di decurtazione a massimo il 20 per cento o di abolirla; la campagna di sensibilizzazione iniziera' domani 8 marzo in concomitanza della Festa della donna. Presente alla conferenza stampa il vicesindaco di Roma Mauro Cutrufo che ha commentato: '' E' una tematica importante che mi trova sensibile: e' giusto avere il diritto di poter usufruire del lavoro del coniuge. C' e' la volonta' di dare impulso pubblico ma anche di fare un progetto di legge che adegui la percentuale di decurtazione alle esigenze. L'importante e' risolvere il problema nel piu' breve tempo possibile''.
8 MARZO. 1911 - 2011, LA FESTA DELLE DONNE COMPIE CENTO ANNI
IN ITALIA SI CELEBRA CON LE MIMOSE DAL SECONDO DOPOGUERRA.
(DIRE) Roma, 7 mar. - Una festa e cento anni di lotte per essere Donna. Il primo passo di una lenta scalata verso la partecipazione totale delle donne alla vita sociale, politica ed economica ma anche un' occasione ' istituzionalizzata' per non dimenticare le violenze e le discriminazioni subite nel mondo. Nel 1911, infatti, l' Internazionale socialista riunita a Copenhagen ha istituito una Giornata della donna per onorare il movimento per i diritti delle donne e costruire un sostegno per realizzare il suffragio universale. In quegli anni non c' era ancora una data precisa. Furono gli Stati Uniti a celebrare per primi, il 28 febbraio del 1909, una giornata per le donne, ma la scelta cadde presto sull' 8 marzo perche' in quel giorno si contarono molti eventi: nel 1908 a New York decine di migliaia di operaie protestarono in marcia al grido di ' Pane e rose' per ottenere il diritto di voto e l' abolizione del lavoro minorile. Nel 1917, invece, in piena Prima Guerra mondiale, le donne in Russia sfilarono per chiedere la fine del conflitto: era l' 8 marzo del calendario gregoriano. Fu grazie a questi eventi che la Giornata internazionale della donna inizio' a essere celebrata in molti Paesi del mondo, pur in mancanza di una indicazione ufficiale. Solo nel 1977, durante l' Anno internazionale della donna, le Nazioni Unite hanno iniziato a celebrare la ricorrenza l' 8 marzo. In Italia la ' prima volta' della Festa delle donne risale all' 8 marzo 1946, quando l' Udi-Unione donne italiane, scendeva in piazza per ottenere pace, lavoro, istruzione, parita' salariale, servizi sociali, accesso a tutte le carriere. Vennero distribuiti migliaia di volantini, su cui era stampato il primo dei suoi simboli: la mimosa. Le donne dell' Udi hanno sempre diffuso ramoscelli di mimosa ricavando da questo gesto la principale fonte per il loro autofinanziamento. Col tempo, e' diventato il fiore di tutte, colorando di giallo luoghi di lavoro, scuole, uffici e case.
8 MARZO: FAO, INGRESSO DONNE IN AGRICOLTURA RIDURREBBE FAME NEL MONDO (ASCA-AFP) - Roma, 7 mar - '' Se le donne delle zone rurali avessero le stesse opportunita' degli uomini in termini di accesso alla terra, alla tecnologia, ai servizi finanziari, alla scolarizzazione ed ai mercati'', la produzione agricola '' potrebbe aumentare'' ed il numero delle persone che soffrono la fame '' potrebbe ridursi di 100-150 milioni di unita'''. E' la sintesi del rapporto sullo '' Stato dell' alimentazione e dell' agricoltura'' della Fao, stilato in occasione della Giornata internazionale della donna. '' Il rapporto sostiene fortemente l' eguaglianza tra i sessi in agricoltura'', ha detto il direttore Generale della Fao Jacques Diouf, sottolineando l' importanza di '' promuovere l' uguaglianza uomo donna e dare maggiori strumenti alle donne se vogliamo vincere in modo sostenibile la lotta contro fame e poverta' estrema''. Il dossier dell' organizzazione Onu per l' Alimentazione e l' Agricoltura stima che se nei paesi in via di sviluppo ci fosse parita' tra i sessi nel comparto agricolo '' la produzione potrebbe aumentare del 20-30 per cento. Questo - si legge ancora nel rapporto dell' agenzia Onu - potrebbe far aumentare la produzione agricola totale dei paesi in via di sviluppo del 2,5/4 per cento, fattore che a sua volta farebbe ridurre il numero delle persone che soffrono la fame nel mondo del 12-17 per cento, vale a dire un calo di 100-150 milioni di persone''.
DONNE. RAMPELLI: PDL PER QUOTE ROSA IN GOVERNO NAZIONALE
"CHIEDO PRESENZA 1/3 DI DONNE ANCHE NELLE SOCIETÀ PUBBLICHE".
("Insieme ad altri colleghi sto per presentare una proposta di legge che preveda l'obbligatorieta' di 1/3 di donne nelle compagini governative, (sia a livello nazionale che locale) e nelle societa' pubbliche e partecipate". È quanto dichiara in una nota il deputato del Pdl Fabio Rampelli che prosegue: "Se siamo tutti d' accordo sul fatto che esiste un ritardo culturale che non valorizza adeguatamente la donna e le sue specifiche esigenze- sottolinea Rampelli- non si capisce perche' tutto rimanga come prima. L' intervento del governo sul quoziente familiare andrebbe calendarizzato con precisione e invece non si riesce a capire se e quando si fara', viene ' congelata' al Senato la legge sulla presenza di genere nelle societa' quotate, non ci sono convincenti politiche a sostegno della maternita' e si e' costretti a constatare che 1/3 delle donne rinuncia al lavoro dopo il primo figlio e il 50% dopo il
secondo, nella stragrande maggioranza dei governi locali le donne non ci sono o sono presenti con numeri ridicoli, inserite per questioni di marketing, piu' che per rispettarne la dignita' e il ruolo nella societa'". Infine, aggiunge Rampelli, "ci sono il 90% di societa' partecipate o di enti e agenzie pubbliche che non hanno nei Cda o nel management interno una sola donna. Eppure di professioniste, imprenditrici, docenti universitarie, manager, ce ne sono a decine di migliaia La politica ha gli strumenti per dare risposte concrete, la smetta di fare demagogia indicendo manifestazioni". (DIRE Roma, 7 mar)
8 MARZO: LA SCELTA LAVORATRICI OMSA, INCENTIVI ESODO O CIGS
Trentamila euro per le dimissioni incentivate o un altro anno di cassa integrazione straordinaria con il rischio comunque di andare in mobilita' l' anno prossimo: per le lavoratrici dell' Omsa (calze) questo 8 marzo potrebbe essere un giorno di riflessione visto che entro il 12 del mese dovranno decidere se accettare un incentivo monetario all' esodo (30.000 euro se si decide di uscire entro il 12 marzo, 5.000 se si prende la decisione dopo questa data), o restare in azienda con un nuovo anno di cassa integrazione. La cassa straordinaria per i 342 lavoratori dello stabilimento di Faenza (nella stragrande maggioranza donne) scadra' il 13 marzo, e l' accordo per avere un nuovo anno di cassa andra' fatto entro il mese. Intanto sulla situazione dell' azienda e' previsto un nuovo incontro al ministero dello Sviluppo economico il 15 marzo. La Golden Lady, proprietaria del marchio Omsa ha trasferito la produzione delle calze dallo stabilimento emiliano a un impianto in Serbia. (ANSA ROMA, 7 MAR).
VIOLENZA DONNE: ALEMANNO E POLVERINI AL COLOSSEO PER ' MAI PIU' VIOLATE'
(ASCA) - Roma, 7 mar - Con lo slogan '' Mai piu' violate'' avra' luogo stasera alle ore 19.00 al Colosseo la manifestazione promossa dalla Regione Lazio e da Roma Capitale per dire no alle violenze sulle donne. Nel corso della manifestazione il presidente della Regione, Renata Polverini, e il sindaco di Roma Capitale, Gianni Alemanno, presenteranno il Manifesto programmatico contro la violenza sulle donne che sara' proiettato sul Colosseo illuminato. Un documento, come hanno spiegato Polverini e Alemanno, per lanciare misure e azioni concrete di supporto alle donne e per combattere e prevenire la violenza. La redazione del Manifesto programmatico e' stata affidata ad un gruppo di lavoro composto dall' assessore regionale al Lavoro e Formazione, Mariella Zezza, dal consigliere regionale e membro dell' Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale Isabella Rauti e dalla delegata del Sindaco alle Pari Opportunita', Lavinia Mennuni. I punti programmatici del Manifesto saranno letti al Colosseo da numerosi testimonial che hanno aderito: Tommaso Berni, Raoul Bova, Nancy Brilli, Vincenzo Cantatore, Davood Karimi, Laura Lattuada, Monica Lucarelli, Carlotta Mannu, Michele Placido, Massimiliano Rosolino, Souad Sbai, Donatella Scafati. Partecipera' il ministro per le Pari Opportunita', Mara Carfagna. Il manifesto - informa una nota - e' aperto all' adesione on-line di quanti, rappresentanti delle Istituzioni, esponenti della societa' civile e cittadini, vorranno sostenere questa iniziativa di sensibilizzazione e di interventi volti ad aumentare la prevenzione e il contrasto di qualunque forma di violenza sulle donne. (08 MAR 11)
8 MARZO. POLLASTRINI: ALTRO CHE ABOLIZIONE, MIMOSE DI LOTTA
("Una ricorrenza da abolire? No, al contrario la trasformerei in un giorno festivo vero". Cosi' Barbara Pollastrini circa le affermazioni della deputata Melania Rizzoli del Pdl che ha definito ' superata' la celebrazione. "Di superato non c' e' proprio nulla- continua- semmai c' e' molto da superare in termini di conservatorismi e pigrizie culturali. Basta scorrere la tabellina della vergogna: a parita' di merito e formazione le donne italiane sono tra le piu' penalizzate nel lavoro, nelle carriere, nella scelta di maternita', nel carico di impegni. Ma non scopriamo da ora che con istituzioni e societa' familistiche e gerontocratiche bloccate nel dinamismo sociale sono le donne e i giovani a pagare i costi piu' salati". Questa volta, continua l' ex ministro per le pari opportunita', c' e' "una ragione in piu' per ' festeggiare': siamo in tantissime a rialzare la testa e a battagliare, sono mimose di lotta". Anche grazie a ' Se non ora quando' "stiamo riscoprendo il bello della partecipazione. Nel nostro Paese nuove conquiste sono legate a parole storiche, lavoro, meriti, civismo. Nel mondo al termine ' liberta'. Ovunque alla parola diritti. Diritti umani, civili, sociali. Domani- conclude l' esponente del Pd- consegneremo i dieci milioni di firme. Perche' tutti pagano un prezzo al governo e al suo premier, ma le donne di piu'". (DIRE Roma, 7 mar.)
8 MARZO: BENI CULTURALI, INGRESSO DONNE GRATIS IN MUSEI STATO
(Il ministero dei beni culturali celebra la Festa dell' 8 marzo offrendo a tutte le donne l' ingresso gratuito in tutti i luoghi d' arte statali (musei, aree archeologiche, biblioteche ed archivi), molti dei quali per l' occasione hanno organizzato mostre, aperture straordinarie, visite guidate ed eventi a tema. ''Da sempre soggetto ispiratore per il linguaggio dell' arte: corpo e spirito, passione e sentimento, amor sacro e amor profano, madre e amante, la Donna - dice il ministero - e' stata nei secoli rappresentata in tutte le sue sfaccettature, passando nei secoli da primigenia musa ispiratrice a protagonista attiva nella stessa produzione e committenza artistica. Basta pensare per un attimo cosa sarebbe l' Arte senza la componente femminile per comprenderne il ruolo assolutamente centrale''.(ANSA ROMA, 7 MAR).
8 MARZO: ADR, DOMANI PARCHEGGIO LEONARDO DA VINCI SI TINGE DI ROSA. Domani, Aeroporti di Roma festeggera' le signore passeggere in partenza e in arrivo al Leonardo da Vinci offrendo un ramoscello di mimosa assieme a un opuscolo informativo sull' iniziativa "Parcheggi Rosa". Parcheggiare, informa una nota, sara' piu' facile per le viaggiatrici che troverranno nel parcheggio multipiano dello scalo posti auto dedicati, contrassegnati da strisce e colonne rosa, opportunamente identificati da pittogrammi sempre di colore rosa. Non solo: per le mamme in attesa e quelle con bambini nei passeggini, i posti auto dedicati saranno piu' larghi di circa un metro, per consentire un piu' facile carico e scarico delle carrozzine e un piu' agevole movimento alle donne in dolce attesa.
Ecco i numeri: 28 posti, riservati alle neomamme e alle donne in attesa e 52 posti, per tutte le altre signore in partenza, sia al quarto piano del Multipiano D, situato di fronte al Terminal 3 e ad esso collegato da tapis roulant, sia al Parcheggio Lunga Sosta settore 2, che si trova a circa otto minuti dai Terminal ed e' ad essi collegato attraverso un servizio di navetta gratuito che opera ogni dieci minuti. Le aree riservate dei parcheggi sono dotate di telecamere in funzione 24 ore su 24, sistema SOS a chiamata e casse automatiche in prossimita' per agevolare il pagamento, dotate di pulsante di chiamata per la Sala Assistenza Clienti, operativa tutti i giorni della settimana.(AGI Roma, 7 mar)
8 marzo/ Fnsi: Lotta a discriminazioni, per uguaglianza e libertà
"Cento anni dopo, la Festa della Donna conserva intatta la sua attualità. Non dappertutto c'è ancora il pieno rispetto dei diritti umani a prescindere dalla propria condizione anzi, in molti luoghi dove i diritti di uguaglianza sono pure sanciti dalle leggi si addensano nubi pesanti che coprono i più deboli. Ancora troppe donne sono offese nella loro dignità di persone e di lavoratrici". E' quanto si legge in una nota della Federazione nazionale della stampa italiana. "Libertà, lavoro, dignità - prosegue - sono capisaldi di una società civile, fondamento di ogni progetto di rinascita. In questo tempo moderno restano più che mai attuali e da attualizzare, in relazione alle vicende che ci attraversano, le idee che la Federazione Nazionale della Stampa italiana portò nel 1908 al 1° congresso nazionale femminile del Consiglio Nazionale delle donne italiane. La presenza femminile a pieno titolo nella società e nel mondo del lavoro in termini di uguaglianza e di rispetto dei diritti umani. Un progetto permanente e aperto,
anche perché a impedire di chiuderlo ci sono ancora troppe ingiustizie e irresponsabilità che vanno anche oltre la questione della cosiddetta altra metà del cielo". "L' 8 marzo - conclude il sindacato dei giornalisti - sia perciò ora la giornata per richiamare ciascuno a cancellare le discriminazioni a riconoscere il diritto al lavoro e alla libertà di pensiero ad allontanare ogni idea che il dissenso debba essere disciplinato. Per le donne giornaliste e per la Fnsi la difesa della libertà è il punto numero 1 di impegno in una battaglia mai finita per la dignità che deve interpellare e coinvolgere tutti. I diritti delle donne violati o negati, sul lavoro, in casa, nello studio, nella vita ordinaria non sono questione di una parte ma un problema del genere umano e per il sindacato, nello specifico, l' obbligo di perseverare nell' attenzione e nell' impegno per superare squilibri che, ancora permangono e per combattere con forza aggressioni e discriminazioni". (Roma7 mar.TMNews)
8 Marzo/ Domani ok bipartisan definitivo a legge su detenute madri
Sarà approvata domani, nel giorno della festa delle donne, la legge sulle detenute madri in sede deliberante in commissione giustizia al Senato. La decisione di licenziare il testo proprio l' 8 marzo è stata presa all' unanimità dai capigruppo di Palazzo Madama. Protestano i radicali che si dicono "profondamente critici verso l' impostazione vanamente celebrativa che è stata adottata dal Senato sul provvedimento che, così come uscirà dal Parlamento,
non offrirà alcuna miglioria alla sistemazione delle madri detenute con i propri figli nelle carceri italiane ma col quale si rischia concretamente di vedere protratti i patimenti dei bambini detenuti non più fino al terzo anni di età ma fino a sei anni". Roma, 7 mar. (TMNews)
8 marzo/ Radio 2 festeggia: sito e palinsesto si colorano di rosa
Roma, 7 mar. (TMNews) - "Un omaggio a colori com'è nello stile della rete, dove musica, comicità, intrattenimento leggero, vogliono contribuire alla riflessione sul ruolo e l' immagine della donna, nel 2011". Così il direttore di Radio2, Flavio Mucciante, anticipa i festeggiamenti pensati dalla rete per la giornata dell' 8 marzo. Il sito di Radio2 si tinge di rosa, abbandonando per un giorno il rosso caratteristico di rete, e mettendo in evidenza un cast tutto al femminile. "Il palinsesto, nella giornata di domani - dice Mucciante - si mette al servizio di temi come l' occupazione femminile, le quote rose, la maternità, l' armonizzazione vita-lavoro e tanti altri. Alcune delle nostre trasmissioni inoltre, coinvolgeranno un pubblico esclusivamente femminile". E' il caso della scrittrice Chiara Gamberale ( che conduce ' Io, Chiara e l' Oscuro', ore 10) che domani "costruirà la sua ' terapia di gruppo', live dalla sala A di via Asiago, su storie, vite, luci e ombre legate alla femminilità", spiega Mucciante. Anche Dose e Presta de ' Il Ruggito del Coniglio', accoglieranno negli studi di Radio2 un pubblico di sole donne, mentre Barbara Palombelli alle 13, nel suo '28 minuti', ospiterà Ritanna Armeni, curatrice del libro ' Parola di donna. Le cento parole che hanno cambiato il mondo raccontate da cento protagoniste d' eccezione'. Ospite di Claudio Sabelli Fioretti e Giorgio Lauro in ' Un Giorno da Pecora', una donna che "ama le donne", la deputata del Partito Democratico, Paola Concia. Poi, per raccontare il punto di vista di femminile in tutti i suoi aspetti, interveranno Eva Robins, Vladimir Luxuria e la maestra di seduzione femminile Lory Del Santo. Le ' Brave Ragazze' Federica Gentile e Michela Andreozzi, hanno scelto di festeggiare la data in diretta con Vladimir Luxuria. Alle 18, ' Caterpillar': l' appuntamento quotidiano con Cirri e Solibello, aprirà i suoi microfoni alle confidenze e racconti delle sole ascoltatrice donne, per dar voce, in particolare, alle loro rivendicazioni o lamentele sul mondo maschile.
DONNE. TRA 8 MARZO E 150^: "RIMETTIAMO AL MONDO NOI L' ITALIA"
IN PIAZZA PER RIPRENDERSI IL RISORGIMENTO E FAR RINASCERE PAESE
(DIRE) Roma, 7 mar. - Che cosa succede quando l' anniversario dell' Unita' d' Italia incontra le donne? Che cosa succede quando le donne decidono di riprendersi il Risorgimento, di scendere in piazza e dire ' la rimettiamo al mondo noi l' Italia'? Succede che 150 anni di storia si ritrovano in un giorno, che non e' il 17 marzo, nascita dell' Italia unita, ma l' 8 marzo, data simbolo che quest' anno per molte sara' il proseguimento di quel ' Se non ora quando' che il 13 febbraio scorso ha visto la piazza riempirsi di un milione di donne (e di uomini) in tante citta' italiane. Succede che 150 anni di narrazioni sul ruolo delle donne nella vita del Paese diventano autonarrazione delle donne sul loro ruolo nella societa' italiana. Con un compito, che e' anche l' appello della manifestazione: ' Rimettiamo al mondo l' Italia'. Gia', perche' non e' la prima volta. Del resto si dice madrepatria, la parola nazione si declina al femminile, Italia e' un nome di donna. Perche'? Da dove viene e dove conduce una identificazione cosi' forte? Certo e' che non sono state le donne a sceglierla, cosi' come non sono loro a decidere oggi di raccontarsi come spesso fanno i mezzi di comunicazione. Maria Serena Sapegno, Nadia Urbinati, Ida Dominijanni e Olivia Guaraldo spiegano all' agenzia di stampa Dire (i loro interventi su www.dire.it) che cosa c' e' dietro l' immaginario italiano del genere femminile e che cosa vuol dire (nel bene e nel male) scendere in piazza domani per riprendersi il Risorgimento e rimettere al mondo l' Italia. "Dire ' rimettiamo al mondo l' Italia'- spiega Sapegno, professoressa di Letteratura italiana all' universita' di Roma La Sapienza e membro del comitato ' Se non ora quando?'- e' un fatto simbolico, perche' bisogna proprio cambiarla l' Italia, e devono cambiarla le donne. Serve una nascita simbolica di un' altra Italia. Vuol dire questo, non ' siamo tutte madri'". Ci tiene a precisarlo, perche' il dibattito sulla manifestazione (cosi' come su quella del 13 febbraio) aperto all' interno al femminismo e' tutto su questo. "Non vuol dire siamo di nuovo costrette in quel ruolo- precisa- ma che l' Italia ha bisogno che anche le donne la producano, perche' fino ad ora non e' stato cosi'". E poi c' e' "questo gioco verbale sul mondo: a causa di questa cultura orrenda tutto il mondo ride di noi. Ma se le donne possono raccontarla in un modo diverso, allora l' Italia si riapre al mondo. Oggi, dopo 150 anni, la rifacciamo noi, perche' c' e' bisogno di una nazione piu' giusta e piu' egualitaria per tutti". 'Se non ora quando?': e' d' accordo Olivia Guaraldo, professore aggregato di Filosofia politica all' universita' di Verona e coautrice di ' Filosofia di Berlusconi', "perche' se c' e' un momento in cui bisogna scendere in piazza e' proprio questo, anche se i toni usati per convocare la manifestazione del 13 febbraio erano troppo tradizionali. Dire ' la dignita' delle donne e' la dignita' della nazione' significa mettere in campo un' equivalenza che puo' essere strumentale, perche' le donne vengono prese e usate quando c' e' bisogno di rafforzare lanazione". Per quanto riguarda l' 8 marzo, Guaraldo spiega che "il Risorgimento evocato oggi potrebbe essere la necessita' di mettere in discussione questi modelli", per far capire "alla societa' che non ci puo' essere una democrazia compiuta senza che al centro ci sia l' autodeterminazione femminile e la liberta' femminile". Ma per rimettere al mondo l' Italia- conclude- e' necessario coalizzare diversi soggetti: non solo ed esclusivamente le donne, ma tutte le persone che non si riconoscono in questo Paese". Non cosi' per Ida Dominijanni, editorialista de Il Manifesto e membro della comunita' femminile Diotima, secondo la quale "dietro le quinte della manifestazione del 13 e delle celebrazioni del 150esimo dell' Unita' d' Italia si stia giocando un conflitto non dichiarato sulla figura della madre". Perche' "se si richiama l' immaginario che identifica la donna con la nazione, l' ideale onnipotente della donna che puo' far ' rinascere' l' Italia, il rischio e' di ritornare alla figura tradizionale della madre garante dell' ordine patriarcale, cosi' come etimologicamente suggerisce la parola madrepatria: madre del padre". Per Dominijanni si tratta del "paradigma della donna brava,che lavora, mette al mondo dei figli e salva la comunita' in pericolo, contrapposto alle presenze perturbanti delle ' donne permale' che circondano il Sultano". Ma non e' solo questo il punto: "A me pare evidente che il Berlusconi-gate, mettendo in scena l' estrema miseria di un certo modello di virilita', colpisca la dignita' degli uomini prima che quella delle donne, e dovrebbe costringerli a mettersi di fronte alle proprie responsabilita' e complicita' rispetto a quel modello".La mobilitazione delle donne "puo' essere importante", afferma Nadia Urbinati, professoressa di Scienze politiche alla Columbia university di New York, "perche' si tratta di manifestazioni che toccano il mondo dei valori, che contestano un modello di donna, quello di madre-prostituta, che in questi ultimi anni ha conosciuto una straordinaria rinascita pubblicitaria". E poi rappresentano "importanti segni dell' esigenza di recuperare un punto di vista femminile differente, che faccia della liberta' un segno distintivo di emancipazione morale e rispetto, non di manipolazione e corruzione. Ma non basta". Per due motivi. Il primo per la politologa e' che "ancora oggi il ruolo delle donne deve fare i conti con un' educazione dei sentimenti e una cultura etica profondamente imbevuta di valori cattolici". Urbinati spiega che "non e' dal Risorgimento che parte quell' immaginario secondo cui la donna e' solo madre da proteggere, ma puo' essere anche prostituta da desiderare e condannare; donna che non merita di far parte della vita politica e sociale del Paese. In Italia la matrice etica di questa visione femminile e' nel cattolicesimo, in una storia molto piu' vecchia quindi". L' altro motivo e' il presente politico dell' Italia: "La situazione e' grave, sordida. È da qualche generazione ormai che le donne hanno in mano il loro destino politico, e sarebbe il caso che tirassero fuori gli artigli per mostrarlo. Che cosa fanno le donne in Parlamento? Non dovrebbero sentire il peso del loro ruolo? Il premier ha costruito il suo potere anche grazie a molte di loro, che ancora oggi gli sono fedelissime". Se questa rivolta di tipo etico, e non moralistico, penetrasse oltre l' opposizione politica e diventasse anche opposizione etica, allora sarebbe possibile avere un Parlamento meno corrotto, meno sordido". Invece, conclude Urbinati, questo non avviene, perche' i modelli che noi abbiamo introiettato dopo trent' anni di tv spazzatura sono quelli di donne possibilmente prostitute, sempre madri, qualche volte colleghe, spesso adoranti, a volte subdole, ma comunque sempre in una posizione subordinata, mai autonome e libere". (Gli interventi completi di Sapegno, Guaraldo, Dominijanni e Urbinati sul sito www.dire.it) (Dire 07-03-11)
8 MARZO: CAMUSSO, MIO AUGURIO E' CHE CAMBIARE SI PUO'
(ANSA) - ROMA, 7 MAR - '' Cambiare si puo''': e' questo l' augurio del segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, alle donne in occasione dell' 8 marzo. '' E' il migliore augurio che ci possiamo fare - ha detto Camusso a margine della presentazione alla Camera di un rapporto su donne e istituzioni - lo dimostra il 13 febbraio, quando le piazze italiane hanno detto che le donne non sono a disposizione ne' subiscono, hanno un grande orgoglio di se' e una rivendicazione di dignita'. Credo che l' augurio che dobbiamo farci reciprocamente sia proprio questo: ' cambiare si puo'''. Nel suo intervento, la leader della Cgil ha sottolineato la necessita' di una rappresentanza femminile al 50%: '' e' vero che c' e' anche il tema della qualita', ma questo riguarda anche gli uomini - sancire un' adeguata presenza femminile nelle istituzioni e' di per se' indice di democrazia''. Si e' poi soffermata sul problema dell' interruzione lavorativa per le donne che fanno figli: '' e' volontaria? - si e' chiesta - oppure e' l' effetto combinato di due elementi'' ha detto citando le dimissioni ' in bianco' e la mancanza di strutture che permettano alle lavoratrici di conciliare vita e lavoro. '' Occorre ripristinare la legge contro le dimissioni in bianco per evitare che ci sia uno strumento di allontanamento delle donne quando hanno un figlio e interrogarsi su come si ricostruisce un sistema dei servizi equilibrato ed efficace per il lavoro delle donne''.(ANSA 07-MAR-11)