CONVEGNO CENTRO STUDI INTERNAZIONALE GIUSTIZIA, EUROPA GIUDIZIARIA UNITA
CENTRO STUDI INTERNAZIONALE GIUSTIZIA, EUROPA GIUDIZIARIA UNITA
RELAZIONE TENUTA PRESSO IL CONSIGLIO ITALIANO MOVIMENTO EUROPEO , IN ROMA, P. ZZA DELLA LIBERTA' N. 13-4° PIANO, IL GIORNO 21/01/2009 ORE 16 DAL
DOTT. GENNARO CALABRESE, PRESIDENTE AGGIUNTO ON. DELLA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE E DEL CENTRO STUDI INTERNAZIONALE GIUSTIZIA-EUROPA GIUDIZIARIA UNITA SUL TEMA: "POLO DELLA MEDIAZIONE EUROPEA PER LA PACE, SICUREZZA, PROGRESSO INTERCONTINENTALI, NELLA LIBERTA' E NELL'UGUAGLIANZA".
Nel prendere parola formulo l'augurio che l'anno 2009 appena iniziato, contrassegnato dalla presidenza italiana del G.8 e da quella cecoslovacca dell'UE possa segnare l'inizio di una nuova era di pace, di libertà e di giustizia per l'umanità intera. Mi sia consentito inoltre dare il benvenuto a voi tutti qui intervenuti a questo convegno consapevole delle difficoltà e delle complesse problematiche che il tema proposto presenta nella grave situazione internazionale in atto.
In un mondo costellato da corpi celesti sconfinati verso i quali gli uomini raramente volgono lo sguardo, dimentichi che la scienza e la tecnica hanno già conquistato la luna e sono prossimi a raggiungere marte, non è concepibile, per egoistici e precari interessi di parte e strumentalizzazioni di opposta natura, rinunciare alla pace. Questa deve prevalere nell'interesse di tutte le nazioni che fanno parte dell'ONU, nella superiore tutela del valore della vita umana sia dei militari che dei civili, tutti cittadini delle nazioni unite. Dico questo in quanto rappresento il CENTRO STUDI AZIONE INTERNAZIONALE DI GIUSTIZIA - EUROPA GIUDIZIARIA UNITA, che ha il preciso e serio proposito di dare vita ad una coerente azione unitaria per un movimento denominato delle 191 stelle per gli Stati Uniti dell'ONU.
Muovendo dal principio che tutti gli Stati facenti parte dell'ONU sono titolari per i propri cittadini di una qualifica specifica di appartenenza all'organizzazione internazionale predetta, non deve apparire inappropriata e arbitraria la prospettiva proposta, cui invito tutti i presenti a dare la loro spontanea adesione.
Questo è il primo passo per porre fine a tutte le disparità, squilibri, eccessi ed ingiustizie che la globalizzazione comporta in una società multietnica nella quale gli oppressi, i diseredati, i deboli, i senza lavoro costituiscono la grande maggioranza. Passando alla funzione dell'Unione Europea e al suo ruolo nell'ONU è bene chiarire che di essa nessuno può far pare se non è democratico. La futura Federazione degli Stati Uniti d'Europa dovrà ispirarsi all'uguaglianza sociale ed alle autonomie locali senza sacrificare il principio basilare dell'unità e della integrazione politica.
Fondamento della Costituzione dell'Europa sono posti il principio di legalità, la protezione dei diritti umani fondamentali e delle istituzioni rappresentative, il decentramento del potere, la crescita del carattere umano e della capacità di fiducia in se stessi da parte del cittadino non burocrate, ma elemento attivo a tutela dei diritti civili in una società equa ed equilibrata oltre che efficiente. Il federalismo dovrà distribuire l'autorità e il potere tra il centro e la periferia creando un sistema politico capace di proteggere l'autonomia locale. Esso ha il pregio di assegnare ad ogni cittadino il suo status e di farlo diventare protagonista attivo della società civile.
Il ruolo del cittadino si accresce perché acquisisce dimensioni locali, regionali, ma anche nazionali ed è la protagonista del suo futuro in campo europeo nel nuovo e diverso sistema di diritti e di doveri pubblici nella serie di cerchi concentrici in cui viene a trovarsi.
Occorre prostrarsi davanti all'altare della cittadinanza e non soltanto innanzi a quello della crescita economica e della forza delle armi, creando condizioni per la pari libertà che consentono di proteggere tutti i soggetti dalle interferenze arbitrarie e dalle pressioni sociali, frutto di solidarietà etniche o religiose.
L0Unione Europa che è parte autorevole dell'Onu, deve far valere la sua insostituibile funzione di garanzia dei nuovi equilibri internazionali che sono imposti all'orizzonte dalla storia dalle crescenti difficoltà di
dialogo tra gli Stati e al'interno di questi, fra i gruppi sociali che vivono ed operano nell'ambito delle varie strutture nazionali.
L'Europa legata da vincoli di amicizia e collaborazione con tutti gli Stati, ha, in seno all'ONU, la possibilità di fungere da raccordo tra i vari ordinamenti per un libero sviluppo e una sicura salvaguardia degli intangibili valori della dignità, libertà, democrazia, giustizia, uguaglianza e solidarietà tra tutte le genti a qualunque continente esse appartengano.
L'Europa deve valorizzare di più il suo territorio, la sua cultura, la sua civiltà, anche in vista del prossimo allargamento che non deve rappresentare un motivo di confusione o di disorientamento, ma l'occasione storica di un ulteriore arricchimento di forze nuove al fine di segnare il libero e ordinato sviluppo di tutta la società internazionale, delle generazioni presenti e di quelle che verranno.
La sua funzione nelle organizzazioni delle Nazioni Unite deve essere più incisiva e costruttiva, specie nell'attuale momento, nel quale l'Onu ha il potere - dovere istituzionale, politico, etico e di garanzia mondiale in ossequio a quanto disposto dall'articolo 1 della sua Carta, di adottare in presenza di emergenze umanitarie, quali quelle sopravvenute a seguito dei conflitti in IRAQ, in Afganistan nel territorio della striscia di Gaza ed in altre aree afflitte da una guerra fratricida, le opportune misure di intervento, tramite i caschi blu, per ristabilire le necessarie condizioni a salvaguardia della vita delle popolazioni civili e del rispetto della Convenzione di Ginevra.
Tanto soprattutto a causa della protrazione dei conflitti suindicati con consistente aggravio di perdite di vite umane e di più devastanti distruzioni comportanti conseguenti aumenti di spese e risorse necessarie alla successiva ricostruzione. Anzi al riguardo, avanzo la proposta, come ultima ratio, nell'interesse di tutte le parti in conflitto, qualora la situazione dovesse ulteriormente peggiorare, che l'Assemblea delle Nazioni Unite, con voto della stessa, imponga la sospensione delle ostilità, dando vita a un governo provvisorio nelle dette aree sotto l'egida del Consiglio di Sicurezza, necessario per il ristabilimento delle indispensabili condizioni per l'instaurazione di un sistema democratico liberamente scelto dai popoli interessati al proprio autogoverno. Nell'ipotesi dell'aggravarsi della situazione internazionale per impreviste insorgenze di nuovi fattori scatenanti ulteriori complicanze, l'Onu dovrà intervenire a garanzia della sicurezza e della pace nelle aree in precedenza indicate.
I cittadini europei, anche quali cittadini dell'Onu, nell'ambito di tale organizzazione, dovranno far valere la ragione, l'equilibrio ed il rispetto dei principi fondamentali sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite per l'indispensabile opera di riappacificazione della società internazionale, costruendo, attraverso il dialogo tra le parti, a garanzia dei rispettivi diritti di cittadinanza, i presupposti della necessaria coesione tra gli stati che fanno parte tutti dell'Onu, per assicurare al mondo del domani u futuro di certezze, stabilità, di sicurezza e di pace per i popoli della terra.
Dott. Gennaro Calabrese