VIOLENZA SULLE DONNE, A BELLUNO NASCE LA TASK FORCE
Presentato in prefettura il protocollo per sveltire le procedure sanitarie e le indagini su casi che riguardano anche i minori
BELLUNO. Un progetto di prevenzione e contrasto alla violenza nei confronti di donne e minori (ma anche delle altre fasce deboli della popolazione) finalizzato alla costituzione di una task force interistituzionale con il coinvolgimento di tutte le componenti istituzionali e della società civile a vario titolo interessate alla problematica.
È quello portato in discussione nella riunione di ieri mattina a Palazzo dei Rettori, alla presenza del viceprefetto vicario Carlo De Rogatis, del Procuratore di Belluno, rappresentanti dei Comuni di Belluno e Feltre, vicario del questore, comandanti Provinciali di carabinieri e guardia di Finanza, dei direttori generali delle Usl 1 di Belluno e Usl 2 di Feltre, oltre a esponenti dell'ufficio scolastico provinciale del Soroptimist e dell'associazione Belluno-Donna.
Riunione dove tutti i soggetti presenti hanno condiviso «la necessità e l'importanza di aprire un confronto su un tema che merita, al di là del dato statistico, la massima attenzione, proprio in considerazione della vulnerabilità dei soggetti vittime di tale forma di violenza», ha precisato in una nota la prefettura. «A tal fine si è stabilito di creare un gruppo di lavoro ad hoc, coordinato dalla prefettura, che avrà il compito di definire uno specifico protocollo d'intesa, la cui prima bozza è stata già positivamente valutata, nei suoi aspetti generali, durante l'incontro odierno».
Un percorso, in realtà, iniziato da tempo e anche «su stimolo di alcuni club di servizio come il Rotary, il Lion e, in particolare, l'associazione Soroptimist, che avevano espresso l'esigenza di sviluppare dei percorsi condivisi tra istituzioni e soggetti operanti in materia sulla gestione delle donne e dei minori, ma non solo, sottoposti a violenze», ha ricordato Pietro Paolo Faronato, direttore generale dell'Usl 1 di Belluno. «All'interno di questo percorso è stata coinvolta la prefettura, che ha elaborato una prima bozza di protocollo che, nelle sue linee generali, mi sembra sia stata apprezzata da tutti i soggetti coinvolti. Protocollo che ora andrà rifinito e calibrato, anche se siamo in presenza di una bozza di lavoro già molto completa e condivisibile».
Tra le prime tappe del progetto anche l'attivazione di un gruppo di lavoro interistituzionale capace di coinvolgere Procura, le Usl, prefettura, questura, le forze dell'ordine, il volontariato e la scuola «che dovrà completare e poi siglare il protocollo», ha aggiunto Faronato, «e mettere in piedi una procedura standard per la gestione di questi casi di violenza. Sia dentro l'ospedale, sia fuori. C'è infatti la necessità di arrivare a un'interfaccia tra ospedale e strutture protette per la parte sanitaria, ma senza ignorare la parte d'indagine da parte delle forze dell'ordine, in modo che tutti sappiano non solo accogliere la vittima di violenza ma anche come raccogliere prove e testimonianze in modo da agevolare la parte investigativa. Un protocollo che sa rispondere alle esigenze delle donne e a quelle di chi deve perseguire le varie forme di violenza e occuparsi della tutela e dell'eventuale repressione del reato».
Una nuova gestione dell'emergenza che, secondo Faronato, dovrà necessariamente essere funzionale anche «dopo la denuncia del singolo caso. Sono oeprative associazioni per la tutela di donne e minori, i consultori
familiari, una rete che li coordini va attivata per dare una risposta quanto più pronta e completa possibile. Non si può sottovalutare, infatti, la necessità di identificare un percorso che può arrivare anche all'allontanamento della vittima di violenza dal nucleo familiare». (ma.ce.)