Rapporto Unfpa 2008: le donne sono ancora le piu' discriminate
Roma, 12 NOV (Velino) - Sono fattori culturali ad aver peggiorato la salute delle donne, in particolare nei paesi del Sud del mondo. Ad evidenziarlo e' il Rapporto 2008 del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (Unfpa). Presentato nell'anno che si celebrano i 60 anni della dichiarazione sui diritti umani, il documento e' una sorta di appello ad accrescere la conoscenza culturale, la consapevolezza e l'impegno nella promozione dello sviluppo e dei diritti umani, in particolare quelli delle donne. Il rapporto, dal titolo "Punti di convergenza, cultura, genere e diritti umani", denuncia l'azione scarsamente efficace da parte della comunita' internazionale nel promuovere l'uguaglianza tra uomo e donna, e quest'anno evidenzia con la cruda realta' come in ambito sanitario ancora poco sia stato fatto. A parlare sono i dati presentati oggi a Roma, durante la consueta conferenza stampa organizzata dall'Associazione italiana donne per lo sviluppo (Aidos), che per conto dell'Unfpa, cura anche quest'anno l'edizione del rapporto. Come ogni anno il Fondo delle Nazioni Unite dedica il rapporto annuale all'esplorazione di un aspetto della popolazione del mondo. Uno sguardo, come e' stato ricordato, che parte dall'interno del mandato dell'Unfpa, che dal 1994, anno della Conferenza del Cairo su popolazione e sviluppo, e' quello di dare attuazione al Programma d'azione sottoscritto dai 192 paesi aderenti alle Nazioni Unite riuniti in quell'occasione. Da allora, pero', sulla salute delle donne, sono stati fatti pochi passi in avanti. Le cifre parlano chiaro: di tutti gli adulti positivi all'Hiv nell'Africa sub-sahariana, il 61 per cento sono donne. Nella regione caraibica la percentuale delle donne affette dal virus e' del 43 per cento.
- Per quanto in misura minore, e' in aumento anche il numero di donne contagiate dall'Hiv in America Latina, Asia ed Europa orientale. In tutto il mondo oscilla tra il 15 per cento e il 71 per cento la percentuale di donne che hanno subito, in qualunque fase della vita, violenza fisica o sessuale da parte del partner. Gli abusi sono trasversali rispetto a tutti i contesti sociali ed economici. Questo comporta gravi conseguenze per la salute delle donne. Ogni giorno 1.600 donne e oltre diecimila neonati muoiono per complicazioni della gravidanza e del parto, complicazioni che si potrebbero facilmente prevenire. Valori questi che evidenziano come siano arrivate a 536mila le donne che muoiono ogni anno. Quasi il 99 per cento delle morti materne e il 90 per cento delle morti neonatali si verificano nei paesi in via di sviluppo. Il rapporto cita altri dati impressionanti che descrivono la condizione delle donne nei paesi del sud del mondo: due terzi dei 960 milioni di persone analfabete e tre quinti del miliardo di persone che vive con meno di due dollari al giorno sono di sesso femminile. A causare la persistente condizione di disagio della popolazione femminile e', secondo l'Unfpa, la discriminazione contro donne e bambine che e' iscritta nelle culture, nei ruoli di genere appresi e praticati spesso inconsapevolmente, al punto da non essere a volte percepita nemmeno da chi ne sopporta gli effetti. L'idea forza da cui parte il Rapporto e' che le culture non sono mai statiche, ma sempre dinamiche: il cambiamento pero' deve venire dall'interno.
Roma, 12 NOV (Velino) - "Quello che il Rapporto mette in evidenza - ha sottolineato Giulia Vallese in rappresentanza del Fondo delle Nazioni Unite - e' che, se vogliamo continuare a far progressi, dobbiamo andare alla radice di certi comportamenti che costituiscono violazioni dei diritti umani e che hanno conseguenze nefaste per la salute e la vita degli esseri umani, delle donne e delle bambine innanzitutto, proprio perche' donne e bambine sopportano in moltissimi contesti una condizione di discriminazione rispetto agli uomini, condizione anch'essa segnatamente culturale. Significa indagare le motivazioni e i valori che sottendono determinate pratiche - ha spiegato Vallese -, comprenderne il senso per individui e comunita', facilitarne una rilettura critica dall'interno del contesto culturale, capace di rispettarne i valori e di promuovere nel contempo un cambiamento nella vita di individui, famiglie e comunita' che porti all'abbandono delle pratiche nefaste. Questo approccio viene definito '"culturalmente sensibile'".12 NOV 08 .
- Per quanto in misura minore, e' in aumento anche il numero di donne contagiate dall'Hiv in America Latina, Asia ed Europa orientale. In tutto il mondo oscilla tra il 15 per cento e il 71 per cento la percentuale di donne che hanno subito, in qualunque fase della vita, violenza fisica o sessuale da parte del partner. Gli abusi sono trasversali rispetto a tutti i contesti sociali ed economici. Questo comporta gravi conseguenze per la salute delle donne. Ogni giorno 1.600 donne e oltre diecimila neonati muoiono per complicazioni della gravidanza e del parto, complicazioni che si potrebbero facilmente prevenire. Valori questi che evidenziano come siano arrivate a 536mila le donne che muoiono ogni anno. Quasi il 99 per cento delle morti materne e il 90 per cento delle morti neonatali si verificano nei paesi in via di sviluppo. Il rapporto cita altri dati impressionanti che descrivono la condizione delle donne nei paesi del sud del mondo: due terzi dei 960 milioni di persone analfabete e tre quinti del miliardo di persone che vive con meno di due dollari al giorno sono di sesso femminile. A causare la persistente condizione di disagio della popolazione femminile e', secondo l'Unfpa, la discriminazione contro donne e bambine che e' iscritta nelle culture, nei ruoli di genere appresi e praticati spesso inconsapevolmente, al punto da non essere a volte percepita nemmeno da chi ne sopporta gli effetti. L'idea forza da cui parte il Rapporto e' che le culture non sono mai statiche, ma sempre dinamiche: il cambiamento pero' deve venire dall'interno.
Roma, 12 NOV (Velino) - "Quello che il Rapporto mette in evidenza - ha sottolineato Giulia Vallese in rappresentanza del Fondo delle Nazioni Unite - e' che, se vogliamo continuare a far progressi, dobbiamo andare alla radice di certi comportamenti che costituiscono violazioni dei diritti umani e che hanno conseguenze nefaste per la salute e la vita degli esseri umani, delle donne e delle bambine innanzitutto, proprio perche' donne e bambine sopportano in moltissimi contesti una condizione di discriminazione rispetto agli uomini, condizione anch'essa segnatamente culturale. Significa indagare le motivazioni e i valori che sottendono determinate pratiche - ha spiegato Vallese -, comprenderne il senso per individui e comunita', facilitarne una rilettura critica dall'interno del contesto culturale, capace di rispettarne i valori e di promuovere nel contempo un cambiamento nella vita di individui, famiglie e comunita' che porti all'abbandono delle pratiche nefaste. Questo approccio viene definito '"culturalmente sensibile'".12 NOV 08 .