MUTILAZIONI GENITALI FEMMINILI: GIORNATA MONDIALE PER DIRE BASTA ALL'ORRORE
Come la popolazione del Giappone. O quasi come la Russia: il numero delle donne mutilate sessualmente in tutto il mondo sfiora i 125 milioni, in alcuni paesi africani o del Medio Oriente si arriva a toccare il 90 per cento della popolazione femminile e 30 milioni di altre bambine rischiano di esserne vittime nei prossimi anni. Sono le cifre dell’orrore delle mutilazioni genitali femminili (MGF) che l’Unicef ha raccolto in tutto il mondo e che rilancia alla vigilia della mobilitazione internazionale contro questo fenomeno diffuso in tutti i continenti.
images-1L’organizzazione dell’Onu per l’Infanzia ha proclamato quella di domani Giornata internazionale contro le MGF invitando alla tolleranza zero contro un fenomeno che causa tra l’altro migliaia di vittime ogni anno, nel rispetto della risoluzione adottata il 20 dicembre del 2012 dall’Assemblea generale dell’Onu sul tema e delle successive che chiedevano di intensificare la lotta.
Iniziative e mobilitazioni sono previste in molte capitali, ma lo sforzo è stato quello di portare la discussione su questo tema nelle aree più colpite dal fenomeno. Vanno in questo senso, ad esempio, il workshop organizzato in Costa d’Avorio da ‘Non c’e’ pace senza giustizia’ con il sostegno della Farnesina, o la manifestazione promossa per domani all’Onu di New York dalla Rappresentanza Italiana con la partecipazione di agenzie delle nazioni Unite, l’Unione Africana, ong e associazioni professionali.
mutilazioni genitali femminiliIl lavoro capillare che in questi anni è stato compiuto nei paesi più coinvolti, secondo l’Unicef ha leggermente fatto diminuire la pratica che resta tuttavia a livelli inaccettabili in quasi tutti i paesi che applicano l’Mgf. Secondo fonti dell’organizzazione, per esempio, in Egitto circa 27 milioni di donne sono tuttora vittime della pratica (tra il 90 e il 97 % della popolazione) , superato solo dalla Guinea dove la percentuale sfiora il 99%. E ancora Mali, Sudan, Eritrea, Etiopia, Burkina Faso, Mauritania, ma anche India e Indonesia, e i paesi del Medio Oriente sono impregnati del dolore e del sangue delle donne, rese schiave, dipendenti, oggettualizzate, insensibili, malate, mai più donne, frigide e disperate da escissioni e mutilazioni praticate dalle stesse mamme e nonne che le hanno subite. In un domino di orrore che è così difficile estirpare.
Qualche luce in fondo al tunnel però c’è: a fine gennaio una corte di appello egiziana ha condannato a tre mesi di carcere per omicidio colposo un medico che aveva operato una tredicenne morta in seguito all’intervento. Sembra poco, ma era la prima volta da quando l’Egitto ha messo le MGF al bando: e dunque, una sentenza giudicata storica, che potrebbe costituire un precedente cui affidarsi nella lotta contro un fenomeno che, secondo le ultime statistiche, colpisce nel mondo una bambina ogni 15 secondi. (Maria Novella Topi http://www.onuitalia.com)
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