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MORTE ANDREOTTI IRROMPE COME BREAKING NEWS NEL MONDO


DALLA BBC A EL PAIS, DA EL MUNDO A TABLOID BILD


ROMA - '' Giulio Andreotti, il sette volte premier italiano, e' morto''. Dalla Gran Bretagna alla Spagna scomparsa di Giulio Andreotti irrompe come ' breaking news' sui media internazionali, rimbalzando nella fascia dedicata alle ' urgentissime' sui siti della britannica Bbc, dei quotidiani spagnoli El Mundo e El Pais e, oltralpe, della France tv che lo descrive come '' figura emblematica della Democrazia cristiana''. In Francia la notizia e' in evidenza anche su Le Figaro mentre in Germania irrompe sulla prima pagina del tabloid Bild.
'' E' morta una delle piu' illustri figure dell' Italia del dopoguerra'' scrive la Bbc riportando la scomparsa dell' ex premier e senatore a vita. Mentre in Germania, la morte di Andreotti rimbalza anche sui siti dei quotidiani Die Welt e Suddeutsche Zeitung che sottolinea come sia scomparso '' uno dei politici piu' importanti e una delle menti piu' influenti della storia italiana''.
E la notizia, in una manciata di minuti rimbalza anche Oltreoceano, sugli statunitensi Abc News e Chicago Tribune, nonche' sul sito del quotidiano canadese Globe and Mail. In
America Latina tra i primi a riportare la morte di uno dei '' personaggi chiave'' della storia della penisola sono il venezuelano EL Universal e il brasiliano Terra Brasil. In Asia, infine, la notizia irrompe sulla versione inglese del quotidiano turvo Hurriyet e sul thailandese Bangkok Post. (ANSA, 06-MAG-13)

ANDREOTTI: STAMPA TEDESCA, MORTO IL SIMBOLO DELLA PRIMA REPUBBLICA
Berlino- La stampa di lingua tedesca da' grande risalto alla morte di Giulio Andreotti, che l' autorevole quotidiano svizzero ' Neue Zuercher Zeitung' (Nzz) definisce " la figura simbolica della prima repubblica". Secondo la Nzz, "nessun politico ha caratterizzato il dopoguerra italiano come Andreotti, un rappresentante della stabilita' in un Paese
notoriamente instabile, anche se coinvolto in numerosi scandali". Anche il settimanale ' Der Spiegel' scrive che "quasi nessun uomo di Stato e' stato tanto oggetto di dicerie come
Andreotti, una figura politica determinante nel dopoguerra del suo Paese". La progressista ' Sueddeutsche Zeitung' titola il suo articolo "Il Papa nero" e parla di un personaggio "temuto per il suo clientelismo, per i suoi patteggiamenti politici e per la sua assoluta volonta' di potere, che gli ha procurato rispetto, ma anche molti nemici". (AGI, 06 MAG 13)

ANDREOTTI. UNIONE MONARCHICA: VOTO' MONARCHIA IL 2 GIUGNO 1946
Roma- L' Unione monarchica italiana (Umi), la piu' antica e numerosa associazione monarchica, ricorda la figura dell' On. Giulio Andreotti quale uomo dello Stato. A partire dal
1946 Andreotti mantenne rapporti con il Re Umberto II e dichiaro' di aver votato Monarchia al referendum istituzionale del 2 giugno. E' quanto si legge in una nota.
(Vid/ Dire, 06-05-13)


ANDREOTTI: IL DIVO GIULIO CHE FECE L' ITALIA
Roma- Nessuno come lui puo' dire di aver fatto l' Italia, nemmeno il Conte di Cavour. Se questi l' Italia la penso', la volle e la sogno' (ma non la vide), Andreotti di sogni non ne ebbe mai molti. Di volonta' pero' ne ebbe tanta, e soprattutto capacita' di pensiero. Molto piu' di pensiero che si azione, se e' vero che lo riformarono in malo modo alla visita di leva e lui, divenuto ministro della difesa, ando' a vedere che fine avesse fatto quell' ufficiale medico, per scoprire che se lo era portato via un infarto prima del tempo. Andreotti, piu' di Cavour, ci ha lasciato l' Italia che conosciamo, con i suoi pregi (che sono molti) e i suoi difetti (che sono altrettanti). Lui il Paese lo ha lentamente e costantemente plasmato, con quella capacita' di vedere e intervenire prima degli altri con una prontezza che Manzoni mise in bocca al conte Zio e Guicciardini indica, nei suoi "Ricordi", come una delle vere cifre dello statista. Non a caso Andreotti e' stato l' unico politico italiano a divenire una leggenda ancora da vivo. Come tutte le leggende, ha sempre diviso in due campi chi ne parlava. I suoi detrattori a sinistra lo chiamavano Belzebu' (tradendo pero' una involontaria ammirazione per le sue presunte arti mefistofeliche), i suoi ammiratori a sinistra (ne aveva) al centro e anche a destra (ne aveva pure qui) ne hanno sempre parlato come l' unico vero statista moderno del paese. Piu' di Aldo Moro, piu' di Alcide De Gasperi. Addirittura. Lui e Aldo Moro si conoscevano dai tempi della Fuci, la federazione universitaria dell' Azione Cattolica. Sotto il fascismo la Fuci era guardata con sospetto perche' era esattamente quello che Mussolini intuiva: non un covo di oppositori in armi, ma il campetto dove si addestravano quanti si stavano preparando al momento in cui il regime avrebbe dimostrato la sua caducita'  .  
Lui e De Gasperi invece si conobbero un po' piu' tardi, auspice il Cardinal Montini, e presto ne divenne sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Quando andavano in chiesa, si prese a dire nella Roma del dopoguerra, De Gasperi parlava con Dio, il suo assistente con il sacrestano. Chissa' se e' vero, o se e' uno dei tanti aneddoti che lo stesso Andreotti non disdegnava di alimentare. Fatto sta che Andreotti non ebbe mai con il Vaticano quel rapporto di profonda affezione e sofferta insofferenza che invece ebbe il suo primo mentore. Al quale si deve il conferimento del primo incarico governativo all' allievo tanto promettente, e che ricompenso' con il tempo tutta questa fiducia divenendo (in ordine di importanza): sette volte presidente del Consiglio; otto volte ministro della difesa; cinque volte ministro degli esteri; tre volte ministro delle partecipazioni statali; due volte ministro delle finanze; una volta ciascuno ministro degli interni, delle politiche comunitarie e del tesoro. Si sente dire ne "Gli onorevoli", storico film di Toto' del 1963: "Non c' e' rosa senza spine, non c' e' governo senza Giulio". Erano 50 anni fa esatti, e a Giulio mancava ancora un bel pezzo di carriera.Tanto e' vero che il Giulio che era presente in ogni governo divenne, con il tempo, il Divo Giulio. Omaggio alla sua immanenza, si', ma anche alla sua seconda caratteristica piu' precipua, e cioe' la sua romanita'. Di lui nel 1999 scrisse l' Economist (che non l' ha mai avuto in simpatia): "Appartiene ad una specie di romano in via d' estinzione. Nel Rinascimento avrebbe potuto essere un cardinale di curia che, al centro di complotti ed intrighi, dirige la transizione da un Papa all' altro". In effetti questa definizione, almeno secondo il comune sentire, gli si attaglia molto piu' di quel titolo che i Romani attribuirono a Cesare, ma solo dopo averne bruciato le spoglie accanto al muro della casa del Pontefice Massimo.
Anche perche' da autentico romano e' vero che sapeva gestire i romani, cosi' come e' vero che i romani amano ancora adesso i giochi del Circo. Ma lo ha sempre fatto evitando atteggiamenti da Augusto al Circo Massimo, presentandosi alla folla acclamante per consegnare il lauro al beniamino della curva. No, lui ha sempre preferito fare, per l' appunto, come un cardinale, convocando il beniamino della curva di fronte alla sua scrivania, per convicerlo - tenendo le mani giunte in atteggiamento di profondo ascolto- a far cio' che il popolo di Roma desiderava. Lo sa bene Paulo Roberto Falcao, indimenticato regista della nazionale brasiliana e della Roma dello scudetto 1982-83. Compiuta l' impresa, Falcao avrebbe voluto lasciare Roma per approdare ad altri lidi e trovare nuovi stimoli. Come i suoi compagni di nazionale Dirceu, Zico e Socrates, che amavano cambiare spesso squadra per continuare a divertirsi e magari gonfiar il portafoglio. Il popolo di Roma, per bocca di qualche ristoratore o qualche parroco bene informato (Andreotti sapeva come si mantengono i legami con il collegio elettorale, mica come con il Porcellum) gli fece giungere all' orecchio la supplica. E lui, amichevolmente, serenamente, pacatamente, un giorno fece sedere davanti alla sua scrivania il Campione riluttante. Il quale usci' da quello studio avendo cambiato idea: dire no ad un cardinale e' dura, dirlo ad una divinita' impossibile.
Andreotti e' stato uno dei principali esponenti della Democrazia Cristiana, partito politico laico di ispirazione cattolica che ha governato l' Italia dal 1945 al 1993. Anche per questo e' stato facile accostarlo ai numerosi misteri della storia recente. Accusato di mafia - e non condannato - amava rispondere: "Se fossi andato davvero in Sicilia a ad incontrare Toto' Riina in piena luce del giorno non dovrebbero chiudermi in galera, ma in un manicomio". Accusato di aver usato l' intransigenza all' epoca del caso Moro per disfarsi di un pericoloso rivale interno al partito - cosa che gli dava particolarmente fastidio - rispondeva ricordando che, all' epoca, aveva fatto anche il voto di rinunciare al gelato, sua unica grande passione oltre alla politica e alla moglie, pur di riavere l' amico a casa. E qui si torna alla sua romanita', ed al suo rapporto con la religione. Un rapporto che per i romani e' sempre, almeno in apparenza, talmente semplice da poter sembrare poco maturo ("I romani", diceva Montesquieu, "sono un popolo bambino"). Se il Trentino sforna santi, Roma produce eccellenti chierichetti. Insomma, il rapporto con il Cielo e' elementare, ma non e' detto che per questo sia anche sgradito. E che Andreotti (Belzebu', Divo Giulio, Conte Zio o come lo si voglia definire) non finisca per essere visto da Chi conta sul serio, sotto sotto, come un piu' o meno involontario simbolo d' innocenza. Il che sarebbe veramente l' ultimo dei suoi tiri mancini.( .(AGI, 06 MAG 13)


ANDREOTTI: SUA MORTE NOTIZIA PIU' ' POSTATA' SUL WEB
TOP NEWS SU FACEBOOK E TWITTER

ROMA - La notizia della morte di Giulio Andreotti conquista il web. Su facebook e twitter il nome dell' ex senatore a vita e' il piu' citato, commentato, postato, ritwittato. L' hashtag con il nome dell' ex leader Dc e' uno dei piu' utilizzati. Su internet c' e' stata una corsa tra gli utenti per essere i primi ad informare gli amici e gli utenti. Spazio a molti: '' No, non ci credo''. Ma come spesso avviene su internet, i ' ricordi si trasformano spesso in battute ed insulti. '' Risorge tra tre giorni'', e' una delle espressioni piu' gentili. Il giudizio del
web nei confronti di uno dei personaggi piu' famosi della storia politica italiana e' durissimo.
Gli utenti postano immagini, video d' annata, articoli, vecchie intervista in bianco e nero.
Spuntano fuori dai cassetti, le tesi complottiste su Andreotti. E ritornano in voga vecchi slogan degli anni '70 e '80: il senatore viene definito il capo della Cia, Belzebu', il padrino della mafia. Si tirano in ballo i servizi segreti e la massoneria. Il giudizio della rete e' spietato. Il cinismo da' spazio a battute al vetriolo e ironia: due armi di cui paradossalmente Andreotti era riconosciuto, da amici e avversari, un maestro indiscusso. (ANSA, 06-MAG-13)

ANDREOTTI: LETTA, ATTORE PRIMISSIMO PIANO 60 ANNI VITA NAZIONALE
Roma- Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, esprime il cordoglio per la scomparsa di Giulio Andreotti. Protagonista della democrazia italiana sin dalla nascita della Repubblica dopo i traumi della dittatura e della guerra, ininterrottamente presente nelle istituzioni e nelle assemblee rappresentative, con lui - prosegue una nota diffusa da Palazzo Chigi - se ne va un attore di primissimo piano di oltre sessant' anni di vita pubblica nazionale.
Alla famiglia le sentite condoglianze personali del presidente del Consiglio e del governo tutto, conclude la nota. (AGI, 06MAG 13)

ANDREOTTI. INGROIA: GIUNSE A STRINGERE ACCORDI CON LA MAFIA
UN PROTAGONISTA PIU' NEGATIVO CHE POSITIVO
Roma, - "Con la morte di Giulio Andreotti se ne va un protagonista, piu' spesso negativo che positivo, della storia italiana degli ultimi 70 anni". Lo dice il leader di Azione Civile, Antonio Ingroia. "Si chiude cosi' in questi giorni- aggiunge- una pagina della storia italiana contrassegnata da due simboli opposti: Agnese Borsellino con la sua richiesta allo Stato di verita' e di giustizia, rimasta inappagata, e Andreotti con il suo pragmatismo cinico che, in nome delle ragioni della Politica e della Ragion di Stato, giunse a stringere accordi con la mafia. Andreotti, con le sue tante ombre e poche luci, e' morto, l'andreottismo sicuramente no". (Dire,06-05-13 )

ANDREOTTI. D' ALEMA: HA FATTO LA STORIA, COLTIVO' DIALOGO CON NOI
Roma- "Con Andreotti scompare uno dei maggiori protagonisti della vita politica e democratica del Paese del dopoguerra, la personalita' che forse piu' di ogni altra ha rappresentato la continuita' del ruolo di governo e della centralita' politica dellaDemocrazia cristiana nella storia della prima Repubblica". E' quanto si legge in un messaggio del presidente della Fondazione Italianieuropei, Massimo D' Alema. "Si e' trattato certamente - aggiunge D' Alema - di un leader anche molto discusso nei diversi momenti della sua lunga esperienza politica e per la sua concezione del potere. Tuttavia, non si puo' negare che egli abbia mantenuto aperto il dialogo anche con forze politiche lontane dal suo pensiero e che abbia contribuito a consolidare il ruolo e la presenza internazionale del nostro Paese, concorrendo cosi' in modo determinante a fare la storia dell' Italia repubblicana". "Nella mia vita - conclude D' Alema - ho avuto con lui diverse opportunita' di incontro e di dialogo, sin da quando, nel lontano 1977, insieme ad altri responsabili delle organizzazioni giovanili, ci recammo da lui, che era presidente del Consiglio di un governo di solidarieta' nazionale, per chiedere un impegno particolare per il lavoro dei giovani. Cio' si tradusse nel varo della legge 285 per l' occupazione giovanile". "La mia e' una riflessione - reazione da amico perche' ho conosciuto Andreotti tanti anni fa. Da giovane
ho seguito un grande partito, la DC, di cui Andreotti e' stato sempre un punto di riferimento. Era molto ammalato e tutti sapevamo la sua condizione di estrema gravita'. È stato un grande personaggio, uno statista di cui si e' parlato bene e male alternativamentee la storia gli dara' un giudizio piu' serio di quanto i suoi detrattori glihanno dato in vita". Lo dice Pier Ferdinando Casini (Udc) a Tgcom24. "Penso che la storia dovra' dare un giudizio sereno e approfondito di quest' uomo, certo ci sono anche pagine meno
nobili- aggiunge- ha vissuto tutto, ha attraversato tutto e si sottopone a un giudizio che non puo' essere solo fiori ma anche qualche spina. Non ho mai avuto con lui una grande affinita' ma un grande rispetto si'. Era un uomo di un' arguzia e di un senso dello spirito con pochi simili, non ho intrapreso la mia carriera politica pensando a lui ma l' ho incontrato e ne do un giudizio di grande rispetto". "Prima di dire che i politici di prima erano peggiori ci penserei bene e prima di dire che un certo professionismo politico e' da dileggiare mentre oggi un certo nuovismo e' da esaltare ci penserei mille volte. Sicuramente Andreotti andando in Parlamento non avrebbe mai detto che la Perestrojka era un' iniziativa di Stalin come qualche giovane parlamentare ha proclamato in questi giorni", conclude Casini. (Rai/ Dire, 06-05-13)


ANDREOTTI. STORACE: MI INCHINO ALLA SUA MEMORIA
Roma- "Di Giulio Andreotti ho il bellissimo ricordo maturato negli anni in cui ho presieduto la Regione Lazio. Apprezzo' il contributo dell' amministrazione alla redazione del piano regolatore della citta' di Betlemme. Presento' il nostro nuovo Statuto nella sede della regione e, infine, mi emozionarono le sue parole di apprezzamento durante la campagna elettorale del 2005. L' Italia ha perso un grande statista e, personalmente, mi inchino alla sua memoria". Lo dice Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra.(Dire,06-05-13)

ANDREOTTI: CONI, 1 MINUTO RACCOGLIMENTO IN TUTTI GLI SPORT ++
BANDIERE A MEZZ' ASTA AL FORO ITALICO PER PRESIDENTE ROMA '60
ROMA - Un minuto di raccoglimento sara' osservato in tutti gli eventi sportivi di questa settimana per commemorare la figura di Giulio Andreotti, che fu anche presidente del comitato organizzatore dei Giochi di Roma '60. Lo ha disposto il presidente del Coni, Giovanni Malago'. Al Foro Italico le bandiere sono gia' state portate a mezz' asta.(ANSA, 06-MAG-13 )

ANDREOTTI, CHIUSO CORSO VITTORIO EMANUELE
Roma - Chiusa una corsia di corso Vittorio Emanueleesattamente davanti l' abitazione di Giulio Andreotti. Cio' per permettere lasosta di auto di persone che vogliono venire a porgere le condoglianze allafamiglia riunita nell' appartamento al quarto piano dello stabile. (OMNIROMA,06 MAG 13)

ANDREOTTI: NENCINI, NEL BENE E NEL MALE RAPPRESENTATO ITALIA
ROMA - '' Esprimo il cordoglio mio personale e dei socialisti italiani per la scomparsa di Giulio Andreotti, un uomo che, nel bene e nel male, da statista quale fu, ha rappresentato per quasi tutta la meta' del secolo scorso il volto del potere nella nostra Italia''. Lo dice Riccardo
Nencini, segretario nazionale del Psi, che ricorda cosi' Giulio Andreotti, scomparso stamane a Roma. '' Fu soprattutto uomo di governo, sin dalla giovinezza trascorsa all'ombra di Alcide De Gasperi - continua Nencini - e seppe interpretare come nessuno gli incarichi istituzionali e apicali che ricopri' lungo una carriera politica segnata dalla
capacita' di adattarsi, con singolare pragmatismo, ai mutamenti culturali del nostro Paese. Pur non avendo mai ricoperto incarichi di vertice - sottolinea il Segretario - fu colui che oriento' e condiziono' le scelte operate dalla DC per oltre quarant' anni, sempre attore protagonista delle vicende che ne segnarono le scelte strategiche e che lo portarono ad avere con il Psi un rapporto complesso e articolato. Fu un uomo politico certamente non immune da critiche e censure - aggiunge - ma qualsiasi opinione ciascuno si sia formato su una personalita' cosi' fortemente legata alla storia d' Italia, non possono essere
discusse la sua vocazione riformatrice e l' opera che ha svolto al servizio della Paese. Oggi, nel giorno della sua scomparsa - conclude Nencini - non e' banale sottolineare che il giudizio sul suo profilo politico e umano non puo' che essere consegnato
alla storia''.(ANSA, 06-MAG-13 )

Andreotti: Durnwalder, scompare uno dei padri dell' autonomia
Bolzano - '' Era un libro di storia: orgoglioso di questa autonomia, di aver contribuito a costruirla e di come funziona'': nel suo ricordo dell' ex Presidente del Consiglio, Ministro e senatore a vita scomparso oggi, il presidente della provincia di Bolzano, Luis Durnwalder sottolinea il filo rosso del lungo impegno politico di Giulio Andreotti nella questione altoatesina.
'' Ha sempre guardato al futuro, consapevole che nella nuova Europa le diversita' sono una ricchezza. E sapeva che le zone di confine sono diverse dal resto del Paese. Due passaggi importanti per raggiungere risultati positivi.'' Se l' Alto Adige oggi e' politicamente stabilizzato, '' va reso merito ad alcune personalita' con una visione politica di grande respiro, tra loro Giulio Andreotti, che negli anni hanno saputo spegnere con la ragione, la lucidita' e il rispetto della dignita' umana gli incendi appiccati da altri'', sottolinea Durnwalder. Nel 2008 all' allora senatore a vita Giulio Andreotti la Giunta provinciale aveva conferito il Grande ordine al merito, la massima onorificenza provinciale, per il suo ruolo fondamentale nello sviluppo dell' autonomia altoatesina, in maniera particolare per quanto riguarda il '' Pacchetto''. Nella sua carriera politica ai massimi livelli Andreotti ha infatti contribuito in maniera decisiva, prosegue Durnwalder, '' a fare in modo che il cammino dell' Alto Adige non finisse in una strada senza uscita. Con altri politici lungimiranti a Roma e Vienna ha creato le premesse per consentire a questa terra e alla sua popolazione di uscire da una situazione frustrante, di timore e spesso percepita come priva di prospettive. Ci siamo cosi' incamminati verso un futuro positivo e promettente.'' Il secondo Statuto di autonomia e numerose norme di attuazione portano la firma del presidente Andreotti. '' Vanno ricordate in particolare - spiega Durnwalder - alcune norme che hanno garantito alla minoranza di poter conservare e sviluppare le proprie tradizioni e di realizzarsi nella propria madrelingua tedesca o ladina.
Giulio Andreotti ha sempre mostrato grande rispetto dei gruppi linguistici e delle minoranze. Egli e' parte della storia della nostra autonomia'', conclude Durnwalder.
(Asca,06 MAG 13. )

ANDREOTTI: NAPOLITANO, RAPPRESENTO' L' ITALIA PER 50 ANNI
Roma- Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato alla famiglia Andreotti il seguente messaggio: "Sulla lunga esperienza di vita del Senatore Giulio Andreotti e sull' opera da lui prestata in molteplici forme nel piu' vasto ambito dell' attivita' politica, parlamentare e di governo, potranno esprimersi valutazioni approfondite e compiute solo in sede di giudizio storico. A me spetta in questo momento rivolgere l' estremo saluto della Repubblica a una personalita' che ne ha attraversato per un cinquantennio l' intera storia, che ha svolto un ruolo di grande rilievo nelle istituzioni e che ha rappresentato con eccezionale continuita' l' Italia nelle relazioni internazionali e nella costruzione europea. Esprimo alla gentile consorte signora Livia e a tutti i familiari la mia vicinanza e sentita partecipazione al loro cordoglio, anche nel ricordo dei rapporti di collaborazione istituzionale e personali che intrattenni con lui in diversi periodi della vita nazionale".(AGI, 06 MAG 13)

ANDREOTTI: GRILLINI (GAYNET) , ERA OMOFOBO CONVINTO
GLI CHIESI PERCHE' CE L' AVEVA CON GAY, RISPOSE ' NON POSSO DIRLO'
ROMA - '' Incontrai per caso Giulio Andreotti in un ascensore della Camera dei deputati qualche anno fa e gli chiesi come mai ce l' avesse tanto con gli omosessuali. ' Non glielo posso dire - rispose - e in ogni caso io sono di un altro secolo, queste cose non le capisco e non le voglio capire'. Mi saluto' garbatamente e se ne ando'. Poi voto' contro la fiducia al governo Prodi su un tema di politica estera per protesta perche' erano appena stati varati i Dico. Insomma, un esponente di una cultura sessista e omofoba tipica della sua generazione e del partito di cui era leader'': e' il commento del presidente di Gaynet, Franco Grillini.
'' Andreotti porta con se' i segreti della prima Repubblica e anche una cultura che non aveva mai capito nulla della modernita' e che, anzi, la contrastava. Il paradosso e' che i registri delle coppie di fatto votati nei vari Comuni italiani sono stati possibili proprio grazie alla legge anagrafica del '58 che porta la sua firma e che parla di ' unioni affettive'. Se l' avesse saputo, forse non l' avrebbe sottoscritta'' conclude Grillini. (ANSA,06 MAG-13)


ANDREOTTI: PRODI, STATISTA, HA SEGNATO DOPOGUERRA
ROMA - '' Esprimo le mie piu' sentite condoglianze ai familiari del Presidente Giulio Andreotti. Con lui scompare uno statista che ha segnato le fasi piu' importanti della storia politica e istituzionale del dopoguerra'': cosi' l' ex presidente del Consiglio Romano Prodi. (ANSA, 06-MAG-13 )

ANDREOTTI. LA SUA RIVOLUZIONE FRANCESE? VEDERE LA JUVE IN SERIE B
(DIRE) Roma, 6 mag. - "Per un vecchio tifoso come me, e' un po' come la rivoluzione francese...". Quando nel 2006 la Juventus fu spedita in serie B dalla giustizia sportiva, Giulio Andreotti - al telefono - aveva una voce leggera, ironica. Da sempre tifoso della
Roma, il senatore a vita avrebbe infierito volentieri sui rivali bianconeri: "La Juventus era meglio in C", disse. Ma nelle sue parole, piu' che soddisfazione, c' era tanto sarcasmo, la
sensazione di un evento a suo modo epocale. Come ne ha visti tanti. (Dire, 06-05-13)

 http://www.wandamontanelli.it/CdD/Stampa/2013/andr.htm 

AFORISMI DI E SU ANDREOTTI: http://www.wandamontanelli.it/CdD/opi/2013/andr.htm 

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