FEMMINICIDIO, IL RISPETTO SI PUO' INSEGNARE SUI BANCHI
VIOLENZA DONNE ROVIGO Decreto legge contro gli abusi, la commissione provinciale Pari opportunità aggiunge una mozione per rendere obbligatorio nelle scuole lo studio dei diritti umani
Al decreto legge contro la violenza di genere ed il femminicidio varato lo scorso 8 agosto dal governo Letta, la Provincia di Rovigo e la commissione provinciale Pari opportunità presieduta da Maria Grazia Avezzù ribatte con un documento in cui indica le attività realizzate in provincia di Rovigo. Dal rafforzamento del centro antiviolenza alla formazione nelle scuole rivolta agli studenti che, è successo, incontra ancora qualche difficoltà.
Rovigo - Violenza di genere, una piaga che va combattuta a tutti i livelli. Tant'è che al decreto legge contro la violenza di genere ed il femminicidio varato lo scorso 8 agosto dal governo Letta, il Polesine aggiunge l'accoglienza del centro antiviolenza di Rovigo che opera per tutte le donne del territorio provinciale in difficoltà e una mozione a Laura Boldrini e Pietro Grasso, rispettivamente presidente di Camera e Senato, per rendere obbligatorio nelle scuole lo studio della carta dei diritti umani ed il rispetto delle donne.
Mercoledì 21 agosto, l'assessore provinciale Guglielmo Brusco e la presidente della commissione Pari opportunità Maria Grazia Avezzù hanno raccolto in un documento i punti di forza del decreto. "Finalmente si è parlato di femminicidio, di donne uccise in quanto donne" ha commentato Brusco. Nel documento è indicato cosa sta facendo la Provincia e la commissione nel contrasto alla violenza di genere e i punti critici su cui c'è ancora del lavoro da fare, come ad esempio la sensibilizzazione degli studenti nelle scuole.
Un lavoro a più mani che riporta le osservazioni della giornalista Barbara Spinelli, di Anna Costanza Baldry consulente dell'Onu e dell'avvocato e deputato Giulia Bongiorno. "L'inasprimento delle pene - ha affermato Avezzù - non porta necessariamente benefici, occorre invece certezza e velocità della pena; per le varie fasi necessita una preparazione di tutti gli operatori; è necessario un sostegno psicologico, legale ed economico alle donne, il decreto legge non sembra essere affiancato da finanziamenti".
Poi la carrellata delle iniziative avviate nel decennio "Rovigo e Venezia - hanno detto Brusco e Avezzù - sono le uniche due città del Veneto ad avere un centro antiviolenza". Quello di Rovigo ha rischiato di chiudere a causa della mancanza di risorse. A salvarlo è stata la Fondazione Cariparo che ha approvato un finanziamento triennale di 15mila euro (45mila euro in totale) perché resti attivo. "L'obiettivo - ha concluso Brusco è quello di stabilizzare le risorse stanziate da una rete di soggetti".
Al finanziamento della Fondazione Cariparo si è aggiunto quello delle Conferenze dei sindaci Ulss 18 e Ulss 19 che hanno erogato 13mila euro, calcolando un importo di 0,05 euro per abitante ad ogni comune.
21 agosto 2013
Info: http://www.rovigooggi.it