Pari Opportunità,discriminazioni di genere sul lavoro.Il bilancio della consigliera Maria T. Putzolu
Con maggior frequenza le discriminazioni di genere sul lavoro sono conseguenza di una maternità, recente o in corso. Poi ci sono quelle legate alla carriera, ai premi, agli incentivi, ai dinieghi di aspettative, di part-time all’interno di un mercato del lavoro innegabilmente difficile, che presenta ancora alti tassi di inattività delle donne (il 48% in Sardegna contro il 32% in Emilia Romagna nel 2016) ed un elevato livello di disoccupazione (il 17,8% in Sardegna contro l’8% in Emilia Romagna 2016) . “E’ assolutamente indispensabile che la nostra società non dia per scontato il valore sociale ed economico del lavoro delle donne. Sono i fatti ed i dati statistici forniti dall’Istituto nazionale di statistica che ci dicono che le donne, oggi, si trovano molto spesso di fronte alla scelta tra lavoro e maternità. Quei numeri raccontano che a seguito della maternità si abbassa il loro reddito fino al 35% rispetto agli uomini. E’ in aumento in tutto il Paese ed in Sardegna il fenomeno delle dimissioni volontarie dal lavoro a causa della maternità”.
La Consigliera d Parità afferma che non si può abbassare la guardia nel riaffermare ogni giorno che una società nella quale le donne studiano e lavorano è una società migliore, sotto ogni punto di vista. E’ più dinamica, più aperta, più ricca, anche perché le donne hanno una elevata propensione al consumo, alla partecipazione culturale. Sono più soddisfatte della propria vita. Il problema non è solamente legato agli aiuti, ai sostegni o alla diffusione di strutture come i nidi a basso costo, che rimane comunque un problema, il tema è e rimane ancora di carattere diffusamente culturale. La Consigliera conclude sostenendo che è necessario chiedersi "cosa ognuno di noi possa fare", perché solo una società che consideri collettivamente odiosa la pratica delle discriminazioni di genere può sconfiggere il fenomeno.