Pagine Abruzzo - Pescara - Commissione Pari Opportunità: diritti umani violati in Venezuela
Pescara. Le storie raccontate dalle protagoniste
Pescara. Ieri, 3 Agosto, presso la sala Corradino D'Ascanio in piazza Unione a Pescara, alle ore 10, si è tenuta una Conferenza Stampa organizzata dalla Commissione Pari Opportunità Abruzzo e dalla Consigliera di Parità regionale, per rappresentare, attraverso la testimonianza di donne venezuelane, la gravissima situazione, che vede violare i più elementari diritti umani, che si sta perpetrando in Venezuela.
Hanno partecipato, all’incontro, la Presidente della CPO Regione Abruzzo GemmaAndreini e Alessandra Genco Consigliera di Parità, la delegata VenEuropa Abruzzo Maria Claudia Lopez e tante donne che hanno vissuto, vivono in Venezuela e che hanno sperimentato sulla loro stessa persona la prevaricazione e la violenza di un Governo che usa forza ed i maltrattamenti per far valere il suo potere.
Le donne in Venezuela sono contro la violenza e si ribellano come hanno sempre fatto le donne in tutto il mondo dove non è stata più garantita la giustizia.
“Ringrazio le donne presenti, – ha detto Alessandra Genco aprendo la discussione - , a testimoniare la violenza ed il terrore. Le donne non vogliono la violenza, le donne accolgono per loro natura, esse sono inclusive. Le donne del Venezuela sono qui per parlare dei diritti civili oramai inesistenti, esse portano avanti una battaglia di democratizzazione della società venezuelana. Noi denunciamo questa situazione sperando che tutta la stampa agisca e scriva per far conoscere ed aprire una finestra sul Venezuela. Il filmato che vedremo dà il senso della situazione con le sue immagini. Bisogna coinvolgere l’opinione pubblica, le associazioni per un progetto di non sola solidarietà per l’emergenza ma che coinvolga tutte le strutture per andare sempre più avanti cominciando dall’Abruzzo fino a tutte le Regioni Italiane.”
Gemma Andreini, ringraziando tutte le donne presenti, ha continuato:” Mi associo a quanto già detto e ribadisco la vicinanza in maniera forte e fattiva a tutte le donne presenti e che rappresentano le loro sorelle “prigioniere in patria” . L’incontro nasce da quello avuto con due donne venezuelane che mi hanno parlato della tremenda situazione che vivono in Venezuela e che mi hanno raccontato degli accadimenti più cruenti e significativi.
Questa conferenza è l’inizio per far conoscere la situazione dalle testimonianza delle donne presenti e per incominciare un percorso di collaborazione coordinato tra Istituzioni e Associazioni che porti alla realizzazione di azioni importanti attraverso un largo spettro pubblicitario che crei una massa critica che possa incidere. L’opinione pubblica, attraverso la stampa, deve avere contezza della situazione. Sono certa che questo possa avvenire organizzando azioni concrete con tutte le associazioni sul territorio. Penso che sia importante che questo movimento parta da Pescara e vada in tutta Italia. In Venezuela le donne vengono picchiate e violentate, ma sono donne forti e non dobbiamo lasciarle sole. La CPO ha pensato di organizzare un premio in onore di Maria Corina Machado rappresentante politica dell’opposizione, incarcerata e seviziata insieme a tante altre donne, tra cui anche Liliana Tintori moglie di Leopoldo Lopez ,leader dell’opposizione in carcere, hanno sfidato Maduro con una marcia, tutte vestite di bianco, per parlare dei diritti negati”.
Grazie a tutte le amiche e le sorelle venezuelane,-ha detto Maria Claudia López, delegata VenEuropa Abruzzo -, bisogna passare il messaggio che noi saremo sempre unite. È importante che questo messaggio sia trasmesso in tutta l’Italia. Stiamo operando in Italia e in Europa anche per far capire la vera essenza della donna venezuelana che tiene la famiglia e che combatte per il paese. Sento Gemma ed Alessandra come compagne di lavoro verso la tutela del Venezuela. Le donne venezuelane molto spesso sono ricordate per la lor bellezza e disponibilità. La donna venezuelana è una donna che vuole giustizia e non si tira indietro, molte di esse sono uscite dalle loro case ed hanno urlato i loro diritti e lottano per tutti”.
Hanno prestato la loro testimonianza alcune donne presenti. raccontando della vita in Venezuela e di quanto hanno subito. Non tutte sono riuscite a parlare, l’emozione ha tolto la voce alle parole.
Le donne che hanno parlato hanno voluto ricordare dei sacrifici fatti dagli italiani quando da emigrati sono arrivati in Venezuela e di quanto hanno lavorato e costruito per il bene stesso della propria famiglia e del Paese.
Una giovane donna, Maria Fernanda, madre di tre bambini, ha raccontato di essere stata oggetto di un sequestro espresso, cioè fatto in poco tempo, che serviva per chiedere un riscatto alla famiglia. Usciva di notte per trovare un supermercato per acquistare qualchecosa da far mangiare ai propri figli che per cinque anni non hanno potuto bere nemmeno il latte. Lei stessa è dovuta fuggire con in tre bambini portando con se una bandiera del Venezuela a ricordo e memoria della vita vissuta nella sua nazione.
Ha parlato Mirella una donna che ha passato la propria vita lavorativa in Venezuela, crescendo i figli e creando una ricchezza non solo per se ma per tutta la Nazione, e che è ritornata in Italia, a Pescara, senza poter portare nulla con sé, non rimpiangendo le ricchezze materiali, ma una terra in cui ha vissuto per tanti anni.
La triste e tremenda situazione coinvolge tutti non solo le donne e Toni, presente alla conferenza, ha voluto fare un excursus sulla situazione politica che si è deteriorata sempre più dall’arrivo, 18 anni addietro, di Chávez da Cuba, fino all’attuale presidente Maduro. Il Venezuela soffre una narco dittatura assassina e i soldati ammazzano i ragazzi di 15/16 anni e ben 133 studenti sono morti perché insorti contro Chávez.
La speranza per tutte le donne e per tutti i venezuelani è che questa conferenza sia solo l’inizio di una vera conoscenza della situazione del loro paese perché è solo dalla conoscenza che si può trarre un vantaggio e seguire l’obiettivo primario che è quello di portare il Venezuela ad una situazione di civiltà, dove i diritti primari sono garantiti per tutti.
Durante la conferenza è stato proiettato un filmato, molto forte e cruento, dove donne coraggiose sono state oggetto di soprusi e di violenze di ogni genere come una giovane ragazza di 15 anni presa dalla milizia solo perché aveva partecipato alla manifestazione, o di una ragazza, Geraldine Moreno, che invece non è nemmeno riuscita a partecipare alla manifestazione in quanto la milizia le ha sparato in pieno volto facendola morire dopo due giorni di dolore.