Pari opportunità all'Agenzia del Lavoro
L'ha spuntata l'assessora Sara Ferrari. La Giunta ha deciso: Pari opportunità all'Agenzia del Lavoro
TRENTO. La Giunta ha deciso. L'Ufficio Pari opportunità passerà dall'Agenzia per la Famiglia all'Agenzia del Lavoro. "La volta scorsa la delibera è stata sospesa - ha spiegato Sara Ferrari - ma oggi sono riuscita a dare i chiarimenti chiesti dai miei colleghi. Evidentemente - osserva - sono riuscita a tranquillizzarli".
"Le competenze e le attività dell'Ufficio sono date dalle leggi vigenti - ha spiegato - da ottime leggi, e l'Ufficio funziona indipendentemente da dove sia collocato". E precisa: "Non ci sono ripensamenti politici da parte della sottoscritta. Continueremo ad occuparci con convinzione di Pari opportunità, dei temi della violenza, del contrasto dell'omofobia così come assegnato dalla mozione votata dal Consiglio".
Sara Ferrari parla di "preoccupazioni legittime che però non avevano fondamento". Ed è contenta che sia stata l'occasione per approfondire i temi di cui tratta l'assessorato che presiede. Ma ribadisce: "Si tratta solo di collocazione fisica che risponde a ragioni organizzative interne".
Lo spostamento all'Agenzia del Lavoro darà "nuovo slancio all'Ufficio, da anni sotto la famiglia, anche per la vicinanza con la struttura che si occupa delle iniziative del lavoro su fronte dell'occupazione femminile". Spiega questo e conclude: "Questo è tutto, non c'è altro".
Alle perplessità sollevate da questo giornale, e alla lettera aperta firmata da esponenti dell'associazionismo e del mondo sindacale che le chiedevano una riflessione ulteriore, preoccupati per la riduzione delle Pari opportunità alla sola dimensione del lavoro, Ferrari risponde assicurando che l'Ufficio avrà autonomia di budget e che sarà gestito dall'assessorato e non dagli organismi dell'Agenzia.
A sostegno di Sara Ferrari è intervenuto anche Ugo Rossi: "Mi sono occupato di violenza quando ero assessore alle Politiche sociali, poi mi sono occupato di Pari opportunità da assessore alla famiglia. Questo tema è trasversale e non è decisivo il luogo in cui si trova". E continua: "Bisogna imparare a lavorare in rete, in modo trasversale"
E allora perché non collocare l'ufficio alla Direzione generale? Quello - come succede ovunque - è il posto più indicato per istituire una sorta di 'cabina di regia' trasversale a tutti gli assessorati. Le Pari opportunità, infatti si occupano di salute, politiche sociali, educazione, scuola.
Non solo di lavoro. Anzi, di lavoro se ne occupano minimamente visto che ottimi risultati stanno ottenendo le iniziative per il sostegno dell'occupazione femminile in capo a Alessandro Olivi. Perché nessuno ha il coraggio di dire che lo spostamento avviene soltanto perché a dirigere l'Agenzia c'è una dirigente in particolare?
Ma allora la domanda è questa: ma che senso ha spostare un Ufficio in base al dirigente? E soprattutto: visto che si prendeva in mano la questione, non sarebbe stato il caso di rivedere una declaratoria tutta declinata alle pari opportunità intese come uomo-donna per adeguarsi alla concezione contemporanea e europea che include anche altre questioni come l'omofobia e le discriminazioni in generale?
A un anno dalla fine della legislatura che senso ha questo spostamento? Non si poteva aspettare, collocare temporaneamente l'Ufficio alla Direzione generale e poi lavorare per l'istituzione, in futuro, di una Agenzia autonoma con più Uffici, più peso e magari più capacità di incidere sulla società?
Nell'attesa di leggere la delibera (non ancora pubblicata) rimangono molti dubbi: come fa un Ufficio a mantenere autonomia dall'Agenzia in cui si trova collocato? Come può avere autonomia di budget se le assegnazioni di bilancio sono in capo alle Agenzia? Come può un'organizzazione complessa come l'Agenzia del lavoro, normata da un'apposita legge, derogare alla legge stessa e non inglobare a sé un nuovo ufficio e 'gestirlo' indipendentemente alla propria organizzazione interna?