Il Comune esce dalla rete antidiscriminatoria per l’orientamento sessuale e per l’identità di genere
Nel luglio 2013 il Comune di Piacenza entrò a far parte di “Ready”, la rete nazionale delle amministrazioni pubbliche anti discriminazioni per l'orientamento sessuale e identità di genere, progetto dell'ufficio pari opportunità. Alla rete hanno aderito nel corso di questi anni sempre più comuni. Ora, a distanza di quattro anni, Piacenza si sfila. Lo ha deciso nel pomeriggio del 5 ottobre la Giunta comunale. La proposta è stata suggerita dall’intero gruppo consiliare della Lega Nord e portata avanti dall’assessore alla famiglia, in quota Lega, Massimo Polledri. Il centrodestra non aveva visto di buon occhio l'ingresso del capoluogo nella rete: arrivati a guidare l'Amministrazione, il tema è riemerso e la Giunta ha dato il suo ok all'uscita dal protocollo. «La rete in questi anni – commenta l’assessore Polledri – si è contraddistinta per aver propagandato progetti di educazione sessuale che si basano sull’ideologia gender. A nostro giudizio interveniva in un campo in cui si dovrebbe privilegiare l’autonomia educativa familiare». Polledri, con il centrodestra, si era battuto in Consiglio comunale nel 2015 contro un progetto di educazione sessuale promosso nelle scuole elementari dell'Emilia-Romagna.
Ready è nata nel 2006 in Italia e la sua finalità è di individuare, condividere e promuovere politiche di inclusione sociale per le persone LGBT, contribuire alla diffusione di buone prassi su tutto il territorio nazionale e supportare le Pubbliche Amministrazioni locali nella realizzazione di attività rivolte alla promozione e al riconoscimento dei diritti delle persone LGBT (persone lesbiche, gay, bisessuali e transessuali/transgender). RE.A.DY ha sede presso il Comune di Torino il quale dal 2001 ha istituito all'interno del Servizio Pari Opportunità e Politiche di Genere un servizio di tutela dei diritti delle persone omosessuali e transessuali per creare un clima di rispetto e di dialogo, libero da pregiudizi legati a condizionamenti sociali e culturali. Il Comune di Piacenza, pur non avendo alcun servizio specificatamente dedicato, attraverso l'Ufficio Pari Opportunità ha iniziato un percorso, in collaborazione con associazioni locali come Arcigay e Agedo, la cui finalità sarà quella di creare incontri e occasioni di ascolto per il superamento di discriminazioni ed esclusioni indirette. La Giunta ha però preferito abbandonare la rete.