Inclusione scolastica fuori dalla famiglia di origine: strategie didattiche per garantire “pari opportunità” nell'istruzione
A tutela del diritto allo studio dei minori fuori dalla famiglia di origine, quindi in affidamento familiare, ospiti nelle strutture dei sistemi di protezione (comunità familiari, case famiglia, comunità educative, comunità sociosanitarie), minori stranieri non accompagnati, minori sottoposti a provvedimenti dell’autorità giudiziaria minorile in ambito penale, sono state predisposte dal MIUR specifiche Linee Guida dove vengono fornite anche indicazioni e consigli relativi alle strategie didattiche utili per garantire loro adeguate opportunità di istruzione.
I suddetti alunni, come sottolinea il MIUR, evidenziano spesso le seguenti problematiche:
- elevati livelli di insuccesso scolastico
- carriere scolastiche più brevi
- bocciature frequenti
- abbandono precoce
- alti livelli di assenze
- esiti inferiori nelle competenze di base
- scarsa competenza verbale
- carenze nelle funzioni esecutive (attenzione, memoria di lavoro ecc.)
- scarse competenze logico-deduttive
- bassa autostima
- scarsa motivazione allo studio
Nella consapevolezza di queste problematiche, che possono interessare in maniera diversificata i singoli minori, gli insegnanti, come sottolinea il MIUR nelle Linee Guida, devono essere in grado di cogliere i segnali di disagio, malessere e sofferenza di questi alunni e devono essere preparati per intervenire al fine di attenuare il disagio e aiutare i minori per una piena integrazione scolastica.
A tal fine, secondo le indicazioni ministeriali, potrebbero essere utili le seguenti strategie didattiche:
- esperienze di apprendimento cooperativo
- aiuto reciproco
- tutoraggio tra compagni
Strategie didattiche, metodologie adottate e curricoli dovrebbero essere flessibili per adattarli alla realtà dei minori in relazione alle loro capacità e ai tempi necessari per il loro apprendimento.
Risulta, quindi, importante costruire e ricercare percorsi, itinerari e unità didattiche che forniscano competenze quando il minorenne è a scuola, considerando che il tempo scuola è, in queste circostanze, il più proficuo e stabile per il raggiungimento degli obiettivi formativi.
Per questi alunni gli insegnanti devono, quindi, prevedere un percorso personalizzato o, in caso di disabilità, di un Piano Educativo Individuale (PEI), qualunque sia il momento dell’anno in cui il minorenne viene accolto a scuola.
Viene ritenuto importante per i suddetti alunni valorizzare una competenza non ordinaria, frequentemente da loro posseduta, nel caso dei minorenni stranieri fuori famiglia, che è la competenza plurilinguistica
Per la più facile realizzazione e raggiungimento degli obiettivi prefissati in fase di programmazione personalizzata per i minori fuori dalla famiglia di origine, i docenti, in base alle indicazioni fornite dal MIUR nelle Linee Guida, dovranno dare preminenza agli interventi in classe e alla socializzazione degli apprendimenti, valorizzando il tempo scuola come determinante per il raggiungimento degli obiettivi previsti per il singolo.
La valutazione del percorso didattico deve essere flessibile, personalizzata e individualizzata, al pari delle strategie e delle metodologie attuate per il raggiungimento degli obiettivi.
La scheda di valutazione, come chiariscono le Linee Guida nel paragrafo 3 parte IV, devono essere intestate con il nome e il cognome che il minore ha nel momento in cui sono emesse. Per i minori affidati a parenti o a terzi non si pongono particolari problemi e le schede sono rilasciate con il cognome d’origine. Nel caso invece degli alunni in collocamento provvisorio “a rischio giuridico”, vale quanto già stabilito dalle “Linee di indirizzo per il diritto allo studio degli alunni adottati”.
A tutela della privacy di ogni alunno fuori dalla famiglia di origine occorre evitare l’esposizione nei luoghi pubblici (comprese le classi) di liste di nomi e cognomi dei minorenni.
I documenti di valutazione verranno ritirati dagli affidatari nel caso degli alunni in affidamento e, negli altri casi, dal tutore (anche provvisorio) e, sino a quando questi non sia stato nominato, dal legale rappresentate della struttura.