La Regione Fvg recede dalla rete nazionale Ready anti-omofobia - Cronaca
TRIESTE La giunta regionale del Fvg ha deciso di recedere da Ready, la rete nazionale delle pubbliche amministrazioni anti-discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, una decisione assunta nel quadro di "un riesame delle politiche regionali relative ai temi dell'inclusione sociale e delle pari opportunità".
"Le istituzioni scolastiche e le famiglie hanno strumenti sufficienti per insegnare e trasmettere i valori del rispetto e della diversità. Ogni altra iniziativa sul tema rischia di essere solo un indebito indottrinamento" ha dichiarato l’assessora regionale al Lavoro, formazione, istruzione, famiglia, ricerca e università, Alessia Rosolen, in merito alla questione.
Intanto non sono mancate le prime reazioni, tra cui quella dell'ex governatrice Debora Serracchiani, ora deputata: «Prima giunta e primo passo del presidente leghista Fedriga verso l'intolleranza. Ci si può nascondere dietro una cortina di parole ma questo è il segnale che da oggi in Friuli Venezia Giulia le minoranze di qualsiasi genere saranno meno garantite. Questo per chi non avesse chiaro cosa significa esattamente "prima gli italiani": non-italiani sono tutti quelli che lui considera diversi».
«È sconcertante - prosegue Serracchiani - la prontezza con cui Fedriga si fa dettare da fuori l'agenda delle sue delibere. Un mese esatto per aderire alla richiesta che già il 30 aprile scorso gli è arrivata via Twitter da Filippo Savarese, che gli scriveva 'ci aspettiamo l'uscita della Regione dalla #ReteReady controllata dalla Lobby Lgbt! #StopGender'. Questi è il portavoce di Generazione Famiglia e direttore della piattaforma CitizenGo Italia, l'associazione che ha tappezzato Roma dei manifesti con le scritte "l'aborto è la prima causa di femminicidio nel mondo". Se questo è uno dei compagni di viaggio o degli ispiratori di Fedriga e della sua Giunta - conclude - possiamo attenderci quello che già sappiamo: un colpo stridente sul fronte dei diritti civili».