Lorella Zanardo al ministro Fontana: «Contro l’aborto? Ascolti noi donne»
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DOMANDA: Cominciamo dai numeri: cinque donne su 18 ministri.RISPOSTA: Speravamo di meglio, ma d’altra parte siamo tristemente abituati a questi numeri in Italia. Ci sono stati governi con qualche ministro in più, altri con qualche ministro in meno, tuttavia una vera parità finora non l’abbiamo mai vista. Io sono ottimista di carattere, non ho preclusioni di sorta e sono convinta che quello delle donne non sia un tema di destra o sinistra, bensì di civiltà. Il Movimento 5 Stelle si è presentato come un partito di rinnovamento, ha avuto il maggior numero di donne in Parlamento, quindi ero fiduciosa, non credevo sarebbe andata così. Il problema della rappresentanza femminile continua a essere grave sia nel mondo politico che nella società.
D: Non è stato ripristinato il Ministero per le Pari Opportunità. Eppure il Movimento Cinque Stelle aveva dichiarato necessaria la sua istituzione.R: E anche questo è grave. Sono stanca, siamo stanche. Ma allo stesso tempo dico che ci sono tante donne con molte competenze che potrebbero dare una mano concreta per il bene del Paese. Io, per esempio, ho fatto la manager e la dirigente a livello internazionale per anni. Siamo, lo sottolineo, in tante. La nostra opinione deve contare, no? Abbiamo chiesto con forza il ripristino del Ministero per le Pari Opportunità, perché il nostro pensiero non è stato preso in considerazione? Le donne, più in generale, rappresentano il 51 per cento della popolazione mondiale: non valorizzare la loro opinione, non avvalersi del loro contributo è una cosa priva di logica e del tutto fuori tempo. Comunque, tornando all’Italia, non tutto è perduto: ci sono altre vie percorribili.
D: Per esempio?R: Innanzitutto mi auguro che a queste cinque donne venga data la possibilità di fare molto. E molto, per le donne, possono fare anche gli altri ministri. Per esempio, Di Maio adesso è ministro del Lavoro. Insieme a Barbara Lezzi, ministro per il Sud, può affrontare questioni cruciali. Ricordo che nel Meridione la media delle donne occupate è pari al 29,2 per cento contro una media europea del 62,4. Mi aspetto che ci si occupi al più presto di questo, magari formando un team femminile ad hoc. Sarebbe anche un modo per contrastare la violenza sulle donne.
D: Qual è il collegamento?R: Negli incontri che organizzo mi ritrovo non di rado a parlare con vittime di violenze domestiche. Donne che non hanno un lavoro, o che guadagnano poche centinaia di euro al mese. E loro stesse chiedono: «Se io ho questa situazione in casa, come faccio a ribellarmi alle violenze che subisco?». Ecco, mi auguro che Di Maio e la Lezzi si muovano per definire soluzioni concrete.
D: Passiamo a Lorenzo Fontana, nuovo ministro della Famiglia. È antiabortista, chiede con fermezza l’abolizione della legge 194 e ritiene che l’aborto sia la prima causa di femminicidio.R: Faccio a mia volta una domanda, proprio al ministro Fontana: può mettersi in ascolto? Può ascoltare le istanze di noi donne, riguardanti la gestione dei nostri corpi e, quindi, anche la legge 194? Io non voglio rotture e contrasti; vorrei che Fontana incontrasse le donne, magari cominciando da quelle che fanno parte di associazioni contro la violenza. E poi voglio dire un'altra cosa.
D: Prego.R: Siete contrari all’aborto? Ma cosa fate di concreto per evitare le gravidanze indesiderate? Sarebbe una cosa ottima se il ministro dell’Istruzione Bussetti favorisse l’introduzione nelle scuole di materie come l’educazione sessuale e l’educazione all’affettività. Quindi, come Di Maio e la Lezzi, anche Fontana e Bussetti potrebbero lavorare insieme. Per le donne.
D: Fontana è uno strenuo sostenitore della cosiddetta «famiglia naturale», composta da «un uomo e una donna».R: Bene. Allora potrebbe iniziare dalla parte che più gli interessa: come tutelare e sostenere realmente la famiglia naturale? Siamo fra i Paesi con il tasso di riproduzione più basso, e di certo la causa non è da ricercare negli aborti ma nella mancanza di incentivi. Anche di questo mi parlano le ragazze con cui mi confronto. Se una giovane donna guadagna 900 euro al mese, come fa a darne 600 alla baby sitter? Ovvio che si scoraggi. E vorrei dire una cosa anche a proposito degli anziani e dei disabili.
D: Dica.R: Sono soprattutto le donne a occuparsi di loro. Donne nella maggior parte dei casi mature, dai 60 anni in su, che sopportano quotidianamente un dolore disumano, si massacrano e vivono seppellite in casa. Perché nessuno parla mai di loro, perché nessuno le aiuta?
D: Lei auspica un enorme lavoro di squadra, giustamente. Speriamo si faccia. Cosa ne pensa di Giulia Grillo, neo ministra della Salute?R: Intanto è una donna medico e questo è un grande punto a suo vantaggio: conosce le materie di cui dovrà occuparsi. Magari riuscirà ad ammorbidire i toni di Fontana.
D: Le femministe chiedono a gran voce le contraccezione gratuita e un maggior numero di consultori: crede che la Grillo raccoglierà questi appelli?R: Dovrebbe farlo al più presto. Appartengo alla generazione che frequentava liberamente e assiduamente i consultori, era una cosa meravigliosa: si facevano visite ginecologiche, si faceva educazione sessuale. Si riceveva aiuto per numerose problematiche legate alle femminilità.
D: Nel contratto di governo le questioni legate alle donne non sono considerate o sono considerate con superficialità. Non c’è nulla sull’occupazione femminile e, per quanto concerne il femminicidio, si parla semplicemente di una «prevenzione» affidata ai corsi di formazione per le Forze dell’ordine e di singole iniziative dei Centri antiviolenza. R: Vedi, io ho gioito dinanzi all’elezione di tante donne elette fra i 5 Stelle. Però adesso ti dico che secondo me proprio i pentastellati stanno facendo l’errore, forse inconsapevole, di fermarsi qua. Cioè all’elezione delle donne. È quasi come se volessero dire: «Ne abbiamo elette molte, basta così». E invece no, non basta. Anche perché non è sufficiente essere donna per occuparsi dei diritti e della tutela delle donne. C’è bisogno di persone che sappiano affrontare con cognizione di causa temi specifici, a prescindere dal sesso e dalle idee politiche. Lo dico e lo ripeto: noi siamo qua. Usateci.