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Fossano, contro ogni tipo di mafia e per un'autentica pari opportunità - Quotidiano online della provincia di Cuneo

Scritto da Google News. Postato in Pari Opportunità

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I funerali di Lea Garofalo

Qualche tempo fa a Fossano  era sorta una querelle, dal sapore più politico che di effettiva consistenza, il cui oggetto era il basso numero di vie comunali intitolate a donne la cui storia o figura potesse essere onorata e indicata ai posteri come esempio, a prescindere dalla loro o meno origine locale, tanto che ne era nata una vera e propria campagna d'informazione, mutuata da quella di più ampio respiro nazionale, denominata "tre strade per  tre donne".

Proprio il Comune di Fossano, aderendo alla predetta iniziativa e seppur in passato aveva dato già segnali di attenzione in tal senso intitolando, pioneristicamente e in contro tendenza, una via ad una martire delle foibe, Norma Cossetto, decise, allora, ulteriormente, di  intitolare altre tre vie cittadine ad altrettante donne: Hannah Arendt, filosofa tedesca, Maddalena Baravalle, fondatrice dell'Avis di Fossano ed infine Adelaide Aglietta, già segretaria del partito radicale, che si è battuta per la legge sul divorzio, la legalizzazione dell’aborto e contro l’insediamento delle carceri speciali; peraltro già nel maggio di quest'anno si è proveduto almeno per l'Hannah Arendt e per l'Adelaide Aglietta.

Molto si sarebbe potuto obiettare sulla scelta di intitolare delle vie a queste due donne, una, filosofa tedesca rifugiata in America nel 1940, come tantissimi altri cittadini tedeschi per evitare la furia nazista, e l'altra una politica di carriera,  perchè entrambe lontane significatamente da una realta molto localistica come quella di Fossano, soprattutto per la mancanza di possibilità di cogliere il significato evocativo da lanciare al futuro ed ai posteri di queste titolazioni.

Ma se per dare inizio ad una controtendenza, che finora ha visto preponderante la quantità di personaggi maschili a cui è stata dedicata una via, si è ricorso a due personaggi semi sconosciuti per la maggioranza dei cittadini fossanesi, ma credo anche di tutta Italia e di cui non si percepisce il valore, il quid in più,  può anche essere ben accetta una scelta non prioprio così aderente allo spirito dell'iniziativa.

Non spetta a me indicare quale scelte deve fare l'Amministrazione Comunale di Fossano in tema di toponomastica o attribuzioni di valori necessari per titolare le rispettive vie comunali, ma proprio ieri mi ha colpito moltissimo vedere il Sindaco di Milano Giuliano Pisapia portare in spalla, quasi volesse portare il dolore di tutta una città, la bara di Lea Garofalo, giovane mamma trucidata prima a colpi di arma da fuoco e poi il cadavere dato alle fiamme, da parenti e personaggi appartenenti alla ndrangheta, a cui è bene precisarlo non apparteneva, aveva deciso di ribellarsi ai parenti mafiosi ed all'omertà che circonda questo sodalizio criminale, diventando testimone di giustizia.

Quale simbolo più potente potrebbe esistere oggi per indicare e rappresentare ai giovani, ma anche a noi non più giovani, di quello di una giovane mamma, che ha sfidato i luoghi comuni, ha sfidato la propria famiglia e la mafia, opponendosi ad un sistema prettamente maschilista ed arretrato, dicendo in maniera determinata, e cosciente delle conseguenze personali, nò alle ingiustizie, no alle connivenze, no alle mafie ed alla discriminazione di genere?

Lea Garofalo, trucidata dai suoi stessi parenti, è oggi il simbolo per eccellenza di un'autentica antimafia, fatta di azioni e non di parole o slogan, ma è al contempo anche l'esempio della sconfitta delle istituzioni che non sono riuscite a proteggerla, e cosa più grave, come ha detto Don Ciotti all'esequie pubbliche di ieri, noi (la società civile, quella che a parole si indigna schierandosi contro ogni tipo di illegalità e delinquenza mafiosa e non) dalle sedie delle nostre comodità e dei nostri interessi particolari quotidiani, non siamo riusciti ad salvarla.

Ora proprio da questa pagina, vorrei lanciare un messaggio all'Amministrazione Comunale di Fossano, che credo senza alcun dubbio sia dalla parte di chi lotta contro ogni tipo di sopraffazione ed illegalità, da dovunque essa arriva, interna esterna, comune e mafiosa e che ha fatto della campagna di pari opportunità uno dei  vessilli della propria gestione politica del territorio.

Soprattutto al Sindaco Balocco, che ha dimostrato negli anni trascorsi alla guida del Comune di Fossano lungimiranza, sensibilità, vicinanza e corettezza amministrativa,  vorrei lanciare un appello  affinchè si faccia ancora una volta promotore di tali valori e proponga a sua volta di intitolare la prossima via a Lea Garofolo, donna, madre e martire della crudeltà mafiosa.

 

Credo che questa donna lo meriti a prescindere dalla condizione di donna, ma se è necessario evidenziarlo lo si faccia e si dimostri ancora una volta che il Comune di Fossano è effettivamente per un riconoscimento oggettivo dei valori umani e sociali, senza se e senza ma, contro ogni tipo di discriminazione, sia razziale che di genere, ma soprattutto contro ogni tipio di illegalità e contro ogni tipo di mafia.

Seppur postumo, un riconoscimento a questa moderna martire consentirà di riaffermare, soprattutto per i giovani di Fossano, che i valori di sistema, ma soprattutto quelli personali, non sono derogabili o oggetto di scambio e che per essi, per il futuro dei propri figli e della società stessa, oggi, vi sono ancora persone che sono disposte a sacrificare la propria vita, così come l'ha percepito, Denise, la figlia di Lea Garofolo, affermando : "lo ha fatto per me!"

Per concludere vorrei sottolineare che Hannah Arendt potè scappare dal suo paese e rifugiarsi in America, Lea Garofalo, avendo fatto una scelta di campo, quella di donna e di madre, ma soprattutto oseri dire di cittadina, non è scappata, ma è rimasta accanto a sua figlia ed ad uno Stato dimostratosi alla fine ingrato e patrigno.

Dr. Carmelo Cataldi - Fossano

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