Il principio di pari opportunità in ambito politico. Un bilancio di una tutela sempre più multilevel - stato
Il 31 gennaio 1945, il Consiglio dei Ministri, sotto la presidenza di Ivanoe Bonomi, emanò il decreto legislativo luogotenenziale 2 febbraio 1945 n. 23, che riconobbe il diritto di voto alle donne: questo fu esercitato, per la prima volta, alle elezioni amministrative che si svolsero l’anno seguente e, quindi, il 2 giugno del 1946, quando l’intero corpo elettorale fu chiamato ad esprimere il proprio voto per il referendum istituzionale e per l’elezione dell’Assemblea Costituente (d.lgs.lt. n. 74/1946). Anche se sono oramai trascorsi quasi settant’anni da quell’importante riconoscimento, le donne continuano a scontrarsi contro un vero e proprio ‘tetto di cristallo’ che impedisce, di fatto, una pari possibilità (fra uomini e donne) di competere all’assegnazione di seggi nelle istituzioni rappresentative ad ogni livello di governo. Per superare queste barriere (formalmente) invisibili, il legislatore ordinario, prima, costituzionale e regionale, dopo, è intervenuto per assicurare un’effettiva parità di accesso per gli uomini e le donne alle cariche elettive e, pur senza giungere a stabilire una eguale parità di condizione nelle candidature, non ha inteso muoversi verso misure chiaramente discriminatorie per la tutela di un gruppo (non considerato come) svantaggiato... (segue)