Alleanza Cooperative, pari opportunità accesso al credito per donne
Roma, 29 nov. (Labitalia) - Nella difficile situazione economica del Paese, le imprese femminili rappresentano una delle componenti più dinamiche del sistema, ma le loro potenzialità di crescita sono fortemente limitate dalle maggiori difficoltà che incontrano, rispetto alle imprese a prevalenza maschile, per accedere al credito, che viene spesso accordato dietro richiesta di più garanzie e spesso anche con tassi di interesse più alti, nonostante dimostrino un più elevato tasso di affidabilità. E' quanto è stato ricordato oggi, in occasione del seminario 'L'accesso al credito delle imprese femminili: proposte per le cooperative rosa', organizzato dagli organismi di parità dell'Alleanza delle cooperative italiane, il coordinamento stabile costituito da Agci, Confcooperative e Legacoop.La vitalità delle imprese rosa è testimoniata anche dagli ultimi dati dell'Osservatorio sull'imprenditoria femminile di Unioncamere: tra settembre 2012 e settembre 2013, delle 6.140 imprese che si sono aggiunte alla base imprenditoriale del Paese, 3.893 (il 63%) sono imprese gestite da donne; in questo periodo, la base imprenditoriale femminile è cresciuta dello 0,27% (quasi il triplo della media del totale delle imprese italiane, che è stata dello 0,10%) e si è attestata al 23,6% del totale delle imprese.
Le cooperative rosa, dal 2009 al 2012 (quando ne sono state censite 17.674) hanno fatto registrare, in termini assoluti, un incremento del 7,7%, maggiore rispetto a quello di imprese femminili costituite in altra forma giuridica. Nell'ultimo anno, le nuove cooperative femminili sono state 925, con un incremento del 3,1% rispetto al 2012.
"La richiesta - sottolinea Dora Iacobelli, presidente della commissione Pari opportunità di Legacoop - di più garanzie e tassi di interesse più alti rispetto alle imprese a prevalenza maschile non è giustificato da condizioni di minore solvibilità delle imprese femminili che, al contrario, risultano più avverse al rischio e mediamente più affidabili. Le imprese femminili, inoltre, nonostante abbiano subito una contrazione del credito più marcata in tempi di credit crunch, hanno dato prova di maggiori capacità di restituzione dei finanziamenti ricevuti dalle banche, mostrando indici di deterioramento del credito più contenuti di quelli delle imprese maschili".
Per invertire la tendenza, gli organismi di parità dell'Alleanza delle cooperative sostengono la necessità di avviare un dialogo tra istituzioni, banche e organizzazioni imprenditoriali che determini un contesto in cui le imprese rosa godano di pari opportunità nell'accesso al credito. E, a questo fine, avanzano delle proposte che non presuppongono l'individuazione di risorse aggiuntive da destinare all'imprenditoria femminile, ma si concentrano su un diverso utilizzo di risorse e strumenti esistenti.
"La richiesta - sottolinea Dora Iacobelli - rivolta agli strumenti finanziari del mondo cooperativo è quella di predisporre un prodotto finanziario o un pacchetto di prodotti finanziari da proporre alle cooperative femminili denominato nello stesso modo, sotto il marchio dell'Alleanza delle cooperative italiane".
Nella cooperazione - sottolinea Giovanna Zago, coordinatrice commissione nazionale dirigenti cooperatrici di Confcooperative - il protagonismo delle donne, che rappresentano oltre il 52% delle persone occupate, si fa sempre più strada, sia per una maggiore rappresentanza nella governance, sia nella messa in atto di tante buone prassi che evidenziano la loro grande forza, energia, competenza e professionalità. Il credito è la benzina per le imprese. Le difficoltà di accesso sono note e dobbiamo lavorare per agevolare tutte le imprese".
"Quelle femminili però - conclude Zago - presentano una problematica ulteriore, una debolezza culturale: le imprese femminili tendono a non chiedere credito. Temono di subire un rifiuto dalle banche più di quanto non accada a quelle maschili. Quando il credito viene concesso, il costo del danaro è più oneroso e vengono richieste maggiori garanzie che alle imprese maschili. E' per questo che occorre attivare strumenti e canali informativi. La vera sfida è formare e informare le imprese femminili su come migliorare le condizioni di accesso al credito".
"La cooperazione rosa - dichiara Marieli Ruini, presidente del consorzio Meuccio Ruini di emanazione Agci e dirigente del coordinamento Donne Agci - ha finalmente prodotto una capacità di interlocuzione con le istituzioni e le rappresentanze politiche ed economiche per dimostrare quanto sia utile all'intera società sostenere l'impresa femminile, tenuto conto dell'incidenza con cui le donne partecipano alla formazione della ricchezza attraverso il mondo del lavoro nel suo insieme (autonomo e dipendente)".