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Crisi: Guerra, tornano stereotipi su donne e lavoro

Scritto da Google News. Postato in Pari Opportunità

Il viceministro per le politiche sociali con delega alle pari opportunità Maria Cecilia Guerra: "Se si scava sotto la superficie, riemergono stereotipi ancora radicati o quanto meno non ancora pienamente superati"

"La crisi economica sta avendo, come effetto indiretto, quello di far riemergere stereotipi che sembravano in maggior parte superati sul rapporto delle donne con il mondo del lavoro, rimettendo in discussione il loro diritto all'occupazione nel momento in cui la precarietà del lavoro e la crisi di opportunità occupazionali costringono spesso a decidere chi dei due componenti del nucleo famigliare debba andare a lavorare e chi rimanere a casa per aver cura dei figli". E' quanto osserva il viceministro per le politiche sociali con delega alle pari opportunità Maria Cecilia Guerra, intervenendo alla presentazione della ricerca Istat su 'Stereotipi, rinunce e discriminazioni di genere'.
Per Guerra, "se in generale vi è un'accresciuta consapevolezza delle discriminazioni che colpiscono le donne come anche gli stranieri o gli omosessuali, questa è comunque più diffusa fra le donne e fra i giovani. Ma se si scava sotto la superficie, riemergono stereotipi ancora radicati o quanto meno non ancora pienamente superati. Da economista -osserva il viceministro- rifletto sul fatto che se al Sud ciò è dovuto essenzialmente al fatto che soltanto una quota ancora minore di donne lavora fuori casa, al Centronord c'è il rischio che si torni a una mentalità che sembrava superata proprio da una quasi piena occupazione, riproponendo l'uomo al centro del lavoro e con esso il rischio che la donna torni ad occupare soltanto il centro della casa e della famiglia. Ciò mi allarma ma non mi meraviglia".

Allora, sottolinea Maria Cecilia Guerra, "ritengo che siano necessarie anche alcune 'forzature', come ad esempio le quote rosa nei Cda o, per quanto riguarda la politica, la parità di accesso di partenza nelle liste elettorali, anche se dico questo con un certo rammarico perchè preferirei che ci si arrivasse per altre vie. Ma soprattutto, servono politiche sociali attive di sostegno alla donna che lavora: purtroppo, queste sono ancora giudicate con un brutto termine come 'politiche delle sfighe' mentre sono invece 'politiche delle sfide' che chiamano a superare le difficoltà normative tuttora presenti". 

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