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RomaSette - Il viceministro alle Pari opportunità: «No agli opuscoli Unar» - Cultura e Società - News

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image Cecilia Guerra ha inviato una nota di demerito al direttore De Giorgi: «Non ho autorizzato io la diffusione del materiale didattico per l’educazione alle diversità nelle scuole. No a imposizione di punto di vista» di R. S.

«L’Istituto Beck, sulla base di un contratto con l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar) che risale al dicembre 2012 (ben prima che io esercitassi la delega alle Pari opportunità, dal luglio 2013) ha prodotto un kit per insegnanti dal titolo “Educare alla diversità a scuola”. L’Unar ha poi autorizzato la diffusione di questo materiale, con il logo della Presidenza del Consiglio - Dipartimento pari opportunità e dell’Unar, sul sito dell’Istituto Beck il 13 giugno 2013. Una più ampia diffusione di questo materiale è stata poi ulteriormente autorizzata dall’Unar il 4 febbraio 2014, senza che il direttore dell’Unar, Marco De Giorgi, me ne desse alcuna informazione, né che io fossi a conoscenza degli esiti della ricerca, di cui del resto ignoravo addirittura l’esistenza»: lo ha scritto in una nota diffusa nella serata di venerdì 14 febbraio , la viceministro al Lavoro e Pari opportunità Maria Cecilia Guerra. Ha anche reso noto di avere inviato una «formale nota di demerito al direttore dell’Unar Marco De Giorgi, sottolineando: “Non ho autorizzato io la diffusione del materiale didattico per l’educazione alle diversità nelle scuole, elaborato dall’Istituto Beck”».

La viceministro Maria Cecilia Guerra ha proseguito affermando: «Ho provveduto a inviare al Segretario Generale della Presidenza del Consiglio e alla Capo del Dipartimento di Pari Opportunità una formale nota di demerito a carico di De Giorgi. Ritengo infatti che una materia sensibile come quella dell’educazione alla diversità richieda particolare attenzione ai contenuti e al linguaggio. Questa attenzione, quando si parla a nome delle istituzioni, ricade nella responsabilità delle autorità politiche, che devono però essere messe nella condizione di esercitarla. Non è inoltre accettabile che materiale didattico su questi argomenti sia diffuso fra gli insegnanti da un Ufficio del dipartimento delle Pari Opportunità senza alcun accordo e confronto con il Miur».

La viceministro Guerra conclude: «Sono convinta che l’educazione alle diversità sia cruciale nel percorso educativo dei nostri ragazzi. La finalità non deve mai essere quella di imporre un punto di vista o una visione unilaterale del mondo, quanto piuttosto sollecitare nei giovani, attraverso i loro educatori, senso critico, consapevolezza, fratellanza, rispetto di ogni specificità e identità a partire da quelle che coinvolgono l’ambito affettivo e valoriale».

17 febbraio 2014

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