Renzi e il rebus delle unioni civili. Una cattolica alle pari opportunità?
I titoli – ius soli e unioni civili – sono stati enunciati nel vertice di maggioranza condotto da Graziano del Rio. Un vertice che aveva come oggetto il programma di governo e che non è filato esattamente liscio anche e soprattutto per malumori e dissensi Ncd che vanno dalle caselle di governo fino alla doppia maggioranza sulle riforme.
Ma mentre di alcune cose si è discusso: riforme, lavoro, fisco, pubblica amministrazione, sui due temi spinosi per il governo prossimo venturo non si è andati appunto oltre i titoli. E spinosi perché Renzi (che su entrambe le cose già pungolò il governo Letta e che ora è pungolato dalla sinistra interna) non intenderebbe mollare la presa, mentre – soprattutto sulle unioni civili, perché sullo iussoli un accordo si trova – il Nuovo centrodestra in cui è confluita una sostanziosa pattuglia ex neocon (vedi alla voce Maurizio Sacconi, capogruppo al senato) non è in alcun modo riconducibile all’idea.
Ma tant’é. Le questioni al momento esistono, e al punto unioni civili la specifica era civil partnership alla tedesca.
Si tratta però di capire fino a che punto Renzi – intende forzare nella fase di formazione del governo, in presenza di tutte quelle «criticità» di cui ha parlato Sacconi e su cui si è centrato, in serata, il vertice fra il premier incaricato e Angelino Alfano. Il quale, per la delega alle pari opportunità – attualmente attribuita all’apprezzato sottosegretario al lavoro Cecilia Guerra a cui si devono anche i centri antiviolenza – aveva proposto Isabella Rauti, che ieri ha smentito.
E se è comunque difficile che la figlia di Pino Rauti e moglie dell’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno (già consulente per Alfano ministro dell’interno sul femminicidio) possa passare, è più realistico che le pari opportunità vengano assegnate al Pd, magari a un esponente “dialogante” del mondo cattolico. Con il suo inner circle Renzi starebbe ragionando su questa ipotesi e i nomi in campo sarebbero quelli delle parlamentari europee Silvia Costa e Patrizia Toia, entrambe ex popolari.
Ma il premier incaricato starebbe anche valutando se ripristinare il ministero delle pari opportunità, come segnale di rilevanza su un tema che per lui è politicamente qualificante.
Intanto, però, sono in molti a pensare che, comunque vada, di unioni civili – e per ovvie ragioni – il nuovo governo non si occuperà. Ma questo non significa che il Pd di Renzi se ne disoccuperà. In parlamento sono infatti depositate diverse proposte di legge (una di fedelissimi renziani, molto avanzata) e un’altra sta arrivando a prima firma Emma Fattorini (Pd). E in parlamento una “strana” maggioranza a favore di un modello avanzato di regolamentazione sulle coppie di fatto potrebbe esserci. Senza Ncd, ma con i liberal di Forza italia, svincolati dai legami vaticani del Cavaliere. E con Sel e magari i Cinque Stelle. Oltre al Pd, naturalmente.
@gozzip011
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