Governo Renzi, Arcigay Bat: «No ministri Pari Opportunità e Integrazione, diritti civili in secondo piano?»
(22 febbraio 2014) Dal punto di vista formale, nulla da eccepire: parità di genere rispettata in pieno, con il 50% di rappresentanti di ambedue i sessi tra i sedici neoministri del Governo Renzi. A far discutere, tuttavia, è l’assenza di un dicastero dedicato alle Pari Opportunità, così come all’Integrazione. Ad evidenziare l’anomalia è l’associazione Arcigay Bat, che auspica che ciò non si traduca in una sottovalutazione delle problematiche inerenti alla tutela dei diritti civili.
“È stato annunciato ieri il nuovo esecutivo presieduto dal premier incaricato Matteo Renzi. Interessante la sua composizione, consistente in un governo “light” costituito da 8 ministri e 8 ministre. Ebbene, al momento le pari opportunità appaiono rispettate solo al suo interno, dal momento che non vi figura un ministero fondamentale per avviare quel discorso inerente ai diritti civili che dovrebbe metterci alla pari con gli altri Paesi europei. Certamente un ministero di questo tipo non è determinante, ma il neopremier su questi temi si è rivelato nei suoi proclami decisamente timido e difficilmente crediamo che la sua decantata civil partnership all’inglese possa andare a buon fine con la coesistenza del Nuovo Centrodestra, Scelta Civica e il placet di Forza Italia, i quali per rassicurare il loro elettorato hanno annunciato più volte che mai voteranno a favore dei matrimoni gay, figuriamoci per un loro surrogato.
Deplorevole anche la scelta di non istituire un Ministero dell’Integrazione, come se la questione dello ius soli fosse un capriccio di una certa area di sinistra e non una problematica a cui porre rimedio al più presto. Premesso che ci auguriamo di trovare una smentita nell’operato del governo Renzi, ribadiamo tuttavia che i diritti civili non possono scivolare in secondo piano. Si tratta di diritti umani”.
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