Governo: verso la nomina sottosegretari, Cdm entro giovedì. Possibile Scalfarotto alle Pari Opportunità
Rispetto ad uno dei governi più snelli della storia italiana - 16 ministri - sono di certo diversi i numeri in ballo nel toto-sottosegretari partito in queste ore: numeri che oscillano tra le 40 e le 50 nomine (circola la cifra di 43) e sui quali stanno lavorando Graziano Delrio, Lorenzo Guerini e Luca Lotti, tra gli uomini più vicini al premier Matteo Renzi. Due i rebus sui cui si dovrà trovare il giusto equilibrio: quello di non scontentare i partiti della maggioranza e quello di affiancare ad una compagine ministeriale giovane nomi d'esperienza, confermando alcuni dei sottosegretari e viceministri dell'era Letta.
Un lavoro a tempi record, comunque, che potrebbe essere ultimato tra mercoledì e giovedì, quando Renzi probabilmente convocherà il Cdm per le nomine di sottosegretari e viceministri. La base 'numerica' da cui partire sarà quella di 2 sottosegretari per ministero, più le deleghe da assegnare alla presidenza del Consiglio, con qualche eccezione per i ministeri più 'pesanti', Economia ed Esteri su tutti. In via XX Settembre Luigi Casero (Ncd) viaggia verso la conferma mentre il nome nuovo è quello di Enrico Morando (Pd), ex presidente della Commissione Bilancio del Senato. Outsider, ma non troppo, anche Ernesto Maria Ruffini, tra i protagonisti della Leopolda. Allo Sviluppo Economico probabile la conferma di Simona Vicari (Ncd) e Claudio De Vicenti (Pd) ma in pole c'è anche un altro viceministro del governo Letta, il montezemoliano Carlo Calenda. E conferme emergono anche alla Farnesina, dove Lapo Pistelli (Pd) e Mario Giro (Ncd) non dovrebbero traslocare. Ai due potrebbe aggiungersi un terza figura come quella di Mario Mauro (Pi) se accetterà la 'retrocessione' da ministro a vice. Sempre alla Farnesina è legato uno dei nodi di queste ore, quello della delega agli Affari Ue, che potrebbe essere assegnata agli Esteri o alla presidenza del Consiglio.
Altro nodo, questa volta più politico, è quello legato ad Enrico Costa (Ncd), possibile sottosegretario (o viceministro) alla Giustizia con Nunzia De Girolamo che, a quanto si apprende, vorrebbe sostituirlo come capogruppo alla Camera. Ncd, in particolare, potrebbe vedere confermati tutti i 'suoi' del governo Letta, più due ingressi. I nomi in gioco sono tanti e non escludono la sinistra Pd (Zoggia e Stumpo tra i più papabili), che, per ora, non apre e non chiude a possibili nomine. In corsa sono anche Benedetto Della Vedova e Irene Tinagli (in ballo con il collega Pietro Ichino al Lavoro) in quota Sc, Simona Bonafe', Angelo Rughetti e Lotti (si ipotizza per quest'ultimo anche la nomina a sottosegretario alla presidenza con delega ai servizi) tra i renziani. Verso la conferma Erasmo De Angelis (Pd), alle Infrastrutture, mentre resta in bilico la delicata delega all'Editoria affidata da Letta a Giovanni Legnini. Una nomina di 'rottura', infine, potrebbe essere quella di Ivan Scalfarotto per la delega a Pari Opportunità, Droga e Diritti Civili. In un ruolo che, nell'ultimo governo Berlusconi, fu ricoperto da Carlo Giovanardi.
25 febbraio 2014
Redazione Tiscali
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