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Caro Renzi, dove hai messola delega alle Pari Opportunità?

Scritto da Google News. Postato in Pari Opportunità

Se davvero si vuole pensare alle famiglie, come Renzi ha più volte promesso, non si possono ignorare le donne

Soltanto nove donne su 44 sottosegretari, ma il problema non è soltanto questo. Perché la squadra voluta da Matteo Renzi certamente pecca rispetto alla componente femminile che appare troppo esigua, però lascia aperti svariati interrogativi anche sui criteri di scelta. Sarebbe opportuno che il presidente del Consiglio spiegasse perché ha deciso di premiare con un posto al ministero della Cultura Francesca Barracciu, che proprio lui aveva deciso di “ritirare” dalla corsa per la presidenza della Regione Sardegna. E soprattutto che chiarisse come mai ha deciso di eliminare la delega alle Pari Opportunità.

È l’intera squadra a suscitare perplessità ma noi abbiamo deciso di concentrarci su quei casi che ci appaiono più eclatanti. Il lavoro avviato da Cecilia Guerra – che grazie alla delega alle Pari Opportinità aveva già compiuto alcuni passi importanti – non può essere lasciato in sospeso. I progetti di intervento in favore delle donne in difficoltà hanno bisogno di essere incentivati, non penalizzati. Se davvero si vuole pensare alle famiglie, come Renzi ha più volte promesso, questo è uno dei problemi che non può essere ignorato. Bisogna agire e bisogna farlo subito. Altrimenti si dimostrerà che anche questa volta le promesse sono soltanto frutto di propaganda.

Un discorso analogo si può fare sul caso che coinvolge Barracciu. Il fatto che sia donna non può certo bastare a placare le polemiche. Anzi. L’accusa di aver lucrato sui rimborsi elettorali è molto grave. Nessuno può essere “condannato” prima di una sentenza definitiva, ci mancherebbe. Ma il problema non è e non può essere soltanto penale. La Barracciu prima e Renzi poi dovrebbero spiegare, convincere i cittadini che la scelta è davvero giusta e necessaria, far comprendere ciò che al momento non è comprensibile. Perché soltanto un’operazione di trasparenza rappresenterebbe il vero cambiamento, la svolta rispetto ai canoni classici della politica che il premier tante volte ha detto di voler effettuare.

Un argomento tanto più attuale, quando si esaminano i numeri dei componenti del governo. «Non mi piace l’idea che ci siano poche donne. Questo lo dico anche perché so quanto il presidente del Consiglio ci tenga, e credo anche che sia stato difficile non rispondere pienamente alle esigenze di una presenza maggiore delle donne», ha dichiarato Debora Serracchiani, componente della segreteria del Pd e presidente del Friuli Venezia Giulia, ritenuta una “fedelissima” di Renzi. Se davvero si vuole cambiare le cose, niente può apparire troppo difficile o impossibile da realizzare. Altrimenti vorrà dire che bisogna rassegnarsi a schemi vecchi che proprio Renzi aveva invece dichiarato di voler superare.

 

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