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Simonetta Fedrizzi: «mi ricandido alla Presidenza della Commissione delle Pari Opportunità, perché ci credo»

Scritto da Google News. Postato in Pari Opportunità

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Alla fine di marzo la commissione provinciale per le pari opportunità rinnoverà il suo organico.

Già risultano essere nominate dal consiglio provinciale, secondo la legge provinciale n. 13 del 201, le due esponenti del mondo accademico la prof.ssa Giovanna Covi ed prof.ssa Anna Simonati.

A completare la composizione della commissione, saranno elette 6 rappresentantidelle associazioni che sul territorio si occupano di parità di genere, assieme ad altre due componenti espressioni dei sindacati e della categoria dei datori di lavoro.

Un totale di 10 componenti alle quali si aggiungerà la presidente direttamente votata dalla nuova composizione della commissione che durerà in carica 5 anni.

Abbiamo incontrato la presidente uscente, Simonetta Fedrizzi, al termine di una riunione con le associazioni che sul territorio promuovono la parità di genere.

Laureata in giurisprudenza con master in politiche di genere nel mercato del lavoro, project manager presso la Federazione provinciale delle cooperative, Simonetta Fedrizzi ci accoglie facendoci visionare la moltitudine di materiale raccolto di attività, nei soli ultimi 5 anni, svolta dalla commissione sul nostro territorio.

Passione e grande interesse per la materia, oltre che forte senso per l’istituzione e l’importanza che per lei riveste la commissione, sono queste le leve che muovono Simonetta Fedrizzi alla ricandidatura da presidente per i prossimi 5 anni.

Un grande impegno che porta però anche a molte soddisfazioni - ci confessa - infatti l’attività della commissione è quanto mai oggi importante perché entrata nell’agenda politica locale come priorità e non come semplice formalità.

Promuovere politiche di parità di genere non significa solo chiedere maggiore rappresentanza nelle istituzioni, ma anche occuparsi di temi come violenza e discriminazioni che portano, dati alla mano, le donne in netto svantaggio nella nostra società.

Presidente Fedrizzi quali sono le “azioni positive” più importanti che in questi anni ha promosso la Commissione provinciale per le pari opportunità?

Direi che l’attività della commissione negli ultimi 5 anni si è mossa in 3 grandi macroaree:

1. Attività in ambito scolastico. La formazione dei ragazzi delle scuole superiori e degli insegnanti che ha portato a risultati straordinari, tanto che probabilmente l’attività nelle scuole proseguirà anche nei prossimi anni. Si è partiti dagli spot televisivi, dallo studio della storia o del teatro indossando “nuovi occhiali” in ottica di genere.

I ragazzi hanno scoperto che, nella storia come nella letteratura e nelle scienze, ci sono state anche molte donne che in passato hanno dato contributi importanti, il più delle volte dimenticate o addirittura escluse dai libri scolastici come a sancire che la storia sia da sempre stata scritta da uomini. Si è arrivati ad analizzare anche i libri di testo, promuovendo quelli “ virtuosi” nella visione paritaria. Un lavoro a 360 gradi partendo dai ragazzi e dagli output che le nuove generazioni danno sul tema.

2. Attività di prevenzione e di consapevolezza della violenza sulle donne. Un tema difficile, delicato. Attraverso incontri, spettacoli teatrali e campagne di sensibilizzazione abbiamo riscontrato quanto sia diffuso anche sul nostro territorio il fenomeno della violenza di genere. Un fenomeno silenzioso che però emerge nella sua tragicità con segnalazioni e piccole richieste di aiuto in seguito agli incontri sul territorio.

3. La terza macroarea è sicuramente affidata alla battaglia per una maggiore rappresentanza delle donne nelle istituzioni. Abbiamo promosso nella scorsa legislatura la redazione di un disegno di legge provinciale di modifica del sistema elettorale, battendoci per la doppia preferenza di genere, che però non ha avuto approvazione nella scorsa legislatura. Allo stato attuale siamo in attesa di un nuovo testo di modifica non solo su piano provinciale, ma anche su piano regionale. 

In caso di una sua seconda elezione alla guida della commissione provinciale delle pari opportunità quali saranno le iniziative che intenderà attuare nei prossimi 5 anni?

Sicuramente mi impegnerò perché il grande lavoro iniziato nelle scuole superiori della Provincia continui, è dalle giovani generazioni che deve partire il cambiamento culturale in ottica di genere, sono convinta che siano loro il ricettacolo primario sul quale lavorare. Una ragazza e un ragazzo a 18 anni devono sapere cosa significa violenza anche solo verbale ed eventualmente riconoscerla e contrastarla.

Mi attiverò per incrementare la promozione su tutti i canali possibili dell’ attività volta al contrasto della violenza e delle discriminazioni di genere sia nella società che nel mondo del lavoro, fornire soluzioni possibili significa informare che dalla violenza si può e si deve uscirne. Infine cercherò di lavorare in stretto contatto con le istituzioni provinciali e nazionali perché sia approvata in tempi brevi la nuova legge elettorale per promuovere una maggiore rappresentanza delle donne nelle istituzioni locali e nazionali.

In consiglio provinciale siedono solamente 6 donne, delle quali nessuna diretta espressione del centro destra trentino. Quali sono secondo Lei le soluzioni che potrebbero portare a una maggiore rappresentanza di genere?

Il tema è spinoso, credo sia doverosa quanto mai necessaria una modifica della legge elettorale con la preferenza di genere obbligatoria. Si arriverebbe a colmare una lacuna che di fatto porta ad uno svantaggio in termini numerici nelle istituzioni politiche del Trentino.

Siamo metà della società perché non dobbiamo essere metà della composizione del consiglio provinciale? Non nascondo, tuttavia, che il tema ha anche delle forti radici culturali, bisogna associare ad una legge ad hoc anche una promozione all’interno dei partiti politici di esponenti femminili attraverso scuole di formazione politiche e visibilità. Non a caso la maggior parte delle consigliere provinciali elette sono comunque donne molto conosciute, sulle quali i partiti di appartenenza hanno investito già da molti anni.

In ambito nazionale come vede il nuovo governo Renzi?

Sicuramente il nuovo governo formato dal 8 ministri donne è un buon segnale che spero possa essere seguito anche dall’approvazione di una nuova legge elettorale nazionale con attenzione alla rappresentanza di genere. Attualmente siamo, come Conferenza delle Presidente degli organismi di pari opportunità, in attesa del nuovo testo con l’introduzione di preferenze di genere e di liste elettorali alternate. La commissione provinciale per le pari opportunità si occupa anche di parità in base agli orientamenti sessuali? Certo, mi auguro che nella prossima attività della nuova commissione siano inserite molte più attività di sensibilizzazione e promozione su questo tema.

Come risponde a chi afferma che la commissione pari opportunità non ha senso al giorno d’oggi?

I dati istituzionali che abbiamo in mano riportano una società non equa in senso di genere. Finché persisterà l’iniquità nel mondo del lavoro, in politica e nella società, ci sarà bisogno di un organismo come la commissione provinciale delle pari opportunità. Mi piacerebbe che non ci fosse reale bisogno del nostro organismo perché ciò significherebbe l’arrivo all’equità di genere nella nostra società. 

 

 

Arianna Bertagnolli

 

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