La Carta delle Pari Opportunità, la cui firma a Genova è stata fortemente voluta dalla Consiglieraregionale di Parità Valeria Maione, è una dichiarazione di intenti di livello europeo, nata nel 2009 di Redazione“Mentre in Parlamento la questione femminile viene strumentalizzata e subordinata allo scontro politico sulle riforme, sul territorio e in particolare nel mondo dell’artigianato e dell’impresa di taglia minore – mette in evidenza Sarah Pissarello Presidente CNA Liguria-Impresa donna – si registra ben altra maturità e avanzamento dei rapporti di genere. Non solo con la firma della Carta per le Pari Opportunità e l’Uguaglianza sul Lavoro della Liguria (www.cartapariopportunita.it), cui CNA Liguria ha aderito lunedì a Genova, ma anche con l’impegno di diffonderne i contenuti, sia a livello locale attraverso le CNA Provinciali, sia con la mia proposta fatta ieri a Roma nel Consiglio nazionale CNA Impresa Donna di aderire a livello nazionale. Il presidente di CNA nazionale Daniele Vaccarino si è dichiarato d’accordo”.La Carta delle Pari Opportunità, la cui firma a Genova è stata fortemente voluta dalla Consigliera regionale di Parità Valeria Maione, è una dichiarazione di intenti di livello europeo, nata nel 2009 e sottoscritta volontariamente da imprese di tutte le dimensioni, per la diffusione di una cultura aziendale e di politiche delle risorse umane inclusive, libere da discriminazioni e pregiudizi, capaci di valorizzare i talenti in tutta la loro diversità.“CNA Impresa Donna Liguria – ha proseguito Sarah Pissarello – a questo proposito sta coordinando un progetto del Centro Studi CNA Liguria sulla figura della Donna Imprenditrice, per individuare le potenzialità e le buone pratiche delle imprese gestite da donne imprenditrici”.La CNA in Liguria non è nuova ai primati di genere: nel 2013 l’associazione degli artigiani ha fatto registrare un record a livello nazionale con l’elezione di tre presidenti provinciali donna su quattro. “Segno che la partita sulla quote rosa, in molti casi ancora indispensabile – rileva ancora Pissarello – in altri contesti potrebbe essere in parte superata: quando cioè l’alleanza di donne e uomini contribuisce alla formazione di regole del gioco condivise, capaci di valorizzare il contributo innovativo derivante dalla parità di genere”.I datiIn Liguria, con una impresa femminile su quattro, le donne imprenditrici superano la media nazionale e arrivano al 25%. La provincia più virtuosa è quella spezzina con la punta del 28%. Seguono Savona e Imperia (27% e 26,5%). Soltanto la provincia di Genova registra un dato inferiore: 23,5%. I settori a maggiore propensione femminile sono in regione l’Agricoltura 37,2% (Italia 29,2%), il Turismo 35% (Italia 33,3%), il Commercio 30% (Italia 27,1%), e i Servizi 27,2% (Italia 25%) – tutti gli altri settori comunque superano il 10% eccetto le Costruzioni 5,8% (Italia 7,4%), i Trasporti e spedizioni 9,5% (Italia 11,3%).
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La Redazione di Imperiapost
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