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il sì alla Carta per le Pari Opportunità e l’Uguaglianza sul Lavoro

Scritto da Google News. Postato in Pari Opportunità

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«Mentre in Parlamento la questione femminile viene strumentalizzata e subordinata allo scontro politico sulle riforme, sul territorio e in particolare nel mondo dell’artigianato e dell’impresa di taglia minore – afferma Sarah Pissarello, presidente Cna Liguria-Impresa donna – si registra ben altra maturità e avanzamento dei rapporti di genere. Non solo con la firma dellaCarta per le Pari Opportunità e l’Uguaglianza sul Lavoro della Liguria, cui Cna Liguria ha aderitolo scorso 10 marzo a Genova, ma anche con l’impegno di diffonderne i contenuti, sia a livello locale, attraverso le Cna provinciali, sia con la mia proposta fatta a Roma, nel Consiglio nazionale Cna Impresa Donna, di aderire a livello nazionale. Il presidente di Cna nazionale (Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa) Daniele Vaccarino si è dichiarato d’accordo».

La Carta delle Pari Opportunità, la cui firma a Genova è stata fortemente voluta dalla consigliera regionale di Parità Valeria Maione, è una dichiarazione di intenti di livello europeo, nata nel 2009 e sottoscritta volontariamente da imprese di tutte le dimensioni, per la diffusione di una cultura aziendale e di politiche delle risorse umane inclusive, libere da discriminazioni e pregiudizi, capaci di valorizzare i talenti in tutta la loro diversità.

«Cna Impresa Donna Liguria – ha proseguito Sarah Pissarello – a questo proposito sta coordinando un progetto del Centro Studi Cna Liguria sulla figura della Donna Imprenditrice, per individuare le potenzialità e le buone pratiche delle imprese gestite da donne».

E in effetti in Liguria, con una impresa femminile su quattro, ledonne imprenditrici superano la media nazionale e arrivano al 25%. La provincia più virtuosa è quella spezzina con la punta del 28%. Seguono Savona e Imperia (27% e 26.5%). Soltanto la provincia di Genova registra un dato inferiore: 23.5%. I settori, in regione, a maggiore propensione femminile sono l’agricoltura (37.2%; Italia 29,2%), il turismo (35%; Italia 33.3%), il commercio (30%; Italia 27.1%) e i servizi (27.2%; Italia 25%). Tutti gli altri settori comunque superano il 10% eccetto le costruzioni (5.8%; Italia 7.4%) e i trasporti e spedizioni (9.5%; Italia 11.3%).

Nel 2013, inoltre, l’associazione degli artigiani ha fatto registrare un record a livello nazionale con l’elezione di tre presidenti provinciali donna su quattro. «Segno che la partita sulla quote rosa, in molti casi ancora indispensabile – continua Pissarello – in altri contesti potrebbe essere in parte superata: quando cioè l’alleanza di donne e uomini contribuisce alla formazione di regole del gioco condivise, capaci di valorizzare il contributo innovativo derivante dalla parità di genere».

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