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Pari Opportunità: la delega al Premier (che così ci mette la faccia)

Scritto da Google News. Postato in Pari Opportunità

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Sulle quote, almeno ai piani alti del suo governo, nulla da dire: quello di Matteo Renzi è il primo in Italia ad essere composto con perfetta parità di genere, 8 ministri donne e 8 uomini. Sulle citazioni, nemmeno: generosamente il premier, quando può, si spende in esempi di figure femminili virtuose – a partire dalla categoria delle insegnanti – che devono essere valorizzate. E per le europee, le capolista Pd sono tutte donne. E anche a indiscrezioni non stiamo male: nella mega tornata di nomine nelle società di Stato che dovrebbe arrivare a giorni, pare che il capo del Pd abbia preteso una adeguata rappresentanza di genere. Insomma, molte donne, le si chiamino quote di genere, “rosa”, o come si voglia.

E però, a fronte di segnali positivi, è bene tenere alta la guardia. E lasciare ai fatti, nel presente e per il futuro, il compito di raccontare la verità. Ieri per dire, a sorpresa, Renzi ha preso una decisione che si presta a una doppia lettura: ha mantenuto per sé la delega alle Pari Opportunità, che non era stata assegnata alla nascita del suo governo. Una delega che nei governi della Seconda Repubblica era stata sempre attribuita ad un ministro senza Portafoglio, a tempo pieno, dedicato. Con esiti variamente giudicabili, sia chiaro, ma con linea chiara.

Ora cambia tutto. #Cambiaverso, come direbbe Renzi con un hashtag. E non è detto che questa mini-rivoluzione non abbia il suo vantaggio: in fondo il premier dello slogan «ci metto la faccia» ha fatto la sua bandiera.

Se ritiene di essere in grado, tra i mille impegni che un governo in una fase di crisi e di corsa obbligata, a seguire con impegno e attenzione una materia tanto delicata come le Pari Opportunità, lo faccia. E lo faccia sia operando che parlandone, visto che le occasioni per esprimersi in pubblico decisamente non gli mancano. È possibile, sicuramente auspicabile, e anche probabile che la sua energia travolgente porti risultati anche in questo campo: in fondo, la forza di un premier-ministro potrebbe e dovrebbe aiutare a superare gli ostacoli.

E però, appunto, nulla è scontato, nulla è concesso gratis. Renzi ha fatto una scelta forte, ora deve dimostrare che è quella giusta. Ha deciso che non serviva la faccia di una donna o comunque di un ministro ad hoc, ha scelto di metterci la sua. Nessuno pensi che su questo terreno si possa andare lenti laddove invece la parola d’ordine è «di corsa, non c’è tempo da perdere». Le mosse coraggiose e rischiose vanno seguite con attenzione magari facendo un po’ il tifo, ma poi pesate per apprezzarne l’efficacia. E dunque #stiaserenoRenzi:  noi siamo qui, per partecipare a quanto sarà possibile, per non lasciar correre quanto finirà disperso.

 

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