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Serve il ministro per le Pari Opportunità: firma la petizione!

Scritto da Google News. Postato in Pari Opportunità

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Chiediamo al governo di nominare al più presto un ministro per le Pari Opportunità. Per sollecitare l'esecutivo ad adottare questa misura e sbloccare così una situazione di stallo totale, oltre a utilizzare gli strumenti parlamentari, abbiamo deciso di pubblicare una petizione sul sito change.org.

Il ministero per le Pari Opportunità, ha il compito di prendere in carico le situazioni di disagio sociale e di individuare e fornire gli strumenti adatti al superamento degli ostacoli che impediscono il conseguimento di uguaglianza ed equità sociale.

Dall'insediamento del Governo Renzi questa delega non è stata assegnata ad alcun membro dell'esecutivo e, di fatto, è nelle mani del premier che però, per ovvie ragioni di ordine pratico, non se ne occupa come sarebbe dovuto e necessario. Ciò sta determinando effetti negativi, che si tramutano poi in difficoltà pratiche per la vita degli italiani.

Indichiamo alcune delle principali conseguenze della situazione attuale:

- Stallo del Piano Nazionale Antiviolenza sulle donneSi tratta del provvedimento orientato alla prevenzione e al sostegno delle vittime di violenze, è stato approvato nel decreto "femminicidio" (art.5) dal Governo Letta. In quella fase il Piano sembrava essere a un passo dall'emanazione. Ad oggi, tutto è rimasto fermo.

- Controversie irrisolte tra UNAR - Ufficio Antidiscriminazioni Razziali - e MIUR - Ministero dell'Istruzione, Università e RicercaLa questione riguarda la diffusione di materiale informativo per il corpo docente delle scuole italiane relativo al tema delle discriminazioni basate su orientamento sessuale e identità di genere. Tuttora non si hanno delucidazioni circa il protocollo di intesa avviato tra i due enti. L'UNAR dipende dal dipartimento per le Pari Opportunità che, non avendo una guida politica, non si è espresso sulla questione.

- CUG (Comitati Unici di Garanzia)Creati con la finalità di prevenire ogni forma di discriminazione nei luoghi di lavoro, sono tuttora un punto interrogativo. Non si ha contezza dei risultati raggiunti, e dei conseguenti miglioramenti delle condizioni lavorative, né dell'andamento delle attività in corso, a distanza di 3 anni dalla loro costituzione.

- Mancata realizzazione del Piano d'azione biennale per la disabilitàIl Piano, adottato dal Consiglio dei Ministri nel 2013, prevede 7 linee di intervento. Il contributo del dipartimento per le Pari Opportunità è previsto espressamente nella linea di intervento relativa alla Riforma del riconoscimento dell'invalidità. Ma l'apporto del dipartimento per le Pari Opportunità è richiesto anche per le restanti linee, trattando queste di tematiche quali lavoro, inclusione nella società, inclusione scolastica.

- Congedi di maternità e paternitàRispetto alla "sperimentazione" sui congedi di paternità, avanzata dall'ex ministro del Lavoro, Elsa Fornero, non è stato compiuto nessun ulteriore passo in avanti. Questo avviene in contrasto rispetto a quanto accade in altri Paesi europei, che operano in base a quanto previsto dalla direttiva 2006/54/CE, recepita nel 2010, in tema di congedi parentali.

- Direttive comunitarie non recepite /recepite parzialmente/ non recepite correttamenteStiamo parlando della Direttiva 2000/78/CE (Parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro) e della non conformità della legge 22 dicembre 2011, n. 214 (Riforma delle pensioni) con la normativa UE in materia di parità di trattamento tra uomini e donne (direttiva 2006/54/CE).

- Mancata approvazione del Piano Nazionale per gli interventi contro la tratta di esseri umani Previsto nel d.lgs. 4 marzo 2014, n. 24, doveva essere emanato entro la fine di Giugno su proposta del Ministro per le Pari Opportunità e del Ministro dell'Interno.

Questa situazione determina disagi anche al Parlamento: le commissioni parlamentari che si occupano di questi temi non hanno un interlocutore del governo con il quale confrontarsi.

Al fine di ripristinare la figura del ministro per le Pari Opportunità abbiamo già presentato due risoluzioni che non hanno trovato il sostegno da parte delle altre forze politiche e dunque non sono state nemmeno discusse.

Giunti a questo punto, abbiamo deciso di mettere in campo un ulteriore strumento di pressione, attraverso il quale ci rivolgiamo a cittadini,associazioni, esponenti della politica. Auspichiamo l'adesione di quanti più soggetti possibili per giungere a un risultato le cui ricadute riguardano milioni di cittadini.

Per queste e altre valide ragioni vi invitiamo a firmare la petizione!

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